MUSICA




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Fiorella Mannoia: «La vecchiaia non esiste»


di Lavinia Farnese



È la Signora del Festival e – con gli anni nei capelli/così rossi come il tramonto/così forti come il primo giorno – Fiorella Mannoia ora può permettersi insegnamenti di vita: «Dovremmo imparare a tenercela stretta. Che sia benedetta», canta sul palco dell’Ariston.

Siamo a 30 inverni dal Sanremo di Quello che le donne non dicono. «E a quasi 40 dal 1981 di Caffè nero bollente, con quella confusione da catapultata in un circo, quel grugno e quella camicia oro sui pantaloni di pelle: mai stata brava con i vestiti».

Le capita di maledirla, questa vita che invita a benedire?

«No. Appartengo a una generazione fortunata, cresciuta in strada senza adulti intorno: sbucciati, ci rialzavamo. E imparavamo a cavarcela».

Sostiene ancora Beppe Grillo?

«Vederlo abbarbicato sulle folle col megafono mi riporta indietro a un ardore politico – lo stesso di quando uscivamo senza reggiseno sotto maglie trasparenti – che non abbiamo più. È in nome di quello che difendo il Movimento».

Lo merita sempre?

«A volte no, ma non sono certo i soli a sbagliare».

Con Ivano Fossati condivide un verso: «L’ora muta delle fate». Lui lo ha messo in C’è tempo, lei invece dentro In viaggio, un brano dedicato a una figlia mai nata.

«È un’invocazione alle favole. Il destino ha deciso che avrei potuto avere molto, non tutto. L’ho accettato. E un giorno è andato via anche il dolore».




Sua madre non c’è più da qualche mese.

«A quel distacco non si è mai pronti. Sì, risali sul palco. Sì, la musica riprende. Ma il vuoto rimane. Ogni domenica con te, da Combattente, non riesco ancora a farla dal vivo, ma è per quelle domeniche che trascorrevamo insieme. Le prime dopo la sua morte le ho superate immobile».

Ha segreti nel suo iPhone?

«Qualche imprecazione contro il governo. I video che ti trasformano in gatto sui social, ma passiamo lì troppe ore».

Un fan su Facebook la sogna mentre scende nuda la scalinata dell’Ariston, aggiunge che la vorrebbe anche «in un film alla Tinto Brass».

«La Rete è fatta così. Io butto “fuori di casa” solo i maleducati».

Non i lusinghieri.

«Quando allo specchio noto qualche parte calante ci resto male ma poi mi riprendo: “Hai 62 anni, che altro cerchi? Puoi permetterti ancora di andare scollata e a braccia scoperte”».


Del suo amore ha detto che da oltre 10 anni le «ricorda di essere bella». C’è ancora?

«Sì. Siamo aperti, non chiusi. Per questo forse non ci stanchiamo. Ognuno è libero di aderire alle proprie passioni. Non sei mai solo e infelice, quando ne hai».

Dopo i 60 anni il desiderio cambia?

«Le forze non sono più le stesse. Ma l’importante è non straziarsene. Giocare sempre. La vecchiaia è faccenda di corpo, di muscoli. Per il resto è un’invenzione. La vecchiaia non esiste».