MUSICA




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Cristiano Malgioglio e il suo “amore” per Adriano Celentano


Cristiano Malgioglio, attualmente impegnato all’interno della casa del Grande Fratello Vip, è sicuramente uno dei personaggi più istrionici del panorama artistico italiano, dai modi spesso bizzarri e curiosi che attira critiche ma anche molta simpatia, soprattutto sui social. Nel reality di Canale5 è tornato prepotentemente alla ribalta conquistando anche il pubblico più giovane. Ma non dimentichiamo che Malgioglio, è uno dei parolieri della musica italiana tra i più irriverenti e controversi, scherzoso e fuori dagli schemi ma anche autore di successi memorabili, soprattutto per Mina, Iva Zanicchi o Marcella Bella. Per Celentano, nel 1978 scrive tre brani contenuti nell’album “Ti Avrò“: “Che donna“, “Lascerò“, “La moglie, l’amante, l’amica“. Tutt’ora scrive canzoni per sè e per altri ed spesso in tv come irriverente opinionista (ricordiamolo ad esempio da Chiambretti nel suo Chiambretti Night)
Sergio Cotti, per il suo ultimo libro “Adriano e Celentano – Un po’ artista un po’ uomo” lo ha intervistato per farsi raccontare la grande passione e ammirazione che nutre proprio per Adriano Celentano.

Due chiacchiere con… Cristiano Malgioglio

Malgioglio, partiamo da qui. Lei propone un brano a Mina e Celentano per il loro disco. Poi che succede?
Succede che non l’hanno utilizzato. Forse era una canzone troppo particolare, sofisticata, di sicuro poco commerciale. Ci sono rimasto molto male, sarebbe stato un gioiello in quel disco.

Di cosa parla?
E’ la storia di un abbandono all’interno di una coppia. Parla di due persone che stanno insieme, che si perdono e si rincontrano. E in mezzo c’è la solitudine dei due protagonisti. L’ho richiuso in un cassetto e non so che fine farà. Io non sono entusiasta della musica di oggi. […]

Che idea si è fatto della reunion tra Mina e Celentano?
Sono in assoluto i due artisti più grandi che abbiamo in Italia. Il loro incontro rappresenta senz’altro qualcosa di speciale, interessante, curioso. E’ un disco che si può sentire ovunque, a differenza del precedente; un album di grande impatto e di successo.

Cosa pensa dei testi delle canzoni?
Non c’è nulla di straordinario, sono tutti molto semplici. In bocca a loro avrei messo testi più forti, più attuali. Ma loro possono cantare qualsiasi cosa, con quelle voci straordinarie, tutto, con loro, diventa bellissimo. Io ho un altro modo di scrivere, sono molto più sensuale, mi piace raccontare le storie, descriverle come se stessi scrivendo la trama di un film. Mina e Celentano avrebbero potuto chiedere a 5-6 autori di scrivere per loro e poi scegliere le canzoni migliori. Ma penso che non fosse quello il loro scopo. Volevano fare un disco commerciale, che si ballasse e cantasse, e penso che alla fine ci siano riusciti.

Tra le canzoni che lei ha scritto, ce n’è una che le avrebbe fatto piacere se fosse stata cantata da Celentano?
Tutte. Se devo sceglierne una direi “Gelato al cioccolato”. L’avrebbe fatta in modo straordinario.

[…]

Uno sopra le righe, da sempre, è anche Celentano.
Lui ha rappresentato l’inizio di una nuova epoca. Prima c’erano i cantanti tristi, poi è arrivato lui, con le sue camicie di seta, i pantaloni a zampa d’elefante, il suo modo di muoversi e gesticolare. Colpiva, perché incarnava la novità, e quel che è straordinario è che riesce ancora a essere originale. Oggi i ragazzi non conoscono tanti cantanti di quell’epoca, ma Adriano sì. Fu un personaggio di rottura e un artista come lui non usciranno più.

Adriano ha scritto anche un pezzo di storia della televisione italiana.
In tv è meraviglioso, stupendo. Lo guardo, lo scruto, amo i suoi silenzi, è magico. E’ un uomo molto colto e intelligente, anche se si definisce “il re degli ignoranti”. Se fosse sceso in politica sarebbe stato un grande statista. Ha idee rivoluzionarie, ma giuste, sane. Poi ha la fortuna di avere al fianco una donna molto forte, che lo capisce. Per me Claudia Mori è stata una delle tre donne più belle d’Italia.

[…]

Come nacque la collaborazione con Adriano per il disco “Ti avrò”?
Mi chiamò qualcuno che stava lavorando con lui a quel progetto, chiedendomi di scrivere alcuni pezzi per lui. In quel periodo ero reduce da due successi enormi come “L’importante è finire” e “Ancora ancora ancora” che scrissi per Mina, per cui ero tra gli autori più ricercati del momento. Devo dire che ho sempre detestato scrivere per gli uomini, perchè quando cantano non sanno essere sensuali e molto spesso non sanno neppure quello che dicono. Certo, Adriano era diverso e se solo avesse voluto, io avrei scritto sempre e soltanto per lui. Sono pazzo di lui.

Ricorda il vostro primo incontro?
Certo. Quando l’ho visto la prima volta tremavo dalla gioia, perché non credevo potesse essere vero. Anche se, come ho detto, avevo già scritto per Mina e vinto un Festival di Sanremo. Mi piaceva lui e la sua gentilezza. Quando eravamo in sala di registrazione ci sedevamo, lui non conosceva ancora bene la melodia, ma quando iniziava a cantare, anche se le note non erano quelle giuste, era talmente meraviglioso, che la sua voce ti dava un’emozione straordinaria. C’è una particolarità di lui, molto bella, e comune a tutti i grandi: mi chiedeva sempre se mi piaceva come aveva cantato una canzone, o se preferivo che rientrasse in studio per ricantarla. Io ero talmente emozionato che per me andava sempre tutto bene. Adriano è una festa, una gioia, un uomo perbene, ha un cuore nobile. Gli piace giocare, scherzare. Se fosse andato in America sarebbe diventato la più grande star del mondo.

Se la chiamasse per scrivere un disco per lui?
In questo momento sono arrabbiato con lui, perchè tenevo molto a quella canzone, ma se mi chiamasse correrei immediatamente. Del resto, chi non lo farebbe? E’ come se mi volesse Spielberg per fare un film con lui.

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L’intervista integrale la trovate a pag. 143 del libro “Adriano e Celentano – Un po’ artista un po’ uomo” per Arcana.