MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Eurovision, l'Europa colorata del pop. Per l'Italia c'è Gabbani

Eurovision, l'Europa colorata del pop. Per l'Italia c'è Gabbani
di ERNESTO ASSANTE

Pubblicato il 12 maggio 2017 Aggiornato il 12 maggio 2017
Domani sera tutti davanti a Rai1 per la finale della 62esima edizione del concorso canoro che si terrà a Kiev, Ucraina. Tra luci, grandi coreografie ed esibizioni (naturalmente) kitsch, in gara artisti provenienti da dieci Stati qualificati nella prima semifinale, dieci nella seconda e sei finalisti. La speranza italiana è Mr. 'Occidentali's Karma'


Non ci sono altre cose da fare la sera del 13. Ma solo seguire l’Eurovision Song Contest su Rai1. Sì, certo, ci sono eventi musicali migliori, dal Festival di Glastonbury al Primavera Sound, non c’è dubbio che per molti leggere un buon libro è senza dubbio un’attività migliore. Ma, lasciatecelo dire, chi lo pensa si sbaglia. Mai come quest’anno la grande festa della musica d’Europa, un’Europa molto allargata, meravigliosa, libera, coloratissima, fantasiosa, è un momento di unità da non perdere.


Retorica? No, lasciate perdere le critiche inutili e facili, qui di retorico non c’è proprio niente. Perché l’unità europea della canzone è fatta di bellissime diversità, di culture differenti, di cose che, davvero, stanno insieme per volontà non per somiglianza o per accordi intergovernativi. No, l’Eurovision Song Contest è la più bella dimostrazione che la musica, più di ogni altra cosa al mondo, anzi nell’intero universo conosciuto, è in grado di superare ogni possibile barriera o confine, ogni differenza linguistica e culturale. Si, è un’ovvietà che anche i muri conoscono, quella che ricorda ai sordi che la musica è l’unica lingua che tutto il mondo parla e capisce, l’unica grande cultura collettiva, fatta di suoni e ritmi che non si fermano davanti ai muri.

Retorica? Sì, allora benvenga, e ci accompagni in questa kermesse che unisce l’utile al dilettevole, il meglio e il peggio, il kitsch e l’arte, in un'unica forma, quella della canzone. Nella grande finale che si svolge in Ucraina, a Kiev, la più spettacolare produzione televisiva europea prenderà corpo in un fuoco d’artificio di canzoni, accompagnate, come vuole la regola del festival, da grandi coreografie, costumi e luci, in una festa della libertà che, peraltro, ha nel corso degli anni dato spazio, senza timore, anche a ogni diversità sessuale, personale, politica. Canzoni belle e brutte, spesso più brutte che belle, ma canzoni che in un modo o nell’altro ci permettono di vedere e ascoltare quello che normalmente non vediamo e ascoltiamo, melodie e star di paesi lontani, o anche vicinissimi a noi ma da noi completamente ignorati. Perché a dominare il mercato planetario della musica è l’industria musicale anglo-americana, che parla inglese e conquista i vertici delle classifiche di vendita e di ascolto.
Video

Qui, invece, gli inglesi sono solo un popolo tra i tanti, e si può sentire cantare canzoni in tutte le lingue, scoprendo che le storie sono simili ovunque, che tutti amiamo cantare d’amore, o che i problemi che abbiamo noi sono gli stessi dei nostri conterranei, che amano anche loro cantare, sorprendere e divertirsi. Certo, tutte le nazioni di confrontano e si scontrano anche, non è una festa pacifica ma una vera e propria competizione e molto spesso i voti si muovono per blocchi culturali e geografici, il che, peraltro, rende particolarmente divertente la parte finale della serata, quella nella quale arrivano tutti i voti dei singoli paesi. Momento divertente anche perché ogni televisione nazionale sfoggia conduttori interessanti, curiosi, belli, simpatici, vistosi, tutti insieme in un puzzle televisivo che da solo meriterebbe l’attenzione del pubblico. Ci si confronta, si perde e si vince, in un mondo dove non ci sono nemici, in una battaglia musicale che merita di essere vista e ascoltata perché è una incredibile finestra sul mondo. Lasciate che le canzoni turche, armene, islandesi, estoni, norvegesi, cipriote, entrino nelle vostre case, non solo vi faranno bene, ma lasceranno entrare con loro colori, atmosfere, immagini che arricchiranno la vostra serata.

Ci sarà Francesco Gabbani, che quest'anno in molti danno tra i candidati alla vittoria finale. La storia insegna che quasi sempre chi entra Papa in conclave ne esce cardinale, è già accaduto con altri italiani prima (gli ultimi concorrenti nostrani sono stati Il trio - allora dato per favorito - e lo scorso anno Francesca Michielin). Ma ci piace l'idea di fare il tifo per lui, per questo giovane, bravo, originale e divertente esponente della musica italiana, che potrebbe meritare un posto nel panorama europeo. Sarà un po' come fare il tifo per la Nazionale ai campionati europei di calcio, con qualche coro in più, anzi con un solo grande coro, quello di Occidentali's Karma. Seguite con noi in diretta l'evento per Repubblica.it in un livetweeting da non mancare.