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Fausto Leali: "Non ho più niente per colpa di quattro slavi. Ma non sono un razzista"




di Cinzia Marongiu

“A conclusione di questa intervista può scrivere il mio commento finale? Eccolo: Mi avete portato via tutto. Non comprerò più niente in vita mia. A non rivederci”. Rabbia, amarezza, dispiacere e soprattutto un immenso senso di impotenza. Sono questi i sentimenti che si accavallano nell’animo di Fausto Leali in queste ore, dopo che la sua casa di Lesmo, la cittadina lombarda in provincia di Monza nella quale vive insieme con la moglie, è stata saccheggiata e distrutta da una banda di ladri. A raccontarlo sui social è stato lui stesso con un post su Facebook e Twitter corredato dalle immagini del suo appartamento completamente sottosopra, appartamento dal quale è stato trafugato qualsiasi oggetto di valore ma anche “qualsiasi cosa luccicasse”, compresi i dischi d’oro e i premi per la mia carriera”. Migliaia i commenti di solidarietà e di affetto dei tanti fan dell’artista dalla voce black, ma anche di rabbia nei confronti degli autori del furto e della classe politica italiana, rea di essere troppo docile con il fenomeno dell’immigrazione clandestina, visto che la banda che ha commesso il crimine era composta da quattro slavi.


Fausto, come è avvenuto il furto e come ha saputo che si trattava di quattro slavi?
“Sono entrati dalla porta finestra che si affaccia sul retro rispetto alla strada. E sono usciti dal balcone. A testimoniarlo è stata una vicina di casa che ha fatto giusto in tempo a vedere l’ultimo di questi ladri che si calava giù dal balcone e che raggiungeva gli altri tre che lo aspettavano in macchina. E li ha sentiti che tra di loro parlavano una lingua slava”.



Che cosa hanno portato via?
“Tutto. Veramente tutto. Oggetti di valore come un Rolex, un Cartier e i gioielli di mia moglie. Oggetti preziosi che le avevo regalato nel corso della vita, frutto del mio lavoro e di tanti sacrifici. Ma hanno portato via anche oggetti che avevano soltanto un valore affettivo, come i dischi d’oro e i tanti premi della mia carriera, magari ottenuti per serate ed eventi di beneficenza, come uno che mi aveva donato l’Istituto Tumori di Milano. Si tratta di oggetti che non hanno valore commerciale e che non sono nemmeno commerciabili, ma se li sono presi lo stesso”.



Quando è avvenuto il furto?
“Due sere fa tra le 18 e le 19 e 30. I ladri hanno appro*****to di una breve uscita che ho fatto con mia moglie. Evidentemente ci seguivano da giorni, eravamo sorvegliati senza saperlo. Noi eravamo andati in ospedale dove i medici che qualche giorno fa mi hanno operato per due ernie all’inguine mi hanno tolto i punti. E dire che erano giorni e giorni che non uscivo di casa per la convalescenza da questo intervento chirurgico”.

Che cosa vi siete trovati davanti?
“È stata una sensazione bruttissima. Vedere la propria casa ridotta a pezzi, tutto per terra, i vetri rotti. La propria intimità violata, il proprio piccolo mondo che non esiste più. Ma l’amarezza maggiore è un’altra”.

Quale?
“La consapevolezza che tanto, anche se li prendessero, non potrebbero far loro niente. Stamattina lo affermava proprio un maresciallo dei carabinieri. Queste purtroppo sono le nostre leggi. Se non vengono colti con le armi in mano non c’è niente da fare. Dopo pochi giorni te li ritrovi liberi. E guai a difendersi. Perché poi chi passa i maggiori guai sono proprio le vittime che reagiscono. Se gli fai male, in galera rischi di finirci tu. E allora mi viene da dire che è tutto inutile. Inutile comprare serrature costose, inutile mettere vetri a prova di proiettile, inutile tutto”.

Che cosa resta da fare, allora?
“Non comprare più niente. Di sicuro in casa mia non entrerà più nessun oggetto di valore. Tanto non ne vale la pena. Finché ci saranno queste leggi che permetteranno ai ladri di fare i ladri non resta altro da fare. Capisco anche lo Stato che per un furto non può certo tenerli in carcere per 5 anni: sono costi, non c’è dubbio. Ma il fatto che si ritrovino a piede libero dopo poco tempo, non fa che aumentare il senso di impunità nei ladri e il senso di insicurezza nei cittadini come me”.

Il fatto che lei abbia scritto su Facebook che si trattava di quattro slavi ha riacceso gli animi contro gli immigrati.
“Guardi, per me la nazionalità non ha alcun interesse. Poteva essere una banda di italiani o di belgi ed era la stessa cosa. Non ce l’ho con gli slavi. Il fatto che in Italia ci sia il problema di una immigrazione esagerata è sotto gli occhi di tutti. Ma non sono certo un razzista. Ho semplicemente detto ciò che è stato e cioè che a derubarmi di tutto sono stati quattro slavi”.

Con chi ce l’ha quindi?
“Con il sistema politico italiano che non ti tutela”.

Come va la sua convalescenza. Riprenderà presto a cantare?
“La convalescenza va bene. Ora però devo ancora riposarmi. Poi si vedrà”.