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Sting racconta il suo concerto al Bataclan


Sting racconta il suo concerto al Bataclan: “Non è stata una serata facile, ma abbiamo portato un po’ di gioia”

Il giorno dopo il concerto di ieri sera al Bataclan, con cui ha riaperto il locale di Parigi dopo la strage del 13 novembre scorso, Sting è oggi a Milano: ha incontrato la stampa per promuovere il nuovo album “57th & 9Th” e in serata registrerà un’ospitata a “Stasera Casa Mika”.

Rockol ha incontrato l'ex-Police (più tardi il resonconto completo dell’intervista): la prima domanda è stata inevitabilmente sul concerto di ieri sera. “Non è stata una serata facile”, ci ha raccontato Sting. “Avevo due compiti: onorare le vittime, le loro famiglie e isopravvissuti, e restituire alla musica il locale. E’ un posto che conosco, ho una storia legata al Bataclan, ci ho suonato nel ’79. Me l’hanno chiesto una settimana fa: non ci ho pensato un minuto. Per di più l’altro giorno ero a New York, oggi dovevo essere qua, Parigi era sulla strada e e quindi ero anche logisticamente nelle condizioni di farlo. Abbiamo iniziato in maniera sobria, con un minuto di silenzio e “Fragile”, una canzone che ha un mood e un testo adatto, credo. Ho voluto sul palco un trombettista libanese, il mio amico Ibrahim Maalouf: pensavo fosse importante avere un islamico con me. Dopo quest’inizio, la serata ha preso una piega più gioiosa: la mia intenzione era di lenire le ferite e credo di esserci riuscito".

“Le cose che mi hanno colpito di più”, ha concluso Sting, “Sono state una donna che ha visto il concerto con una foto di suo figlio, e mi hai ricordato la madri dei desaparecidos in Cile. E il racconto del proprietario del locale, che ha ricordato quano è entrato dopo la strage: c’erano tuti i cellulari che squillavano era come un albero di natale macabro…"