MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Elvis Presley, 60 anni fa il re del rock inventò il marketing musicale


Il re del rock, che ha sfiorato musica e oggetti incorniciandoli nel mito, è anche l’uomo che ha cambiato di colpo la percezione del merchandising. Elvis Aaron Presley, o Elvis e basta, un Re Mida che in nel giro di poche settimane ha stravolto la musica mondiale a metà degli anni Cinquanta, è stato il primo musicista ad aver intuito esattamente 60 anni fa le potenzialità del mercato fatto di magliette, borse, bandane, profumi, cuffie per esseri umani e gatti (sì c’è anche questo in vendita oggi, al costo di mille dollari). Accessori di ogni sorta che accompagnano e danno letteralmente da mangiare a migliaia di musicisti nel mondo. Le sue esibizioni dal vivo all’Ed Sullivan Show (tra il 9 settembre e il 28 ottobre 1956) lanciarono nell’etere e sui giornali il volto del rocker più amato di sempre. Che intuì le potenzialità e fondò la società “Elvis Presley Enterprises”, la prima al mondo nello sfruttare i diritti musicali e di immagine di un cantante o gruppo musicale.

La fabbrica del mito. In poche settimane esplose la Elvis-Mania grazie anche al suo primo film “Love me tender” uscito a novembre. Una rivoluzione, anche se di questi tempi sembra quasi banale parlare di banchetti spesso abusivi fuori dai concerti o dei siti che dal web spingono gli appassionati ad acquistare oggetti con impresso il nome del gruppo del cuore. Ma secondo una ricerca di Future of Music Org. i musicisti per sfamarsi in tempi di mp3 e copie pirata hanno “creato” 42 modi diversi per fare business con la loro arte, dalla vendita delle magliette fino alle azioni legali legate ai diritti d’autore. Uno di questi beni (i gadget) riesce ancora a convincere i fans a pagare. Si calcola che fino al 16% degli introiti di alcuni gruppi o cantanti, provengano dalla vendita di oggettistica e quindi ricavi preziosi che arrivano dopo i dischi – le cui vendite calano da decenni - e i concerti, il core business di chi fa questo mestiere.

Esplode la Elvis Mania. Sessant’anni sono passati dal 1956 quando Elvis e il Colonnello Tom Parker decisero di guardare oltre i suoni, gli strumenti e la composizione, le sale di registrazione e il vinile, la neonata tv o le radio che cominciavano ad annusare odore di dollari in quel affascinante ragazzo di 21 anni venuto dal Mississippi e pronto a dimenarsi ancheggiando per attirare a se una parte della popolazione americana che sembrava dormiente: i teenagers. La rivoluzione del marketing nasce proprio nel ’56, tra gli adolescenti che allora con Elvis, come oggi nel caso degli youtuber, guardavano o ascoltavano lontano dagli occhi indiscreti dei familiari, quella musica carica di sensualità. E’ grazie a loro e all’amore incondizionato per quello che sarebbe divenuto il più grande rocker della storia, che le fabbriche Usa di radio videro crescere a dismisura gli ordini. Dai 100mila pezzi venduti ogni anno fino al 1955, i modelli portatili diventarono un oggetto richiestissimo, fino a invadere nel giro di 24 mesi il mercato: nel 1958, nell’anno della consacrazione di Elvis, le radio vendute superavano quota 5 milioni. Era il boom e di lì a poco sarebbe toccato al merchandising.

Elvis spinge il boom dei consumi. Perché tutti i teenager d’America volevano sentire Elvis e dalla fase dell’ascolto, il rock’n’roll spingeva ogni adolescente a chiedere una paghetta più consistente ai genitori per passare in negozio e comprare uno dei suoi dischi. O uno dei suoi oggetti, foto, poster, magliette con foto e nome stampati sopra. Quei ragazzi avevano voglia di crescere in fretta e Elvis diventò il modello da imitare indossando abiti simili e accessori, dal bracciale al profumo, dall’anello alla t-shirt del musicista più famoso del mondo. Il primo american idol era lui, aveva scalzato anche l’altro re, Frank Sinatra. Dai 12 ai 17 anni tutti stavano col nuovo protagonista. Gli altri, i “vecchi” over 21 potevano anche adorare Frank. Ma Elvis era ormai un fenomeno che si muoveva verso un nuovo consumismo che a sua volta spingeva questi ribelli ad acquistare jeans, gel per i capelli, andare dal barbiere e dal parrucchiere, comprare strumenti musicali e tanto altro.

Nascono i super cachet in tv. Nel 1956, appunto, Elvis riuscì ad appendere in casa il suo primo disco d’oro, un milione di copie vendute e anche i cachet richiesti crebbero a dismisura: dalle poche centinaia di dollari ai 50mila per apparire tre volte all’Ed Sullivan show, l’equivalente di 440mila dollari attualizzati al 2016. Ma in seguito al successo di questa performance dal vivo entrata nella storia, la presenza di The Pelvis toccò la cifra astronomica di 300mila dollari, 2,6 milioni di dollari di oggi. E sempre 60 anni fa iniziò il lunghissimo cammino verso un mondo sempre più contaminato dai fenomeni video e dallo streaming e dal download che oggi ha superato il supporto fisico, il cd.

La "Elvis Presley Enterprises". Furono proprio Elvis e il fido Colonnello Parker a intuire e a lanciare nell’estate del 1956 la “Elvis Presley Enterprises”, prima azienda dedicata esclusivamente allo sfruttamento dei diritti di un musicista. Nel giro di pochi mesi nelle casse della neonata società entrarono ben 22 milioni di dollari, 195 milioni attualizzati. Paradossalmente fu la stessa accoppiata Elvis-Parker a creare un mondo parallelo, dove odio e amore per uno stesso artista portavano nelle tasche del musicista lauti profitti: per non perdere nemmeno una fetta della torta dei gadget dedicati al rocker di Memphis, il Colonnello pensò bene di mettere in produzione, oltre al prevedibile “Io amo Elvis” anche la rappresentazione dello sfogo di chi, del cantante col ciuffo al vento, non ne poteva proprio più. Così, il badge “Io odio Elvis” messo in produzione negli anni Cinquanta proprio da Elvis e Parker, oggi è un accessorio raro e ricercato che vale molto più (circa 50 euro su Ebay) dell’amore stesso per il rocker.