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Bono e i rifugiati: secondo il frontman degli U2 ci vorrebbe un nuovo Piano Marshall


Bono e i rifugiati: secondo il frontman degli U2 ci vorrebbe un nuovo Piano Marshall
"Non è un problema del Medio Oriente o dell'Africa: è un problema europeo. Ed è pure un problema americano. Riguarda tutti noi": così Bono, reduce da una visita umanitaria in Africa e in Medio Oriente, ha commentato il problema della crisi dei rifugiati. Il frontman degli U2 ha scritto un editoriale pubblicato sulle colonne del New York Times nel quale ha cercato di offrire una soluzione al problema.

Per Bono si tratterebbe anzitutto di rafforzare il sostegno umanitario che viene attualmente offerto ai profughi della guerra civile siriana e negli altri territori; del sostegno umanitario si occupa la United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), che a detta del cantante sarebbe "sottofinanziata dagli stessi governi".

In secondo luogo, Bono ha invitato i paesi che offrono rifugio ai profughi a vedere questi "non solo come un peso, ma come un vantaggio", offrendo loro un'istruzione scolastica e opportunità di lavoro. Il membro degli U2 ha commentato:

"A casa loro erano commercianti, insegnanti, musicisti. Voglio fare quello che facevano nel loro paese o magari fare cose nuove".
Infine, il cantante ha suggerito agli Stati Uniti e agli altri paesi del mondo di elaborare un nuovo Piano Marshall - il programma di aiuti economici messo a disposizione dagli Stati Uniti all'Europa dopo la seconda guerra mondiale - destinato ai paesi maggiormente colpiti dal problema della crisi dei rifugiati.