MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
ACfans.it intervista Fabio Ilacqua, autore di “A un passo da te”



Fabio Ilacqua, nato a Varese nel 1975, ma originario del sud: Calabria e Sicilia più precisamente, in cui affondano le sue radici popolari e la profonda natura contadina, è sicuramente uno dei più promettenti autori italiani. Vincitore del Festival Musicultura 2007 con il brano “La città giardino”, ha raggiunto il grande pubblico con il testo di “Amen”, canzone vincitrice della sezione Nuove proposte del Festival di Sanremo 2016 e portata al successo da Francesco Gabbani, con il quale ha vinto il Premio Sergio Bardotti Sezione Nuove Proposte.

A distanza di pochi mesi, si è riconfermato scrivendo testo e musica di “A un passo da te”, convincendo Mina e Adriano Celentano a riaprire un disco già chiuso per essere cantata e inserita nel loro ultimo lavoro discografico “Le migliori”.

Ma già nel 1998 sbarca nel mondo dello spettacolo iniziando a collaborare con l’autore Luca Chiaravalli e partecipando a diversi progetti tra cui un brano della colonna sonora del film “Le fate ignoranti” di Ferzan Ozpetek.
In questi anni comincia a registrare il suo primo album, intitolato “Ballata del dopocena”, avvalendosi della collaborazione di brillanti musicisti come Johannes Bickler (Pacifico, Gian Gilberto Monti), Guido Genovesi, Alberto Crugnola ed altri.

Le nove canzoni che lo compongono attingono al bacino della musica d’autore e popolare.

fabio Ilacqua

In attesa che ci stupisca con nuovi pezzi (proprio oggi è uscito il nuovo album di Marco Mengoni, in cui è autore di uno dei cinque inediti), ACfans ha avuto il piacere e l’onore di intervistarlo!

