MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Addio a Enzo Carella, eccentrico cantautore pop amato da Battisti


Enzo Carella - che è morto a 65 anni martedì 21 febbraio per un arresto cardiaco a Roma, dove era ricoverato da mesi in terapia intensiva - raccontava di essere finito a fare il cantautore quasi per caso, per unire «parti delle poesie di Pasquale Panella con le mie canzoni». Lui suonava i Led Zeppelin e Jimi Hendrix, l’altro faceva teatro d’avanguardia alla maniera di Carmelo Bene.

Nacque così una delle esperienze più particolari e misconosciute dei tardi Anni Settanta italiani, facile da scambiare per musica leggerissima e un po’ vacua, in realtà anticipazione quasi profetica di quella semplicità pop che avrebbe conquistato il centro della scena nel decennio seguente. Tre album tra 1977 e 1981, con le case discografiche della scena romana It e Rca, un secondo posto a Sanremo («Barbara», 1979) e poi dieci anni di silenzio, seguiti da venticinque di un percorso sempre lontano dal music business tricolore, non privo di idee raffinate e soprattutto eccentriche.

Ascoltando «Malamore», il suo secondo singolo del 1977, Lucio Battisti affermò che Carella era l’unico che gli piacesse a quel tempo in Italia. Non per caso, dunque, pochi anni dopo Panella divenne l’autore dei testi di tutte le canzoni del dopo-Mogol. Il secondo e ultimo Battisti è dunque uno dei tanti luoghi in cui si può trovare un po’ dello spirito bizzarro diffuso da Carella. Un altro, attualissimo, è quello abitato dai molti cantautori dell’attuale scena «indie-pop».