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X Factor tra rock e bel canto: perché la finale è stata la cosa migliore di questa edizione





di ERNESTO ASSANTE


L’undicesima edizione di X Factor si è conclusa, con la vittoria a sorpresa di Lorenzo Licitra e la delusione per i Maneskin. I quali avevano il pezzo inedito più convincente, un frontman decisamente forte e un percorso netto, con tanto di successo su iTunes, che faceva pensare al meglio. Ma tant’è, il pubblico televotante non è necessariamente interessato al rock, l’indubbia bravura di Licitra, che ha cantato magistralmente il medley (facendo dimenticare il fatto che il suo singolo era meno interessante anche di quello di Nigiotti) e ha conquistato il cuore dei telespettatori di Sky e della 8.


Se ci è concesso dirlo, la finale è stata la cosa migliore di questa edizione. Anzi, ha riscattato in pieno un X Factor 11 per molti versi più debole delle edizioni precedenti. Un po’ per la noia generale, il formato che si ripete, un po’ per le invenzioni assurde degli autori nei meccanismi di eliminazione delle diverse puntate, un po’ perché non si parla più di musica, un po’ per le scelte suicide dei giudici. Ma alla fine i tre finalisti erano davvero i migliori, erano davvero tutti bravi e le esibizioni della finale hanno riscattato puntate nelle quali capire cosa accadeva era difficile e la noia alle volte avanzava spedita.

I finalisti

I Maneskin sono decisamente i miei preferiti. Giovanissimi, quindi con un potenziale di crescita davvero notevole, sanno stare in scena, sanno fare casino, sanno suonare quanto basta e hanno in Damiano un frontman come non se n’è mai visti nello Stivale. Il singolo è divertente, ma è solo una goccia in un diluvio rock che loro devono imparare a gestire. Damiano è “cool”, la bassista è “totally blonde”, il batterista gioca a fare il Cherokee e il chitarrista è un nerd in libera uscita. E la loro anima “coatta” gli impedisce di montarsi la testa e far finta di essere meglio di quello che sono. Bravi, davvero, figli di una nuova ondata di musica italiana che può rinnovare decisamente tutto.

Enrico Nigiotti


Enrico Nigiotti mi è piaciuto sempre, cantautore, ottimo chitarrista, cantante con una personalità, perfetto per il nuovo pop italiano, possibilmente fuori dal mainstream. Se resta se stesso ha un futuro, se fa la fine di altri ex campioni di X Factor ce ne dimenticheremo presto. Il singolo ha un “hook” imbattibile, quel “credimi credimi credimi” che funziona come una bomba a orologeria.

Samuel Storm ha una bella voce, è molto impreciso ma ha dalla sua una buona dose di timidezza e di simpatia. Il problema è che in Italia non ci sono autori che sanno scrivere cose che lui possa cantare al meglio quindi o si specializza in un repertorio di cover, e resta nel circuito dei pub, o deve passare al mainstream, e li la sfida con il “resto del mondo” nazionale diventa dura. Ha meritato la finale, ha meritato di uscire per primo. Gli auguriamo buona fortuna



Lorenzo Licitra, voce pazzesca, bellissimo sorriso, “the best of both world”, ovvero il bel canto e il pop. E’ cresciuto moltissimo dalle prime puntate alla finale e ha strameritato gli applausi del pubblico per il suo medley, una prova di estrema capacità vocale e interpretativa. Forse non doveva vincere, ma di certo la sua vittoria non è “rubata” sotto nessun punto di vista.

I giudici

Manuel Agnelli ha fatto un lavoro ottimo, puntando sulle band davvero rock, senza fargli fare cose assurde, mantenendo coerenti tutti, anche i Ros (che andrei volentieri a vedere dal vivo). Ha rischiato il linciaggio con il salvataggio insensato di Rita Bellanza, ha fatto poco per spiegare le sue scelte e dare a chi ascoltava per la prima volta pezzi rock (ovvero la stragrande maggioranza del pubblico di X Factor) una chiave di lettura, uno stimolo, un gancio per scoprire altro. Mara Maionchi ha trionfato, portando tre cantanti all’ultima fase e perdendone uno solo per l’incauta scelta di Morandi. Brava, simpatica, in*****sa, è stato un bene che sia tornata. Fedez ha giocato di rimessa, non era ovviamente a suo agio con la categoria che aveva a disposizione, è stato bravo ma non aveva molte speranze fin dall’inizio. Levante ha perso un’occasione d’oro, ha fatto del suo meglio ma quel meglio non è bastato. Quando ha cantato nella penultima puntata c’è stato un senso di liberazione, e in termini di simpatia non ha proprio brillato, risultando più “rosicona” del prevedibile.

Tommassini

Se nelle edizioni precedenti avevamo senza mezzi termini criticato Tommassini per le coreografie insensate e troppo a effetto, per i costumi spesso orripilanti, le acconciature estreme, le trasformazioni radicali dei cantanti, quest’anno è stato bravo, misurato, originale, spettacolare e sensato. Ha alzato di molto l’asticella, stabilendo un nuovo standard per balletti e coreografie in tv. Gli altri dovrebbero imitarlo.
FotoX Factor tra rock e bel canto: perché la finale è stata la cosa migliore di questa edizione


Gli autori

Non sempre all’altezza del compito, hanno inventato meccanismi di eliminazioni astrusi, cercando di vivacizzare puntate che, come dicevamo all’inizio, puntavano dritte verso la noia, ottenendo però il risultato opposto.

Extra Factor

Vogliamo sinceramente bene a Elio, ma Extra Factor avrebbe dovuto fare a meno di lui. Un modo di maltrattare la musica francamente insopportabile.