MUSICA




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Vessicchio, niente Festival di Sanremo per il direttore. Lui: nessun mistero



Niente Vessicchio a Sanremo. Lo scorso anno era bastata la sua assenza nella prima serata che il web si era scatenato creando l’hashtag #uscitevessicchio. Chissà che accadrà quest’anno visto che Vessicchio non sarà mai all’Ariston. Il direttore più famoso, infatti, non accompagnerà nessuno dei 22 artisti in gara e sul web i fan, allarmati dalla notizia di Tvblog, si domandano il perché dell’assenza.
Maestro, niente Festival. Epurato?
«No, nessun mistero. Ero in contatto con un paio di artisti che però non sono entrati nel cast finale. E gli altri avevano già una loro sistemazione».
Sanremo può stare senza la barba di Vessicchio?
«Non lo posso dire io. Ma di sicuro mi mancheranno i riti con gli orchestrali. Durante le prove andavamo sem,pre a mangiare assieme. C’erano i coristi che imitavano i cantanti e il momento celebrativo era la frittata di pasta preparata dal tastierista».
Quante volte è stato all’Ariston?
«Ho perso i conti, ma da quando la direzione d’orchestra è tornata, ovvero dal 1990, ne avrò saltati 3-4 massimo».
La prima volta?
«Nel 1985 con Zucchero per “Canzone triste”. Ma allora non c’era l’orchestra, i cantanti si esibivano su una base e il nostro compito era quello di controllare i livelli del suono e poco più. La prima volta vera fu nel 1990 con Mia Martini e Mango».
Ma guarderà almeno una puntata?
«La curiosità ce l’ho. Non guardo quasi mai la tv, ma almeno una serata la seguirò. Anche nel 2004 non avevo resistito. E in vacanza a Sharm e avevo guardato una puntata».
Verrà in incognito?
«Alcuni programmi Rai mi avrebbero anche invitato a fare l’opinionista, ma a me non interessa parlare di tutto. O parlo di musica o mi viene difficile stare davanti alle telecamere. Comunque passerò da Sanremo almeno un giorno. Non solo per salutare gli amici, ma per presentare il mio libro e il cd ».
Un’autobiografia che si intitola «La musica fa crescere i pomodori» (Rizzoli)... Ha il gusto della battuta...
«Non è uno scherzo. Il titolo viene da un esperimento che sto facendo in collaborazione con degli istituti di ricerca scientifica. Dopo 2 anni di esperimenti quest’anno abbiamo 10 aziende agricole in Salento che ci seguono. Abbiamo colture di pomodori, fragole e zucchine che crescono con acqua, sole, musica e frequenze al suolo».
Nessun concime?
«Nessuno, nemmeno bio».
Che musica funziona?
«Gli esperimenti che ho condotto a casa mia dimostrano che con Mozart la pianta mostra segnali. E, con mio massimo dispiacere visto che l’ho studiato a fondo, ho notato che Beethoven non funziona. La musica che ha un influsso sulla crescita delle piante è un tipo di polifonia non identificabile con un periodo storico, uno strumento o una corrente».
Quindi anche la musica di Sanremo potrebbe far crescere i pomodori?
«Non mi sono ancora applicato al rock e al pop perché non ci sono disponibili le partiture. E i parametri che influenzano lo sviluppo vanno analizzati su quelle».
Il Festival fa crescere la musica?
«Il risultato mi sembra evidente. In questi ultimi anni è rimasto assai poco di quello che è transitato dal festival. E non parlo di risultati di vendita. Penso a casi come Cammariere o gli Avion Travel che sono sopravvissuti. Non sento la stessa valenza negli ultimi tempi. Vengono proposti solo prodotti a scadenza breve perché credo che l’industria vada in quella direzione e preferisca avere prodotti da sostituire in fretta con alti piuttosto che pensare al lungo periodo»