Cosa si prova ad aver scritto una canzone per Mina e Celentano?
Quel che si prova è una sensazione di piacere e incredulità allo stesso tempo. Sentire due pietre miliari che interpretano un proprio brano è quasi spiazzante, perché la loro fama, il loro percorso artistico, li pone in una sorta di universo parallelo, un mondo che si è via via sganciato da quello dei comuni mortali, e che ha assunto l’aura del mito.
Raccontaci la genesi di “A un passo da te”, sicuramente una delle canzoni più apprezzate dell’album “Le migliori” e, speriamo, prossimo singolo. Come è stata scelta da Mina e Adriano?
“A un passo da te”, originariamente “Ragione e sentimento” è un brano che vuole giocare in maniera ironica su un tema enormemente sfruttato che è quello dell’amore, ponendolo però sotto il microscopio di una mente decisamente razionale, analitica, che lo considera appunto come ‘un espediente dell’evoluzione’ con il solo ed unico fine della conservazione della specie.
A far da controparte a questa visione puramente utilitaristica, è l’animo femminile, da sempre più istintivo e capace di far cadere i veli del puro raziocinio in favore di una visone più umana e quindi più poetica.
Il brano è approdato all’album in maniera decisamente rocambolesca.
Quando ho saputo che Adriano e Mina stavano lavorando ad un nuovo album, questo era già chiuso, i brani già selezionati, e nessuna possibilità di proporre nuovo materiale. Spinto dall’idea che un evento del genere non si sarebbe ripetuto, ho scritto la canzone in un paio di giorni e l’ho inviata al mio editore BMG. Dopodiché sono partito per qualche giorno di vacanza e senza nessuna speranza che venisse preso in considerazione. Quel che è accaduto dopo ha del miracoloso. La canzone è piaciuta così tanto da far decidere agli addetti ai lavori di riaprire l’album, registrare il brano e inserirlo in dirittura d’arrivo.
Questo è per me motivo di grande orgoglio.
Cosa hai pensato al primo ascolto del tuo brano eseguito da Mina e Adriano? Te l’aspettavi realizzata in questo modo?
Il primo ascolto è sempre rivelatore, perchè per la canzone, nata nel piccolo studio di casa, verrà confezionato un abito nuovo, su misura. Ci ha pensato nel mio caso un luminare della musica italiana: Celso Valli. Per me è stato un grande onore. L’arrangiamento definitivo è una miscela tra il mio arrangiamento e il lavoro di Celso, che ha rispettato l’impronta originale arricchendola del suo particolare modo d’intendere questo brano.
Nei crediti del brano risulti pure seconda voce: a tal proposito, puoi raccontarci la tua esperienza?
Anche questa scelta di tenere nel definitivo i cori originali è inaspettata e mi fa molto piacere.
La cosa che più mi ha stupito e inorgoglito è stata la scelta di lasciare, alla fine del brano, un intero ritornello cantato da me, preso direttamente dal provino.
I due artisti sono rimasti fedeli a testo e musica da te proposti, oppure hanno apportato qualche modifica/aggiunta?
Quello che si sente nell’album, a livello di testo, è praticamente quel che ho scritto originariamente, a parte un paio di piccole variazione che ho apportato su richiesta degli interpreti.
In origine però il brano era stato pensato come un dialogo, un botta e risposta, quindi una strofa a testa. Nel definitivo Celentano ha preferito cantare le strofe e Mina i ritornelli. Il brano ha assunto un’altra natura, diversa e autonoma allo stesso tempo.
Immaginiamo avrai avuto modo di ascoltare il cd “Le migliori”: cosa ne pensi?
Non ho ancora ascoltato l’album in maniera tale da poter esporre un giudizio lucido.
Quello che ho sentito però mi conferma il carisma di questi due grandi della musica, a partire dalle loro voci, dall’interpretazione, dagli arrangiamenti acustici raffinati e mai banali.
Dal punto di vista musicale, che considerazioni hai di Mina e Adriano?
Qui c’è poco da dire. Sono due interpreti eccellenti.
Hai avuto modo di conoscerli di persona o perlomeno chiacchierarci?
Purtroppo non ho avuto modo di conoscerli personalmente.
Adriano conosce la tua passione per la terra, essendo tu un contadino, come da te affermato in altre interviste?
Non so se Adriano conosce la mia natura contadina, che è poi la natura di mio padre e dei miei nonni. Ma non è poi così importante. Ci sono nel nostro paese migliaia di contadini che lavorano duramente e senza bisogno di spettacolarizzare quella che per loro è la vita di tutti i giorni. Per me vale lo stesso.
Pensi in futuro di poter ancora collaborare con loro?
Sarebbe per me cosa molto gradita. Non capita tutti i giorni di poter trovare due artisti di questo calibro. Se ci sarà modo sarà per me un piacere provare ascrivere ancora per loro.
Parliamo un po’ di te… Quali sono i tuoi gusti musicali? Un album e una canzone che tieni nel cuore? E dal punto di vista letterario?
Il mio retroterra è quello della musica d’autore. Sono cresciuto ascoltando De Andrè, Guccini, Conte, Fossati, Bertoli, Matteo Salvatore ecc…
E questi sono ancora oggi il mio ascolto principale. La verità però, è che non sono un grande ‘ascoltatore’, ma più che altro un lettore.
Direi che la mia formazione principale è più di tipo letterario che musicale. Autori come Pasolini, Sandro Penna, Camus, Hemingway, Carver, Rigoni Stern, Celine ecc…
Ecco, leggere è una delle attività che più mi soddisfa, e fornisce una chiave per leggere il circostante che non ha eguali.
Il successo avuto con “Amen” e questa nuova collaborazione eccellente fanno di te uno dei più promettenti autori italiani. Come trai l’ispirazione per le tue canzoni?
Mah…non so se sono o meno un autore promettente. Non mi vedo, sotto questo punto di vista, che una persona che cerca di scrivere in maniera onesta il proprio vissuto.
Non c’è un metodo, un manuale per scrivere o trarre ispirazione, però credo che la scrittura, l’arte tutta, parli fondamentalmente della condizione umana. La canzone finita è l’ultimo anello di una catena che ha origini lontane, nell’osservazione della realtà, nel proprio particolare modo di metabolizzare l’esistente.
Una canzone, per dirla con il grande Salvatore di Giacomo, nasce lontano dalla canzone.
Ti piacerebbe anche cantare in un disco tutto tuo o ti soddisfa appieno l’attività di autore?
Ho inciso un mio album nell’ormai lontano 2007. Ma cantare dal vivo richiede sempre un certo impegno ed io non amo esibirmi, ho sempre la sensazione di essere invadente.
La scrittura appartata dell’autore è per me una condizione ideale per lavorare senza il fastidio dei riflettori.
Con quali artisti ti piacerebbe collaborare?
A volte le collaborazioni meno probabili producono brani inaspettati e del tutto originali, perché figli di un connubio stridente, inaspettato. Non ho un artista in particolare con cui mi piacerebbe lavorare, ma la volontà profonda di lavorare sempre in maniera libera, esprimere un’idea in maniera del tutto spontanea e onesta.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai ancora collaborando con Gabbani? Altri artisti?
Ricordo una rase del grandissimo cantautore pugliese Matteo Salvatore: Non me ne faccio di progetti.
Fare progetti mi è sempre parsa una scelta azzardata e poco realistica, data la natura della vita. Preferisco vivere alla giornata e senza pensare al futuro, perché, per definizione, il futuro è incognito.
Con Francesco si continua un percorso iniziato ormai due anni fa. Un percorso fatto di stima reciproca e voglia di mettersi in gioco. Passeremo a breve un periodo insieme fatto, mi auguro, di camminate in montagna, cene, chiacchiere e buon vino. Camminare è più importante che scrivere.
Oggi è uscito il nuovo lavoro di Mengoni, che inaspettatamente, ha deciso di cantare un mio brano che è contenuto nell’album. Si chiama ‘Se imparassimo’.

Lo staff di ACfans.it