MUSICA




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Nek Pezzali Renga: «Un tour assieme per raccontare le canzoni. E forse al Festival di Sanremo»


Il 20 gennaio a Bologna debutta il tour del trio. «Dopo così tanti anni di carriera avevamo bisogno di fare qualcosa di nuovo»
di Andrea Laffranchi


Nek bullizzato. «Tu suonerai il basso. E basta». Lui che si mette fare l’imitazione (e gli riesce) di Maurizio Costanzo: «Ecco a voi Francesco Renga e Max Pezzali». L’alchimia c’è. Progetto a tre: Nek, Max, Renga. Si parte con «Duri da battere», brano (in radio da ieri) nato per l’album di Pezzali e scintilla del progetto che li vedrà in tour assieme. Debutto previsto il 20 gennaio a Bologna, dieci concerti nei palazzetti«La parola chiave è condivisione — dice Nek —. In genere noi cantanti guardiamo al nostro proprio spazio. Questa volta vedrete tre individui che saranno come un’unica persona». Aggiunge Pezzali: «Dopo così tanti anni di carriera servono stimoli nuovi, sia a chi come noi sale sul palco, sia a chi sta sotto. È vero che il pubblico non si somma, ma è anche vero che si stufa se gli offri sempre le stesse cose». Renga anticipa l’idea alla base dello show: «La logica, il fil rouge, è che saremo sempre sul palco e giocheremo con il repertorio dell’altro. Non saranno tre scalette, ma tre che si divertono e mischiano il repertorio e lo condividono con gli altri. E anche la band sarà unica».

Nell’eccesso di collaborazioni improvvisate dal vivo questo è un progetto che ha delle basi. Carriere diverse, ma con le radici che scavano negli anni Novanta. Nek era il pop-rock italiano da esportazione; Renga il rock coi Timoria (poi il belcanto quando ha scelto la strada solista); Max con gli 883 raccontava la provincia costruendoci sopra dei tormentoni. Sulla carta sembra esserci una sovrapposizione fra il linguaggio e il pubblico di Nek e quello di Renga. Sono meno le affinità, anche musicali, con Pezzali. Questa disomogeneità potrebbe essere il punto debole del progetto. «Da fan la prima cosa che mi chiederei è: “ma con le voci meravigliose di Francesco e Filippo, Max come ne esce?” È tutta una strategia, loro portano le donne, io il pubblico maschile», ride Pezzali.
Guardando al calendario del tour sorgono due domande. Non ci sono date a Milano e Roma. Non è che stanno pensando in grande e puntano agli stadi? «Per me San Siro è il patrono di Pavia — ironizza Pezzali —. Vediamo dove ci portano le prevendite...». Durante la settimana di Sanremo è previsto uno stop ai loro concerti... Superospiti, in gara con un nuovo brano o altro? Non si nasconde Nek: «Tutto quello che riguarda il Festival, eventualmente anche la co-conduzione, ha già il nostro sì». Ancora presto per pensare a un album a sei mani. «Per il momento abbiamo pensato a qualcosa di nuovo che nessuno di noi aveva mai fatto prima. Sarà qualcosa che la gente potrà venire a vedere per una sola volta nella vita. Avremo di fronte un pubblico che è cresciuto assieme a noi e conosce anche i brani degli altri».