MUSICA




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Cinque anni fa la morte di Amy Winehouse

Ogni anno si ricorda la sua morte. Così è stato da sempre per i grandi miti della cultura, della musica e dello spettacolo. Figuriamoci per quelli “dannati” come Amy Winehouse, che cinque anni fa morì a 27 anni. Entrando nel maledetto “club dei 27”, appunto, formato da chi come lei ha avuto la fortuna di arrivare presto al successo e la sfortuna di morire giovanissimo e nel momento in cui, agli occhi del mondo, brillava di più. Stelle esplose nel loro universo di droga e alcool, mentre il mondo le guardava solo luccicare.

Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison sono stati i primi a far parte di quel firmamento segnato dal destino della fama e della morte violenta. Il primo, secondo gli esperti del settore, come ricorda Wikipedia, fu Robert Johnson, musicista e cantautore americano la cui vita e la cui morte ormai fa davvero parte di una leggenda più che di una storia da raccontare. E prima di Amy Winehouse c’è stata la fine di Kurt Kobain, il 5 aprile 1994, anche lui 27enne che se ne andò con un colpo di fucile alla testa.

E oggi, ancora, si ricorda Amy. Ovunque, soprattutto online. Con tributi di vario genere, con una consapevolezza comune, però: la perdita di una grande voce, di un’artista che sembrava non muovesse nemmeno le labbra per poi far immergere chi l’ascoltava davvero in una dimensione unica, pari solo davvero alla magia dell’altra donna che fa parte del “club”: Janis Joplin.