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Il Club Tenco è in crisi? Ecco come stanno le cose


Pare che da tempo all’interno del Club Tenco non si respiri una buona aria. Già a febbraio vi avevamo comunicato la decisione di Enrico De Angelis, una delle figura più importanti della manifestazione, di abbandonare il Consiglio Direttivo perché le ultime scelte fatte avrebbero portato il Tenco a perdere la sua indipendenza e la sua “prestigiosa identità”.

Sembra che questo weekend le tensioni sia siano ulteriormente inasprite. Nel giro di poche ore abbiamo ricevuto due comunicati stampa, entrambi relativi ad una recente assemblea dei soci, il primo dove si richiede le dimissioni del Consiglio Direttivo e il secondo di replica a tale richiesta. Stando a quanto si legge nella prima lettera, cinquanta soci, un terzo del numero complessivo, hanno sottoscritto un documento di sfiducia all'attuale Direttivo. Al centro della discussione alcune questioni ritenute “di fondamentale importanza per la vita dell'Associazione e che ne mettono a repentaglio identità e indipendenza”. Nella replica il Consiglio si è detto costretto a pubblicare una nota di ammonimento dei confronti dei soci firmatari per aver diffuso “contenuti falsi e diffamatori” e, nel caso tale dichiarazioni non vengano ritirate, sarà richiesta la loro espulsione ai sensi dell’art. 5 dello Statuto.

Per far chiarezza sulla vicenda abbiamo fatto qualche domanda Elisabetta Malantrucco, uno dei cinquanta soci firmatari che hanno richiesto le dimissioni del Consiglio Direttivo.

Era da tempo che c’era malumore all’interno dei soci?
Be', sì. Diciamo che alcuni soci hanno chiesto di chiarire alcuni conflitti di interessi che sembravano esserci all’interno del Consiglio Direttivo del Tenco. È questo l’organo composto di nove persone elette in assemblea ogni tre anni e che praticamente decide su tutto. Quello che ha sempre contraddistinto il Club è la totale indipendenza dei suoi Dirigenti dalle Istituzioni e da possibili rapporti professionali con addetti ai lavori (etichette discografiche, produttori eccetera); fu mandata una lettera firmata che venne presa già allora molto male. Subito dopo sono arrivate a sorpresa le dimissioni da Direttore Artistico di Enrico de Angelis, abbondantemente motivate all’interno del Direttivo. Un numero molto alto di soci gli ha chiesto spiegazioni e ha chiesto anche una assemblea straordinaria che chiarisse tutta la vicenda. Volevamo capire cosa stesse succedendo. Chiedemmo anche che venisse fatta in un luogo facilmente raggiungibile da tutti per garantire la più ampia partecipazione. La cosa è possibile per Statuto. Ma c’è stata una totale chiusura dalla maggioranza del Direttivo. Nella mailing list dei soci sono volati davvero gli stracci. Insomma morale della favola c’è stata quest’assemblea a Sanremo in febbraio. Enrico ha letto una lunga memoria in cui denunciava non solo le invadenze istituzionali e i possibili conflitti di interessi, ma anche il modo in cui gli è stato reso complicato il suo compito praticamente su tutto. Una delle spaccature più grandi sembrava essere in merito allo scopo stesso del Tenco, che è nato per dar spazio alla Canzone d’autore. Mi hanno raccontato che Rambaldi diceva: “non li vuole nessuno? Me li prendo io”; ora una parte del Direttivo sembra invece ossessionato dal riempimento dell’Ariston. C’è una bella differenza. Inoltre Sergio Secondiano Sacchi – che ora è il nuovo Direttore – ha dichiarato pubblicamente che la Canzone d’autore di oggi non lo appassiona. In Assemblea ha detto anche di più. Ma a de Angelis nessuna reale risposta su nessun punto. E quindi nemmeno a noi.
Quando ora dicono che abbiamo evitato questa Assemblea per non confrontarci, mi fanno solo ridere. Ma grassamente. Potevano farlo a febbraio. Noi eravamo tutti lì disponibili. Comunque il punto è che quell’assemblea infuocata è finita con Enrico che si è dimesso pure dal Direttivo e con lui Annino La Posta e Ersilia Ferrante. La prima dei non eletti, Desirée Lombardi, ha rifiutato di assumere l’incarico. Hanno preso il loro posto altre persone. Da quel momento è stato tutto un modificare ogni cosa del passato, ricusandolo pubblicamente. Mentre alle nostre domande nella mailing list interna che chiedevano spiegazioni su tutto quanto accadeva non è mai stata data alcuna risposta. Ribadisco: Mai. Come se fosse tutto molesto o pretestuoso.

Da quanto si è letto sul tuo blog, uno dei punti centrali della vostra protesta riguardava una regola interna che ammoniva i soci a non diffondere “pubbliche affermazioni lesive per il Club o per i suoi membri”. Di che si tratta e perché hanno dovuto comunicare una cosa simile?
Quello che citi è uno stralcio delle modifiche al Regolamento interno del Club, approvate all’Assemblea di sabato scorso. Una norma liberticida che prima non c’era, che prevede “ammonizioni” ed “espulsioni” in caso vengano divulgate notizie sul Club che il Direttivo possa giudicare lesive. Cioè il Direttivo che diventa una specie di tribunale del popolo. Non saprei come definirla una cosa così. Se consideri che hanno chiuso anche la mailing list dei soci per non farli parlare tra loro e che hanno ammonito tutti i firmatari della lettera consegnata e letta da Ersilia Ferrante in assemblea, puoi renderti conto del clima che c’è. Io ho scelto di dimettermi da socia per questa ragione. Trovo intollerabile questa norma e mi meraviglio che siano arrivati a tanto pur di non accettare il dissenso. Di un terzo dei soci, “mica paglia”, per usare una espressione cara allo Storico Presentatore del Tenco Antonio Silva.

