MUSICA




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La Francia si inchina al suo Johnny


"Io vi propongo, ovunque voi siate, chiunque voi siate, per dirgli grazie, affinché non muoia mai, di applaudire Monsieur Johnny Hallyday": così Emmanuel Macron, all'ingresso della chiesa della Madeleine, ha oggi chiamato all'estremo omaggio la Francia per il suo "Johnny". Un fenomeno unico, irripetibile, per certi versi inspiegabile, che per 60 anni ha coinvolto tutti i francesi. Oggi, in un addio riservato a pochissimi nella storia, la conferma che Johnny Hallyday è stato per la Francia un eroe popolare.


Centinaia di migliaia di persone, 500.000 secondo i conteggi, hanno preso d'assalto gli Champs-Elysees fin dall'alba di una giornata limpida ma gelida.In tanti sono arrivati dalla provincia, quella Francia profonda che Johnny nella sua carriera ha percorso migliaia di volte lanciando i suoi inni alla vita, alla rabbia, all'amore. Non era un funerale di stato, ma Macron - che insieme alla first lady Brigitte era stato a cena con Hallyday l'ultima volta che era uscito, a fine settembre - aveva chiamato tutti all'"omaggio popolare". La morte di "Johnny", nella notte fra martedì e mercoledì, era attesa da settimane, da quando si era capito che il cancro ai polmoni era diventato ormai incurabile. Eppure, la scomparsa del mito, a 74 anni, 60 anni di carriera, 79 album e oltre 3.000 concerti, ha precipitato l'intero Paese in un baratro di tristezza.



Il nome di Hallyday, nei giorni scorsi proiettato sulla Tour Eiffel, era stamattina affisso a grandi lettere rosse in quell'Olympia dove dal 1961 si è esibito 265 volte e che si trova proprio a pochi metri dalla Madeleine. Il corteo funebre, mentre arrivavano in silenzio Laeticia con i ragazzi, Jade e Joy, vicino a David e Laura, è partito in un silenzio glaciale, rotto soltanto dai motori del surreale ragguppamento di 700 "bikers", i motociclisti stile Harley-Davidson. Le moto che Johnny adorava, quelle che sognava per correre nel deserto, si erano date appuntamento per l'estremo saluto. Poi il corteo, le canzoni intonate dalla folla in modo spontaneo, come per un ultimo concerto per Johnny, senza più Johnny: "L'envie" e "Que je t'aime" innanzitutto, poi il lunghissimo applauso dopo le parole di Macron, mentre Brigitte non ha lasciato con gli occhi l'amica Laeticia, che ha abbracciato e stretto a sé a più riprese. Poi la funzione in chiesa, dove il feretro è entrato sulle note dell'"Hymne à l'amour", e dove aspettavano i vip, i presidenti - Sarkozy con Carla, Hollande con Julie Gayet alla prima solenne uscita pubblica insieme - ma anche musicisti, cantanti, attori, personaggi dello spettacolo, intellettuali, politici. Alcuni di loro, d'accordo con la famiglia, hanno preso la parola. Grande commozione per Jean Reno, padrino di Jade, che - molto commosso - ha letto la "Chanson des escargot à l'enterrement" di Jacques Prevert. Patrick Bruel ha raccontato la sera in cui Johnny gli ha detto di essere malato, in un ristorante di Los Angeles, mentre le lacrime riempivano gli occhi di Laetitia e di molti nelle prime file. Di tanto in tanto, i "suoi" musicisti - orfani del leader - riprendevano con le chitarre, ma con una voce solo immaginaria, i brani più celebri. Poi la benedizione del feretro, uno per uno, l'ultimo abbraccio di Laeticia, che sull'abito nero indossava la catena con la croce del marito, e l'uscita fra i cori di "Johnny, Johnny" della folla in attesa. Lunedì, funerali e sepoltura nell'isola di Saint-Barthelemy, nelle Antille francesi, secondo il desiderio del cantante.