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Van Morrison e Tom Jones al Lucca Summer Festival: live report


Ci sono varie teorie su dove inserire all'interno di una setlist il pezzo forte e più popolare di un'artista: alcuni scelgono di suonarlo nel bel mezzo del concerto, in pieno climax, altri durante l'encore. Van Morrison invece ieri sera all'apertura del suo concerto al Lucca Summer Festival ha deciso di piazzare la sua “Moondance” subito all'inizio, alle 20:30, quando i raggi del sole battevano ancora sul pubblico che, in fretta e furia, raggiungeva i propri posti.
Sulla carta il double bill Van Morrison - Tom Jones sembrava, almeno per l'Italia, una scelta un po' azzardata e fuori luogo, sebbene i due fossero amici di vecchia data e in passato avessero già suonato insieme in qualche data in Inghilterra, ma invece i due ultrasettantenni ci hanno regalato una piacevole serata di buon rhythm'n blues.
Van Morrison dopo le jazzate “Moondance” - con frammenti di “Take Five” di Dave Brubeck al suo interno – e “The Way Young Lovers Do” ha inanellato una serie di sue composizioni del suo repertorio più blues e r'n'b. Da “Wild The Night” a “Enlightenment” inserendo alcuni aromi celtici in “Little Village”, il neo Sir e il suo quintetto hanno proseguito spediti in un'esibizione pulita e senza fronzoli, proponendo anche le classiche lovesong come “Someone Like You” (cantata in duetto con la corista Shana Masters) e “Have I told you lately” che, grazie alle colonne sonore di commedie romantiche, sono diventate popolari per il grande pubblico. Morrison, timbro sicuro e sempre potente nonostante i cinquant'anni di carriera, vestito con il solito gessato, cappello e occhiali scuri di ordinanza, si alterna con l'armonica a bocca e con il fedele sax e spesso si concede a dei soli incrociati con la tromba suonata dall'ottimo Paul Moran, tastierista della band.
A metà concerto arriva anche Tom Jones per un paio di efficaci duetti, dove il burbero irlandese, ingaggiato dall'amico gallese in una sorte di gara di acuti in “Sometimes we cry”, sfodera anche un mezzo sorriso, segno del suo massimo divertimento e coinvolgimento.
La seconda parte del concerto scorre veloce, con una serie di medley del suo repertorio misto a classici blues come “Baby, please don't go” e pezzi dei Them come “Here comes the night”. Non poteva mancare la celebre “Brown eyed girl” qui molto jazzy e swing e la finale “Gloria”, cantata in coro anche dal pubblico, anche se non sollecitato dal freddo, ma questa volta generoso, Van The Man.

Di tutt'altra temperatura comunicativa il set di Tom Jones. Lui è un gran entertainer e pur avendo raggiunto i 75 anni è sempre in forma smagliante e dotato di un timbro ed estensione invidiabile.
Il suo è un set da interprete, con poche canzoni originali e molte cover di grandi autori come Randy Newman (“Mama told me not to”, “You can leave your heat on”), Leonard Cohen (Tower of Song), Johnny Darrell (la tradizionale “Green green grass of home”) e John Lee Hooker (l'iniziale “Burning Hell”). Tra una canzone e l'altra il sempre gentile e affascinante gallese ne appro***** per parlare di Elvis (bellissima e straniante “Elvis Presley Blues” di Gillian Welch, cantata sopra un tappeto di synth e chitarre distorte che sembra uscita da una session dei Massive Attack), gli europei di calcio del suo Wales, la toscana (“questa umidità fa molto bene alle corde vocali” racconta), Pavarotti e il recente lutto della moglie.
La band di nove elementi comprensiva di un trio di fiati con un possente bassotuba procede spedita e il suono è ottimo. La logica è quella del disco del 1999 “Reload” che ripropone i classici con una nuova veste di pop contemporaneo e così anche la vecchia “Deliah” viene riarrangiata in un'efficace versione tex mex. Non manca “Sex Bomb” che parte come uno spiritual e finisce in versione swing o “it's not unusual” bossanoveggiante.
Certo, ogni tanto si cade in pieno stile Las Vegas come nella citata “You can leave your hat on” o nel dimenticabile omaggio a Prince (“Kiss”), tuttavia l'ora e quaranta di set scorre veloce tra rock'n'roll, country e r'n'b e il pubblico – maturo per lo più - si diverte molto. Ad averci noi in Italia personaggi che hanno il coraggio e la costanza di riproporsi in modo così efficace come Tom Jones.

(Michele Boroni)

SCALETTA VAN MORRISON
Moondance
The Way Young Lovers Do
Wild Night
Magic Time
Someone Like You
By His Grace
Have i Told You Lately
Enlightenment
Whenever God Shine His Lights
Little Village
What Am I Living For (con Tom Jones)
Sometimes We Cry (con Tom Jones)
Baby Please Don't Go / Don't Start Crying Now / Here Comes The Night
In The Afternoon / Ancient Highway / Raincheck
The Beauty Of The Days Gone By
Why Must I Always Explain ?
Think Twice Before You Go
Brown Eyed Girl
Help Me
Gloria

SCALETTA TOM JONES
Burning Hell (John Lee Hooker cover)
Run On(traditional)
Hit or Miss(Odetta cover)
Mama Told Me Not to (Randy Newman cover)
Didn't It Rain. (traditional)v Sexbomb
Tomorrow Night (Horace Heidt & His Musical Knights cover)
Raise a Ruckus.
Take My Love (I Want to Give It All to You) (Little Willie John cover)
Delilah
Soul of a Man (Blind Willie Johnson cover)
Elvis Presley Blues (Gillian Welch cover)
Tower of Song (Leonard Cohen cover)
Green, Green Grass of Home (Johnny Darrell cover)
It's Not Unusual
You Can Leave Your Hat On (Randy Newman cover)
If I Only Knew
I Wish You Would. Rock'n'roll (Billy Boy Arnold cover)
Thunderball
Kiss (Prince cover)
Strange Things Happening Every Day. (Sister Rosetta Tharpe cover)