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60 anni con Adriano Celentano – La notte del Palaghiaccio


A partire da oggi, in occasione dell’anniversario dei 60 anni di carriera di Adriano, pubblicheremo periodicamente articoli, interviste e quant’altro ci aiuti a ripercorrere questi fantastici 60 anni con il Ribelle più rock d’Italia.

Adriano Celentano al Palaghiaccio di Milano (18 maggio 1957)

Un evento assume l’allure del mito quando alcuni particolari che lo riguardano vengono alterati, oppure arricchiti da elementi fantasiosi. Questo avviene un po’ per esaltare l’unicità di tale evento rivestendolo di un manto eroico, un po’ per la cattiva memoria di alcuni dei protagonisti e dei testimoni presenti. Come nel caso della sera del 18 maggio del 1957, quando al Palazzo del Ghiaccio di Milano, comunemente chiamato Palaghiaccio, si svolse il primo festival italiano del rock and roll. Serata che determinò, oltre all’avvento del rock and roll in Italia, la genesi del mito di Adriano Celentano.



Si è detto che fu una gara tra cantanti rock, che Adriano era accompagnato da un complesso chiamato Rock Boys e formato da Enzo Jannacci, Giorgio Gaber e Luigi Tenco, e che costoro vinsero la serata con la canzone Ciao ti dirò. In realtà le cose stanno diversamente: Adriano era l’unico cantante rock, nel suo gruppo non c’erano Gaber e Tenco, e non cantò Ciao ti dirò. Lo stesso Adriano ha messo le cose in chiaro:

Era il 18 maggio del 1957, quando Bruno Dossena, campione del mondo di boogie woogie, organizzò il primo festival europeo del rock al Palazzo del Ghiaccio di Milano. Mi aveva sentito cantare al Tecla e volle a tutti i costi che io partecipassi, visto che tra tante orchestre che vi partecipavano, io ero l’unico cantante rock. Però io ho pensato: ma io con quale orchestra canto? E allora non sapendo cosa fare, anch’io misi insieme un gruppo: basso, batteria e chitarra erano i fratelli Ratti, tre strepitosi musicisti con cui avevo subito legato. Però ci mancava un pianista e uno dei fratelli mi parlò di un certo Enzo Jannacci che io chiamai immediatamente, era fortissimo, e poi aveva quella tipica follia che hanno i medici quando sbagliano le operazioni. Ancora adesso è così, eh?, ma allora era perfetto. Jannacci portò un sassofonista e così si era completato il gruppo dei “folli”. E non è vero che parteciparono anche Gaber e Tenco, come dice qualche male informato. Gaber io lo conobbi soltanto un anno dopo e Tenco addirittura tre anni dopo. E non è neanche vero che io quella sera cantai “Ciao ti dirò”, quella canzone ancora non esisteva.

