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Spotify e gli "artisti falsi": cosa è successo


In questo momento Spotify è al centro di una grande diatriba: il gigante dello streaming è accusato di aver messo artisti falsi nelle sue playlist.
Tutto nasce da Vulture, che afferma che alcuni artisti in posizioni di spicco sulle playlist di Spotify non sono reali. Per esempio, il secondo slot della playlist "Ambient Chill" di Spotify è occupato da una band "sconosciuta" chiamata Deep Watch, che ha due canzoni su Spotify con più di un milione di stream ciascuno. La prima traccia della playlist "Sleep" è degli Enno Aare - una band con tre canzoni su Spotify e niente altro al di fuori dello streaming. Un'altra band chiamata Evolution of the Stars ha solo due brani su Spotify, sia nella playlist Deep Focus: 15 milioni di stream

Music Business Worldwide ha pubblicato un elenco di 50 artisti ritenuti falsi. Spotify, tramite un portavoce, ha rilasciato prontamente una dichiarazione:

Non abbiamo mai creato artisti 'falsi' da mettere nelle playlist di Spotify. E' assolutamente falso, punto. Paghiamo royalty per tutti i brani di Spotify e per tutto quello che pubblichiamo. Non possediamo diritti, non siamo un'etichetta: tutta la nostra musica è concessa in licenza dai detentori dei diritti, che noi paghiamo - non ci paghiamo da soli. Non possiediamo questi contenuti - li prendiamo in licenza e paghiamo royalties proprio come facciamo in ogni altra traccia.
Dopo ulteriori indagini, "Music Business Worldwide" e "Music Ally" hanno individuato un gruppo relativamente piccolo di cantautori e produttori svedesi che sembrano essere dietro le tracce e che si trovano principalmente a Stoccolma, la città di Spotify. Andreas Romdhane e Josef Svedlund - ovvero Quiz & Larossi - sono i più conosciuti: hanno precedentemente lavorato con artisti come Westlife, Kelly Clarkson e Il Divo. Fredrik "Figge" Boström sembra essere un altro nome coinvolto: in passato ha scritto diversi brani svedesi per lo Eurovision Song Contest .

A questo punto, la domanda è: come vengono concesse in licenza le tracce di Spotify? Acquista i diritti master in un accordo simile alle librerie musicali? O paga gli artisti come titolari dei diritti di master? Inoltre, le etichette che si sentono tagliate fuori dal processo si potrebbero inevitabilmente lamentare. Anche se va sottolineato che, in alcuni casi, nei brani dell'elenco degli artisti di MBW, Universal Music Publishing Group ha almeno una quota delle royalty di pubblicazione.

Il risultato è questo: si tratta di artisti sotto pseudonimo, dietro cui si nasconondo veri cantautori e produttori, piuttosto che falsi creatori.

Questa la grande lista di "artisti falsi" di Spotify di MBW (con stream totali):

Amity Cadet (9.2m)
Gabriel Parker (24.9m)
Charlie Key (23.6m)
Ana Olgica (23.5m)
Lo Mimieux (22.3m)
Mbo Mentho (10.3m)
Benny Treskow (14.9m)
Greg Barley (21.4m)
Relajar (13.4m)
Jeff Bright Jr (15.8m)
Mayhem (10.2m)
Novo Talos (17.2m)
Advaitas (7.4m)
Clay Edwards (4.7m)
Benny Bernstein (9.6m)
Enno Aare (17.1m)
Amy Yeager (5.7m)
Otto Wahl (27m)
Piotr Miteska (26.7m)
Leon Noel (2.7m)
Giuseppe Galvetti (2.7m)
Caro Utobarto (1.2m)
Risto Carto (1.7m)
Karin Borg (24.2m)
Hultana (3.2m)
Hiroshi Yamazaki (8.6m)
Milos Stavos (7.1m)
Allysa Nelson (4.3m)
They Dream By Day (16.2m)
Evelyn Stein (14.3m)
Józef Gatysik (10.4m)
Jonathan Coffey (480k)
Pernilla Mayer (4.2m)
Hermann (11.8m)
Aaron Lansing (11.3m)
Dylan Francis (6.5m)
Christopher Colman (509k)
Sam Eber (1.6m)
Fellows (3.3m)
Martin Fox (2.5m)
Deep Watch (4.8m)
The 2 Inversions (10.3m)
Bon Vie (4.7m)
Wilma Harrods (5.3m)
Antologie (5.8m)
Heinz Goldblatt (513k)
Charles Bolt (32.4m)
Samuel Lindon (11.8m)
Tony Lieberman (2.5m)
Mia Strass (8.9m)