Quali sono gli altri punti che vi hanno spinto a chiedere le dimissioni del direttivo?
Innanzitutto è un Direttivo raffazzonato, che nasce da una serie di dimissioni e che pur legittimo da Statuto non corrisponde più alla volontà dei soci elettori di due anni fa. Considera che il solo de Angelis era stato eletto con quasi l’unanimità. Ora ci sono dentro due non eletti che avevano preso pochi voti e uno addirittura cooptato, Mario De Luigi, che era fuori dalla vita del Club da 15 anni. Ma soprattutto, io mi dico, perché in questo Paese nessuno si dimette mai? Ma a fronte di una tale situazione, con le dimissioni del Direttore storico da venti anni e che lo fa sollevando tanti problemi, ma possibile che nessuno di loro abbia pensato che era insensato mettere la testa sotto la sabbia e continuare come nulla fosse? Ma non è tutto qua: avessero scelto di traghettare fino alle prossime elezioni dell’anno prossimo sarebbe anche andata bene, ma no, loro hanno cominciato a fare il gioco pubblico del: “guarda quanto siamo bravi noi”. Sono stati così bravi da commettere una marea di errori. E noi glieli abbiamo segnalati: hanno fatto gravi errori di comunicazione esterna. Soprattutto in merito alle Targhe. La votazione è stata anticipata di mesi e non c’è stata alcuna comunicazione agli artisti. Hanno aperto un forum che funzionava malissimo. È stata abolita la commissione selezionatrice. Morale: sono stati spediti il 60 per cento di dischi in meno e ha votato circa il 50 per cento dei giurati. Un fallimento, fatti salvi gli ottimi artisti premiati. Per non parlare del fatto che si sono fatti grossi per il concerto di Patti Smith (che in realtà è stata solo una data corta del suo Tour in Italia che è costata bei soldini) legandolo a un secondo evento dedicato a Fernanda Pivano e che in realtà non ha riempito l’Ariston lo stesso (perché arrivare a Sanremo per una mezza data di Patti Smith quando puoi andarla a vedere comodamente sotto casa e tutta per intero?).
E poi appunto a noi questa logica dell’Ariston pieno come soci proprio non la capiamo. Abbiamo poi denunciato che alcune realtà che collaboravano col Tenco (Premio Piero Chiara, Saison Culturelle della Regione Valle d’Aosta, Music Inside Rimini, Progetti d’Autore, Università di Pisa, ecc) hanno rinunciato a lavorare col marchio del Club, mentre nel frattempo latitano i Tenco Ascolta. Per non parlare del fatto che alcune manifestazioni tenchiane sono finite tra “gli eventi collaterali” del Festival di Sanremo. Nella logica di “Sanremo città della musica” voluta dal Comune. E qui torniamo alla denuncia di Enrico de Angelis sulle invadenze istituzionali. Gli altri punti sono quelli che già ti ho detto: la posizione di Sacchi sulla Canzone d’Autore, assolutamente incompatibile con il ruolo che ora ricopre e la mancanza di comunicazione coi soci.

Ora che succederà?
Non lo so. Io mi sono dimessa. Altri vedo che lo stanno facendo. Altri resteranno e faranno resistenza interna (che coraggio). Per quel che riguarda il Club io posso dirti che nessuna istituzione è un astratto luogo virtuale. IL Club è fatto di uomini. Con quelli che ora lo dirigono io non sono d’accordo su nulla. E come me tanti altri. Domani si vedrà.

Intanto, è stato diffuso un comunicato ufficiale da parte del direttivo del Club Tenco in risposta alle accuse mosse dai 50 firmatari:
“Si è appena conclusa l’assemblea annuale dei soci del Club Tenco e si apre una pagina tristissima della vita dell’Associazione.
Oggi è stata sottratta ai soci la possibilità di un confronto aperto, leale e democratico perché, mentre si svolgeva l’assemblea, il contenuto di una mozione, firmata da circa 50 soci, che era stata annunciata in apertura dell’assemblea e posta in discussione in coda all’ordine del giorno e della quale l’assemblea non conosceva il contenuto, veniva inviata alle agenzie di stampa.
I soci presenti all’assemblea nel ribadire la totale fiducia nel Direttivo in carica stigmatizzano la genericità delle accuse formulate nella mozione, che appaiono calunnie infondate giunte al termine di un periodo di assedio da parte di una minoranza che ha l’unico evidente obiettivo di distruggere il Club e infangarne la storia.
La cosa più grave, tuttavia, sta nel fatto che tali gravissime e infondate accuse non siano state materia di confronto democratico perché evidentemente agli estensori del documento non interessa il confronto sui contenuti, quanto le dimissioni dell’attuale direttivo, in difetto delle quali sono pronti anche a far chiudere il Club Tenco.
Pertanto la maggioranza dei soci oggi presente in assemblea chiede che il direttivo, valutata la difficoltà di mantenere in seno alla compagine sociale soci che hanno come unico obiettivo quello di ledere l’immagine del Club, assuma i più opportuni provvedimenti.
Chi ha scritto e formulato tali accuse ha ritenuto di non intervenire neppure all’assemblea, ma non ha avuto il minimo scrupolo di dare in pasto alla stampa illazioni, dimostrando così che l’unico vero scopo di questa minoranza è quello di non rispettare la maggioranza nelle sue decisioni – assunte sempre democraticamente – e di boicottare l’immagine del Club”.