MUSICA




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La serendipity dell'avv. Paolo Conte Incontrò per lavoro Lauzi (che lo cantò)


di Marinella Venegoni - 26/06/2016

Nelle due serate dedicate a Bruno Lauzi per i dieci anni dalla scomparsa, l'apparizione più significativa e irreale quasi, è stata quella di Paolo Conte. Sulla raccolta piazzetta di Rocchetta Tanaro completamente occupata fino a notte fonda da tutti i 1.500 abitanti e da innumeri musicisti che hanno suonato e parlato (senza lamentela alcuna) fin quasi alle 2 di notte, il grande cantautore astigiano che vive a Scurzolengo (una mezz'ora da Rocchetta in auto) è arrivato il 24 in maglietta e pullover con la moglie Egle, accolto dal medico/cantautore Paolo Frola.
Non ha cantato neanche una canzone, come tutti ci saremmo invece aspettati. Si era mosso di casa solo per onorare la memoria di Bruno Lauzi. Lasciato solo sul palco, davanti alla sua gente, ha fatto notare quanto "tagliente" fosse la voce di Bruno, e quanto incantevole la canzone "Ritornerai". Poi ha ricordato come lo aveva conosciuto: "Nel '72, Lauzi comprò qui la cascina Celesta, e a fargli l'atto ad Asti fu mio zio notaio. Poco tempo dopo, ebbe un problema legale da risolvere, e mio zio gli consigliò di rivolgersi al nipote, cioè a me, per la causa".
Incontro fatale, ha proseguito Conte: "perché grazie a lui le mie canzoni sono state ascoltate e hanno avuto successo, e la mia carriera è poi cominciata". Non solo dunque la causa per usucapione di una stradina accanto alla cascina di Bruno: una sorta di serendipity si attivò. In quegli anni molto fecondi per entrambi, Paolo Conte già reduce dal successo di "Azzurro" con Celentano nel 1968, ma appunto ancora avvocato, aveva parecchi titoli nel cassetto: oltre alla saga del Mocambo e a chissà cosa, anche quel miracolino che è "Genova per noi" e la divertente, salata "Onda su onda".
Ne avrà fatte sentire parecchie l'avvocato, a Bruno Lauzi che arrivava nel suo studio da Rocchetta. Ma l'orecchio vigile del cantautore genovese puntò dritto su quei due titoli, e un paio di anni dopo le radio cominciarono ad inondarci di cotanta meraviglia, grazie alla sua voce. Canzoni incise con la Numero Uno, nella quale Lauzi militava accanto a Battisti.
Nel frattempo, grazie alla stradina che costeggiava la Celesta, Paolo Conte poteva esibire i suoi gioielli cantati in proprio alla RCA, la casa discografica con la quale poi avrebbe firmato. Il resto è storia, ma è bello che in una sera d'estate un artista carico di onori internazionali sia salito sul palco di un paesello tanto amato da Lauzi a ricordarne le doti e a raccontare questa storia. E a ringraziarlo.