MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Eurovision, a Kiev sfuma il sogno di Gabbani. Vince il Portogallo


Nella finale della 62esima edizione del concorso canoro in Ucraina, il neovincitore del festival di Sanremo sfidava 25 concorrenti provenienti da tutta Europa. A lui va il premio della sala stampa.


KIEV – La delusione c’è. Ed è grande. Perché sembrava davvero che Occidentali’s karma potesse diventare il nuovo inno europeo e che Francesco Gabbani avrebbe riportato l’Eurovision Song Contest in Italia. La scimmia nuda balla ma non conquista il Festival ospitato a Kiev dove vince il portoghese Salvador Sobral con 'Amor Pelos Dois'. All'italiano, che chiude al sesto posto, va il premio della sala stampa.

Gabbani era arrivato in Ucraina come il superfavorito della vigilia, scommettitori impazziti e tifosi arrivati fin qui per sostenerlo. Anche lo scrittore Desmond Morris ha tifato per lui. Invece purtroppo non è andata. L’ultimo ad aggiudicarsi l’Eurovision song contest era stato Toto Cutugno a Zagabria: era il 1990 e cantava Insieme: 1992. Ma ancora prima, nel 1964, una giovanissima Gigliola Cinquetti con Non ho l’età (per amarti) trionfava a Copenaghen.

Programma social (in diretta su RaiUno) con Twitter scatenato (dove trovi uno show in cui si vestono come le sorelle di Frozen e Elena di Avalor, sembrano usciti da Halloween e tutte le cantanti hanno una musa di riferimento che copiano maldestramente?), sorta di Erasmus della canzone seguito da 125 milioni di spettatori, l’Eurovision Song Contest (sottotitolo: "Celebrate diversity") è il trionfo della creatività. Ventisei nazioni in gara, una varietà di artisti mai vista. Era piaciuto molto il concorrente del Portogallo, Salvador Sobral con la sua Amar pelos dois, voce bellissima, musica romantica. Una ballata che rompe gli schemi: nessuna coreografia, nessuna stranezza tecnologica. A soli 17 anni: Kristian Kostov, dalla Bulgaria, con Beautiful mess, aveva impressionato il pubblico.

Vestiti come a un matrimonio, i presentatori Timur Miroshnychenko, Oleksandr Skichko e Volodymyr Ostapchuk hanno animato lo show più folle della tv, uno strano mix tra Rocky horror picture show e una fiera di paese (tecnologica). Qui vale tutto. Il palco cambia, le luci si accendono ed ecco le Destiny's child olandesi, le tre sorelle del gruppo O’G3NE. Ha sfoggiato giacche da domatore e da matador l’ungherese Pápai Joci (brano Origo): batte il ritmo sul bidone di alluminio del latte mentre una gitana dai capelli lunghissimi danza per lui (evitando alte lingue di fuoco, perché diventare una torcia umana è questione di un attimo). La Romania risponde con Yodel it, la giovane Ilinca con Alex Florea fa ballare il pubblico. La Danimarca è rappresentata dalla bionda Anja, una Pamela Anderson ventenne. Ma al Nord i gusti sono vari: la band norvegese Jowst (Grab the moment) è in scena con il musicista che indossa una stravagante maschera a led che gli copre il volto, mentre il cantante sembra un hipster. Per la Croazia c’è Jacques Houdek, un gigante buono con guantino argentato che canta un po’ in inglese e un po’ in Italiano sfoderando a tratti la voce da tenore e quella da soprano. Si passa dal muscoloso Imri (Israele), che si scatena con I feel alive ai fidanzatini di Peynet della Bielorussia, vestiti di bianco, con chitarra decorata da pizzi e merletti. L’austriaco Nathan Trent, che parla perfettamente italiano (guardare su YouTube come canta la versione acustica di L’essenziale di Marco Mengoni) fa impazzire le ragazzine con Running on air. Per i Sunstroke project (Moldavia) l’arena canta in coro Hey mamma. La bella Dimitra Papadea, in arte Demy, che rappresenta la Grecia, canta This is love fasciata da un abito peplo con spacco malandrino.

All’Eurovision Song Contest non ci sono limiti, si celebra il trionfo della libertà, sotto tutti i punti di vista. La comunità LGBT applaude: quel “Celebrate diversity” del titolo non resta solo sulla carta. Conchita Wurst ha vissuto qui il suo momento di gloria e quest’anno, durante la seconda semifinale, lo show ha ospitato Verka Serduchka, personaggio en travesti interpretato da Andrij Mychajlovych Danylko, che si esibì all’Eurovision dieci anni fa conquistando il secondo posto. Sventolano le bandiere e si tifa, tutti insieme e uniti, uno contro l’altro. Musica per divertirsi, e macchina milionaria: l’Europa unita si fa in tv, senza snobismo.

Il disturbatore. E non poteva mancare il disturbatore, che è salito sul palco durante l'esibizione di Jamala, la vincitrice dello scorso anno. Non si sa come abbia fatto, qui la sicurezza è da Cia, ma è salito di corsa in un blitz fulmineo, mostrando il lato B subito riacciuffato. Un fuori programma che ha divertito il pubblico.

Salvador Sobral - Amar Pelos Dois (Portugal) Eurovision 2017 -