MUSICA




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Rovazzi: ho censurato una parolaccia, perché mi seguono i bambini


«Continuo a non essere un cantante o un rapper, il mio lavoro è realizzare video divertenti che in secondo luogo hanno anche una colonna sonora». Fabio Rovazzi, tormentone dell’estate senza se e senza ma con «Andiamo a comandare», ci riprova. Il creator ieri ha pubblicato «Tutto molto interessante». La formula non cambia. Pezzo house (prodotto da Merk & Kremont e Marnik) senza pretese musicali. Testo sui luoghi comuni di Internet e dei Millennials sulla scia della «vastità del ca... che me ne frega» clip virale con cui si era fatto conoscere via Facebook. Video (100 mila views nella prima ora) con gag e ospiti come Fabio De Luigi, Enrico Papi, J-Ax, Fedez, Biggio, Greta Menchi e altri youtuber.
«Niente parolacce», le impone il discografico squalo del video interpretato da De Luigi. E invece c’è un ca... ripetuto a martello. Tradimento?
«Ho scritto il pezzo con Danti dei Two Fingerz l’anno scorso. Quando ho visto che “Andiamo a comandare” ha avuto successo soprattutto fra i bambini non mi sono sentito pronto a pubblicarla con la parolaccia. Per mascherarla è nato il gioco con la tromba di Enrico Papi che copre il finale della parola».
Foglia di fico, si intuisce...
«Potrebbe anche essere casco (ride). Dipende da quello che i genitori racconteranno. Non mi sono fatto influenzare troppo, non ho scritto un brano in stile Melevisione, sono rimasto spontaneo e ho fatto una cosa che mi fa ridere».
Il «non mi fumo canne, sono anche astemio» del tormentone ha conquistato anche le mamme. Sente il peso della responsabilità?
«Ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma quando ti seguono i più piccoli hai delle responsabilità. Intendiamoci, non sono astemio, non sono nemmeno padre Pio, ma non posto mai nulla di inadatto a un ragazzino. Se girano immagini in cui ho un bicchiere in mano è per colpa del mio amico Fedez. Non capisco quei rapper che sanno di essere seguiti dai bambini e si fingono gangster internazionali quando in realtà non si muovono dal loro quartiere».
Il testo prende in giro i tic da social maniaci e i forzati del divertimento... «Ironizzo sulle situazioni della vita quotidiana. I social sono fossilizzati sulle foto del cibo, sembra che la gente abbia la convinzione di essere al centro del mondo e che quindi a tutti interessi cosa mangia».
«Faccio cose vedo gente», cita Nanni Moretti?
«Non sapevo fosse sua. Sono di un’altra generazione. È diventata un modo dire».
Se il che c... me ne frega qualcuno lo dicesse di Rovazzi?
«Internet non ti impone nulla, puoi guardare altro. Io non seguo chi non mi interessa, gli hater ti seguono con più attenzione dei fan e insultano perché pensano di meritare la tua stessa botta di fortuna».
Lei la ha avuta?
«Sì, non so cantare e ho fatto 100 milioni di visualizzazioni su YouTube».
È diventato ricco?
«Volevo comprare un piccolo appartamento a Milano ma i guadagni non bastavano e li ho reinvestiti nel video. Mi diverto così e non ho mai avuto questa libertà. Gli effetti speciali di questo sono realizzati dallo studio che li ha fatti per “Up&Up” dei Coldplay».
Se bissa il successo impara a cantare e prende lezioni?
«Non faccio piani a lunga scadenza. In questi mesi ho fatto 120 serate, facevo “Andiamo a comandare” due volte e mi è venuta una vescica su una corda vocale. Mi hanno insegnato a usare il diaframma, ma non direi che sono lezioni di canto».
Due volte a sera: non ne ha abbastanza?
«Nel nuovo brano mi faccio autodissing e dico che “Andiamo a comandare” ha rotto le scatole. Per me anche i fan si sono ubriacati e non ne possono più».