Cosa abbia cantato Adriano non è chiaro. Quel che è certo è che all’epoca lui cantava brani in inglese. Le varie versioni che circolano sulla serata sono indecise tra Jailhouse Rock, portata al successo da Elvis Presley, e Tutti Frutti di Little Richard. Ma non è da escludere che Adriano abbia eseguito Rock around the clock di Bill Haley, la canzone che accese in lui la scintilla del rock, come più volte raccontato.
Quando Bruno Dossena, ballerino di boogie woogie e campione del mondo di rock and roll acrobatico (riconoscimento conseguito al campionato internazionale di ballo di Lione), decide di organizzare il festival, il rock and roll è un genere che in Italia ancora non ha preso piede. I ragazzi folgorati dal film Il seme della violenza (1955), che conteneva nella colonna sonora Rock around the clock di Bill Haley, si procurano i dischi dei rocker del momento (oltre ad Haley ed Elvis Presley, Chuck Berry, Gene Vincent, Little Richard, Jerry Lee Lewis, Eddie Cochran, solo per citarne alcuni) e suonano nelle cantine o in locali come il Santa Tecla a Milano. Alcuni giornali si interessano a questo fenomeno di costume proveniente dagli Stati Uniti, trattandolo però con ironia e sarcasmo, se non con disprezzo. Adriano, com’è noto, arriva al rock per vie traverse, tramite l’ascolto, grazie a un amico, del 45 giri di Rock around the clock (retro: Thirteen Women) prima ancora che il disco venga distribuito in Italia. Da quel momento Adriano ha un solo desiderio: sfondare come cantante rock. Inizia ad esibirsi in vari posti, fino ad arrivare al Santa Tecla, club ritrovo di artisti e cabarettisti. Dossena conosce Adriano proprio dopo averlo visto in azione al Santa Tecla: i due diventano amici e Dossena lo convince a partecipare in qualità di unico cantante a quello che diventerà noto come primo festival del rock and roll.
L’affluenza del pubblico per la serata supera le più ottimistiche previsioni. Una stima approssimativa parla di circa settemila spettatori, per lo più ragazzi (le ragazze sono una netta minoranza). Molti di loro, sull’esempio dei divi del cinema del momento, pettinati come James Dean o con indosso il giubbotto di pelle come Marlon Brando nel film Il selvaggio (1954). Il problema è che, secondo gli organizzatori, quella folla è eccessiva per il Palaghiaccio e le forze dell’ordine, impreparate a gestire un evento del genere a cui non sono abituate, prendono la decisione di bloccare gli ingressi. Il risultato è che, di circa settemila persone, duemila riescono ad entrare mentre cinquemila rimangono bloccate all’esterno. I ragazzi rimasti fuori la prendono male e reagiscono contestando gli agenti e compiendo atti di vandalismo, prendendo di mira in particolare le automobili parcheggiate nelle vicinanze. Nel caos generale, accade addirittura che una processione, guidata dall’allora arcivescovo Montini, futuro papa Paolo VI, devii dal percorso per accorrere al Palaghiaccio, attirata da ciò che sta accadendo. La polizia reagisce e a quel punto, inevitabilmente, si creano dei tafferugli. La caotica situazione dall’esterno si riverbera all’interno del Palaghiaccio: si aspetta che la situazione fuori si calmi, ma l’attesa genera nervosismo tra i ragazzi presenti in sala. Alla fine, dopo un paio d’ore, viene annunciato che la spettacolo è rinviato al giorno seguente a causa dei disordini. Pur deluse e arrabbiate, le persone rimaste fuori se ne vanno pacificamente. Ma l’annuncio è solo un espediente per far andare via la folla assiepata all’esterno: infatti alle 23:30, lo spettacolo ha finalmente inizio e Adriano con i suoi Rock Boys salgono sul palco. Il successo dell’esibizione è clamoroso: i ragazzi, liberi finalmente di scatenare pulsioni fino a quel momento sopite, cantano, ballano, si muovono come ossessi; alcuni cominciano a lanciare sedie e bottiglie di Coca Cola; altri si tolgono magliette e camicie. La polizia decide di sospendere l’esibizione nella speranza che i ragazzi si diano una calmata, ma non c’è verso, così Adriano e i suoi continuano ad esibirsi con il loro rock and roll a furor di popolo. Una mirabile sintesi della serata fu fatta dal quotidiano La Notte, in un articolo, divenuto mitico quasi quanto la serata stessa, dal titolo “Il Palaghiaccio assediato per due ore – Mobilitata la celere per il rock and roll” firmato nientemeno che da Natalia Aspesi, agli albori della carriera giornalistica. Ecco alcuni stralci:

