MUSICA




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Tiziano Ferro superospite? Allora aspettiamo anche i Modà


La polemica di Michele Monina

E' come dire che se sei un cantante di un certo livello non partecipi alla gara ma arrivi comunque a farti promozione. Allora, a questo punto, facciamo come a Cannes, o a Venezia, coi film in concorso e quelli fuori concorso. Presentando comunque qualcosa di inedito a pubblico e critica, come chi si mette in gioco


Ci risiamo. Si avvicina il Festival di Sanremo, al via dal 7 febbraio 2017, e come ogni anno in questo periodo cominciano a saltare fuori i primi nomi dei superospiti che saliranno sul palco dell’Ariston per deliziare i telespettatori con la propria musica. Sin qui niente di nuovo. Solo che, esattamente come tutti gli anni da un po’ a questa parte, leggendo i nomi che vengono comunicati dall’Ufficio Stampa Rai, e leggendo le dichiarazioni di Carlo Conti, direttore artistico e conduttore della manifestazione canora, sorgono delle perplessità sicuramente altrettanto super.

Il primo nome per questa edizione è italiano, anche se tutti ci aspettavamo fosse sparato per primo quello degli U2, si tratta di Tiziano Ferro, già superospite della prima edizione contiana, quella vinta da Il Volo. La perplessità è semplice da spiegare: perché mai un cantante come Tiziano Ferro va identificato come superospite? Seguitemi nel ragionamento. Tiziano Ferro è un artista apprezzato e apprezzabile, siamo tutti d’accordo, uno che ha venduto un buon numero di album, uno che riempie le grandi arene, addirittura gli stadi. Ma è italiano, e soprattutto queste caratteristiche sono proprie anche di cantanti che, a sua differenza, hanno deciso di mettersi in gioco e partecipare al Festival come concorrenti. Per dire, perché Gigi D’Alessio è uno dei 22 Big e Tiziano Ferro è un superospite? Vendere vendono molto entrambi. Riempire gli stadi idem. Volendola dire tutta, Gigi D’Alessio ha alle spalle anche una carriera più importante, a livello di anni, quindi potrebbe ambire a quel ruolo con maggiori pretese. Qualcuno potrebbe dire: “Va bene, dai, ma Gigi D’Alessio è Gigi D’Alessio, Tiziano Ferro mette d’accordo pubblico e critica”.

Ora, sorvolando sull’ultima uscita discografica del nostro, se vogliamo davvero concentrarci sul plauso della critica, cioè se vogliamo provare a affrontare Tiziano Ferro come un grande per le canzoni che ha fatto, per la qualità delle canzoni che ha fatto, viene da chiedersi, perché Tiziano Ferro è un superospite e Fiorella Mannoia è una dei 22 Big? Perché l’anno scorso erano in gara Enrico Ruggeri e Patti Pravo, perché qualche anno fa si è messo in gioco, per altro vincendo, Roberto Vecchioni, e Tiziano Ferro è un superospite? Non è questo un modo per svilire la gara canora? Non è come dire che se sei un cantante di un certo livello non partecipi alla gara ma arrivi comunque a farti promozione passando dalla finestra? Allora, a questo punto, proviamo a ipotizzare una situazione come a Cannes, o a Venezia, coi film in concorso e quelli fuori concorso. Dove però chi arriva in Laguna o in Costa Azzurra fuori concorso si deve comunque presentare con qualcosa di inedito e sottostare al vaglio della critica, esattamente come chi è in gara.

Perché abbiamo tutti un bel lamentarci della presenza in gara di nomi che non ci dicono nulla, ma proprio nulla nulla, ma è anche normale che sia così, se un artista medio come Ferro può ambire al ruolo di superospite. Perché, andiamo oltre, se Tiziano Ferro è un superospite, allora se decidesse di presentarsi all’Ariston un Vasco Rossi, un Ligabue, uno Zucchero, loro cosa sarebbero? Supersuperospiti? Quanto al riempire gli stadi e al vendere dischi, che si suppone saranno le armi spuntate che utilizzeranno i fan del nostro e di Carlo Conti per provare a difendere questa scelta che appare più ridicola che altro, se il principio è: se vendi tanto e riempi gli stadi sei un superospite, ci aspettiamo che il prossimo nome fatto sia quello dei Modà, gruppo capace di fare due San Siro di fila e titolari dell’unico album di diamante degli ultimi anni, con Viva i romantici.

L’auspicio, in realtà, è ben altro, che chi arriverà a sostituire Carlo Conti al comando del vascello Sanremo decida, una volta per tutte, di fare la voce grande e aprire l’accesso al palco dell’Ariston solo a chi deciderà di partecipare al Festival come concorrente, relegando al ruolo di ospiti solo gli stranieri. Tiziano Ferro avrà tutto il tempo per farsi una carriera che giustifichi questo ruolo, tanto anche fra dieci anni Sanremo sarà Sanremo.

di Michele Monina | 27 dicembre 2016