MUSICA




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Elisa, 40 anni di vita e 20 di carriera. La festa è all'Arena di Verona

Tre concerti all’Arena di Verona, il cambio di etichetta discografica, un best of: Elisa si fa tanti regali per i vent’anni di carriera. Poi però all’ultima domanda della conferenza stampa il promoter si lancia in una polemica contro Vasco Rossi per la solita, ormai stucchevole, questione del secondary ticketing, e alla fine non si parla d’altro.

Ma noi iniziamo dall’aspetto artistico: il 12, 13 e 15 settembre la cantante (20 anni di carriera, 40 di età) sarà all’Arena di Verona con tre concerti, rispettivamente in chiave pop-rock, acustica e orchestrale classica, per ripercorrere successi come Luce (tramonti a nord est), Ti vorrei sollevare, No hero, tra lingua italiana e inglese. E lo farà, questa è forse la novità principale, da artista della Universal: finora era con la Sugar di Caterina Caselli, che per prima credette in lei e la lanciò. "Una decisione non facile, presa con serenità, sono e sarò sempre grata a Caterina, con lei e il figlio Filippo ho sempre lavorato benissimo, ma non nascondo che da anni pensavo a cambiare. Me ne vado senza sentimenti negativi, spinta solo dal desiderio di scoprire altri percorsi". La riprova di un divorzio sereno sta nella tranquillità con cui la cantante parla della compilation che Sugar lancerà in primavera, com'è consuetudine che l'etichetta che un artista sta per abbandonare faccia, per sfruttarne un'ultima volta il nome. Elisa '97 – '17 (20 years) uscirà in due versioni. La prima di tre cd (due con tutti i singoli usciti dal debutto al 2017, il terzo di cover come Halleluja di Leonard Cohen, (Sittin' on) The dock of the bay di Otis Redding, Almeno tu nell’universo di Mia Martini e Wild horses dei Rolling Stones). La seconda aggiungerà un cd-dvd con rarità, filmati e sorprese varie.

Le prevendite dei concerti di Verona partiranno domani alle 15 su Ticketone, prezzo ignoto, si sa solo che ci sarà un abbonamento a tutte e tre le serate al prezzo di 80 euro. E questo ci introduce al capitolo secondary ticketing. A conferenza stampa ormai terminata parte una domanda al promoter Ferdinando Salzano, di Friends and partners: cosa pensa del sostanziale fallimento della politica anti-bagarinaggio fatta da Vasco Rossi per il suo concertone dell’1 luglio a Modena. Biglietti nominali, recapitati a casa, tracciabili via Internet, non hanno impedito che i siti di rivendita offrissero tagliandi anche a 2.500 euro (evidentemente c’è gente disposta a pagare questa cifra: questo dovrebbe fare riflettere forse ancor di più). Salzano – che la battaglia contro il secondary ticketing l'ha iniziata nel 2010 con Ligabue – non si sottrae, anzi ci dà dentro: "Il loro biglietto non è nominale, ma si limita a riportare il nome dell'acquirente primario, che può acquistare fino a 12 tagliandi, in sostanza 11 sono anonimi. Ma poi il concerto di Vasco Rossi chi lo organizza veramente? Sappiamo che Best Union ha creato una società ad hoc, la Big Bang, ma sarà un evento da 180/200mila persone, molto difficile da organizzare in completa sicurezza per tutti. A me non risulta che nessuno dei miei colleghi sia stato coinvolto nell'iniziativa. Spero che poi non salti fuori che a organizzare sia la stessa agenzia che lui ha lasciato...". Ovvero Live Nation, che Vasco Rossi ha abbandonato dopo l’ammissione del promoter Roberto De Luca di essere coinvolta nel secondary ticketing e con cui la vicenda sta andando per avvocati. La frase di Salzano sembra chiara, come dire “so che è così, ma non ho le prove” (nostra interpretazione, precisiamo). Ma se una vicenda già complicata da spiegare, e forse anche di interesse non eccessivo per i fan – i quali alla fin fine per vedere il loro beniamino sono disposti a pagare anche cifre astronomiche – ecco se tutto questo diventa anche una polemica tra promoter, con accuse, controaccuse, illazioni, beh il rischio è che venga da rivalutare il dibattito interno al Pd. Di sicuro ci saranno sviluppi, sperando che i promoter si parlino tra di loro, o si sfidino a duello all'alba dietro il convento delle Carmelitane, e non a mezzo stampa.