Davanti al Palazzo del ghiaccio di via Piranesi stava avvenendo una scena molto simile a quella precedente il linciaggio nel film Il grido della folla. Alle nove e mezzo avrebbe dovuto avere inizio “il primo Festival del rock’n’roll” (…). Nel momento in cui l’agognato spettacolo avrebbe dovuto avere inizio, la situazione era questa: duemila persone bloccate all’interno in inutile attesa e cinquemila giovani all’esterno sempre più indisciplinati. Il cancello pronto a cadere per la pressione della folla, puntellato all’interno. Sei camionette della polizia con sirene urlanti, disposte a due per volta per tagliare la folla. Un centinaio di poliziotti che tentavano invano di organizzare un ingresso ordinato. I furbi e gli ingenui, scovato un ingresso secondario, ricevettero – prima delle ventidue – una randellata in testa dai solerti custodi: dopo, soltanto una multa. Più di una volta la situazione sembrò decisamente pericolosa (…). All’interno la situazione era ancora peggiore, perché nella confusione erano rimasti fuori i membri della giuria, gli strumenti della Lambro Jazz Band e la squadra francese di ballo (…). La sala del Palazzo del ghiaccio, sotto le luci al neon annebbiate dal polverone sollevato dagli irrequieti piedi giovanili, si presentava come una palestra di boxe al decimo round (…). Non essendo reperibile la giuria, essendo andate disperse le coppe e i trofei e parte dei dilettanti in gara, i giovani si accontentarono volenterosamente di un’ora e mezzo di spettacolo (…). Quando Adriano Celentano & His Rock Boys ebbero il sopravvento sul presentatore e sull’urlo della folla, fu chiaro che neppure l’intervento della celere e dei carabinieri presenti avrebbe permesso ad altri di suonare (…)

Alla fine della serata, Adriano, uscendo dal Palaghiaccio, viene letteralmente assalito da un centinaio di ragazzi ancora in preda all’eccitazione che gli strappano i vestiti di dosso. Quest’esperienza è un po’ traumatica e segnerà il rapporto di Adriano con le folle, di cui avrà sempre timore durante le sue esibizioni dal vivo.
Gli incidenti avvenuti lasceranno degli strascichi poco piacevoli. I giornali trattano l’accaduto con toni sensazionalistici, generando ondate di sdegno tra i benpensanti nei confronti di questa nuova moda musicale chiamata rock and roll. L’arcivescovo Montini, dopo l’onta della processione deviata, attacca con durezza la manifestazione. Per alcuni mesi le forze dell’ordine bloccheranno qualsiasi manifestazione comprendente al suo interno spettacoli di rock and roll; allo stesso modo, il nome di Celentano diventa praticamente proibito tanto che Adriano in quel periodo non può più esibirsi. A risolvere la situazione d’impasse ci penserà Bruno Dossena, con uno spettacolo chiamato Processo al rock and roll con la partecipazione di Adriano e di altri musicisti. Nient’altro che uno stratagemma in realtà, perché il cosiddetto processo consiste nella lettura di un comunicato da parte di Dossena in cui invita i giovani spettatori a divertirsi durante lo spettacolo senza creare incidenti, in modo da garantire lo svolgimento della serata. La trovata funziona perché da quel momento gli spettacoli rock and roll riprenderanno a svolgersi senza intoppi. Nel frattempo, subito dopo la serata al Palaghiaccio, Adriano firma un contratto discografico per la Saar di Walter Guertler (presente alla manifestazione). Incide alcune cover di brani rock and roll in lingua inglese, ma il successo arriverà due anni dopo quando canterà finalmente in lingua italiana la canzone Il tuo bacio come è un rock al festival di Ancona, trasmesso in presa diretta dalla Rai. Adriano si classifica primo e addirittura anche secondo con un altro brano. Ma è soprattutto la sua performance a fare sensazione, tanto da far andare la canzone al primo posto in classifica e da dare la fama ad Adriano. E’ nata una stella.


Come spesso accade, ci è voluto un po’ di tempo da parte di alcuni dei protagonisti di questa storia per rendersi conto di aver vissuto uno di quei momenti destinati a diventare leggenda. Enzo Jannacci ha detto in proposito:

Noi volevamo solo divertirci e campare di musica. Io continuavo a studiare medicina, anche se facevo molta fatica, ma la sera suonavo per mantenermi, al night o dove trovavamo. L’unico che voleva andare lontano, e ce l’ha fatta, era proprio Adriano. Che tempi.