MUSICA




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La morte di Leon Russell, icona del rock and roll americano


Era il simbolo di quell'America periferica che al rock ha dato tanto - anzi, quasi tutto - Leon Russell, scomparso oggi all'età di 74 anni a Nashville, capitale dell'industria discografica USA che da sempre aggrega i più grandi talenti musicali a stelle e strisce: lui, che si era fatto le ossa prima nei locali dell'Oklahoma poi - a partire dalla fine degli anni Cinquanta - in quelli di Los Angeles, era riuscito ad ammaliare star britanniche come George Harrison, Elton John, Eric Clapton, Joe Cocker e Rolling Stones, che in lui avevano individuato un autentico interprete della tradizione roots che tanto avrebbe dato alla scena d'oltremanica e non solo.

Sodale di J.J. Cale negli Starlighters, nome decisamente noto nel circuito locale di Tulsa, Russell si spostò nel 1958 a Los Angeles, dove lavorò come session man alle registrazioni di album di - tra gli altri - Byrds, Gary Lewis and the Playboys, Bobby "Boris" Pickett, Herb Alpert e Glen Campbell, prima di debuttare come solista con "Everybody’s Talking ‘Bout the Young", nel 1965. Diventato nel frattempo anche discografico - con la Shelter Records, che operò tra il 1969 e il 1981 - l'artista conobbe il suo primo grande successo con "Delta Lady", brano incluso nell'eponimo album di Joe Cocker del 1969.


Per Joe Cocker, Russell fu direttore musicale del tour "Mad dogs & Englishmen", che si tenne nel 1970 negli Stati Uniti, e dal quale fu tratto un album live che fece epoca.

Nello stesso anno l'artista pubblicò il suo secondo album, "Leon Russell", nel quale è stata inclusa "A Song for You", che negli anni successivi - anche grazie alle riletture di tra gli altri Carpenters, Ray Charles, Peggy Lee, Willie Nelson, Whitney Houston, Amy Winehouse e Christina Aguilera - sarebbe diventato una delle sue hit maggiori:


L'inizio degli anni Settanta fu uno dei periodi più intensi nella carriera di Russell: presente anche nel cast del "Concert for Bangladesh" - dove si esibì in un medley di "Jumpin' Jack Flash" e "Young Blood" - Russell, oltre a rilanciare la carriera di Freddie King, contribuì anche al successo di "Shine a Light" dei Rolling Stones con una versione - la prima fissata su nastro, e battezzata "Get a Line on You" - registrata nel corso di una session che lo vide al lavoro con Mick Jagger alla voce solista, Ringo Starr alla batteria, e probabilmente Bill Wyman al basso e Mick Taylor alla chitarra.



Pur restando sempre attivo, Russell tornò all'onore delle cronache internazionali nel 2009, quando Elton John lo volle nella sua squadra per la lavorazione dell'album doppio "The Union", al quale nel 2011 il registra Cameron Crowe dedicherà un documentario: nel 2015, insieme ai colleghi Rita Coolidge, Claudia Lennear e Chris Stainton - già al fianco di Cocker per il tour in supporto a "Mad Dogs & Englishmen" - l'artista venne chiamato dalla Tedeschi Trucks Band per un tributo dal vivo al cantante di Sheffield.

Tra le voci italiane che ripresero brani di Russell sono da citare Mina (che riprese la sua "Delta Lady" per l'album "Baby Gate" del '74) e Mia Martini, che ha cantato la sua "This Masquerade".