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Battiato e Alice, il tour congiunto arriva a Roma



A circa un mese di distanza dalla prima data, ospitata dal Teatro Comunale di Carpi lo scorso 13 febbraio, il tour congiunto del cantautore siciliano e la cantante di Forlì approda nella capitale per una serie di quattro concerti. La "prima" romana di "Battiato e Alice" si è tenuta ieri sera, mercoledì 16 marzo, e ha visto i due artisti presentare al pubblico dell'Auditorium della Conciliazione il loro spettacolo, un totale di 29 canzoni sparse su due ore di musica. Ad accompagnare Battiato e Alice sul palco non solo una band (composta da Angelo Privitera alle tastiere e programmazioni, Giordano Colombo alla batteria, Andrea Torresani al basso e Osvaldo Di Dio e Antonello D'Urso alle chitarre), ma anche l'Ensemble Symphony Orchestra diretta dal Maestro Carlo Guaitoli.

Quello che Battiato e Alice propongono sul palco non è un concerto di duetti; piuttosto, è un concerto diviso in parti diverse. Due set distinti, dunque, che vedono il cantautore e quella che fu un tempo la sua protetta eseguire dal vivo una serie di brani tratti dai loro rispettivi repertori, condividendo il palco solamente per sei delle ventinove canzoni in scaletta.

Si parte con il set di Battiato, aperto dalle biscrome di "L'era del cinghiale bianco" suonate dagli archi dell'orchestra sinfonica sulle quali si innestano poi il ritmo della batteria e le chitarre elettriche. Il cantautore esegue un totale di nove brani che coprono gli ultimi 36 anni della sua carriera: da "L'era del cinghiale bianco" del 1979 si arriva subito a "Lo spirito degli abissi", uno degli inediti contenuti all'interno dell'antologia "Le nostre anime" del 2015, tornando a ripescare dal passato con "No time no space" (con maggiore risalto dato alle scale arabe suonate dagli archi, tenute basse nel missaggio della versione su disco, datata 1985), "Shock in my town" (con le crome degli archi che poi si trasformano rapidamente in semicrome, arrivando a conferire ancor più senso di apocalisse ad un testo già apocalittico di suo: "Ho sentito urla di furore di generazioni senza più passato, di neo-primitivi, rozzi cibernetici signori degli anelli orgoglio dei manicomi", canta Battiato nella strofa centrale), la recente "Le nostre anime" (con il prezioso contributo al piano del Maestro Guaitoli), "Povera patria" e poi "La canzone dei vecchi amanti", "La stagione dell'amore" e "La cura".

Il cantautore chiama poi sul palco Alice e le lascia la scena. Ci si aspetterebbe un'apertura con le canzoni più note del repertorio della cantante: e invece Alice, coerentemente con la direzione anti-popolare che la sua carriera ha preso a partire dal 1988 (anno in cui consegnò al mercato un album di arie e lieder composti a cavallo tra fine '800 e inizio '900 da Erik Satie, Gabriel Fauré e Maurice Ravel - musica classica, per intenderci), inizia il suo set con brani meno noti del suo repertorio, come "Dammi la mano amore" e l'adattamento in lingua italiana di "Tant de belles choses" di Françoise Hardy, "Tante belle cose" (tratti rispettivamente da "Charade" del 1995 e dall'ultima produzione della cantante, "Weekend", del 2014).

"Il vento caldo dell'estate" (proposto in versione più riflessiva e meno arrabbiata rispetto all'originale) e "Per Elisa", due dei brani di maggiore successo tra tutti quelli incisi da Alice, vengono eseguiti nella sezione centrale del set della cantante, che si chiude poi con due canzoni più ostiche come "Veleni" (che parte come un pezzo iperclassico e si trasforma poi nel ritornello in un pezzone dubstep - sempre dall'album "Weekend") e "Il sole nella pioggia" (dall'omonimo disco del 1989, caratterizzato da una dimensione spirituale - cinque canzoni di quel disco furono firmate da Juri Camisasca, che alla fine degli anni '70 aveva preso i voti ed era divenuto monaco benedettino).

Alice viene poi raggiunta sul palco da Battiato per i duetti sulle note di "Nomadi", "La realtà non esiste" (omaggio al compianto Claudio Rocchi, scomparso nel giugno del 2013 - i due ricordarono l'amico e collega già in occasione di un concerto all'Arena di Verona dell'estate del 2013: di quella esibizione esiste anche una registrazione, contenuta all'interno dell'album "Del suo veloce volo" dell'autunno dello stesso anno) e poi "Prospettiva Nevski" e "Summer on a solitary beach", due brani tratti dal repertorio anni '80 di Battiato che Alice ebbe modo di reinterpretare già nel 1985, quando realizzò l'album "Gioielli rubati" (che era, appunto, un album di riletture di brani originariamente interpretati dal cantautore).

Segue un altro set di Battiato, che accontenta il pubblico - desideroso di ascoltare le hit - cantando, dopo "Gli uccelli" e "Segnali di vita", le trascinanti "Cuccurucucù" e "Centro di gravità permanente"; un'altra hit, "Bandiera bianca", viene eseguita in medley con "Sentimiento nuevo", per il quale torna sul palco anche Alice. L'encore è affidato a "Io chi sono", "L'animale" e "Stranizza d'amuri" di Battiato, con il duetto su "I treni di Tozeur" - quinto posto all'Eurofestival del 1984 - a chiudere il concerto.

Avrebbe potuto essere un concerto celebrativo delle rispettive carriere con super hit sfornate una dietro l'altra, e invece no. Lo spettacolo che Battiato e Alice propongono con questo tour è coerente con quelli che sono oggi i due artisti: lui un cantautore distaccato e schivo, lei una grande interprete della canzone italiana che da ormai trent'anni ha deciso di raggomitolarsi in un repertorio cerebrale e impopolare. Le hit non mancano, certo, ma arrivano solamente alla fine, e non sono neppure essenziali all'interno di un concerto del genere. Per dire: solo al termine del concerto si nota - e fa un certo effetto, notarlo - l'assenza dalla scaletta di brani come "Messaggio", "Chan-son égocentrique", "Up patriots to arms" e "Voglio vederti danzare".

(di Mattia Marzi)

SCALETTA:

Set Battiato:
"L'era del cinghiale bianco"
"Lo spirito degli abissi"
"No time no space"
"Shock in my town"
"Le nostre anime"
"Povera patria"
"La canzone dei vecchi amanti"
"La stagione dell'amore"
"La cura"

Set Alice:
"Dammi la mano amore"
"Tante belle cose"
"Il vento caldo dell'estate"
"Per Elisa"
"Veleni"
"Il sole nella pioggia"

Set Battiato e Alice:
"Nomadi"
"La realtà non esiste"
"Prospettiva Nevski"
"Summer on a solitary beach"

Set Battiato:
"Gli uccelli"
"Segnali di vita"
"Cuccurucucù"
"Centro di gravità permanente"
"Bandiera bianca/Sentimiento nuevo (con Alice)"

Encore:
"Io chi sono" (solo Battiato)
"L'animale" (solo Battiato)
"Stranizza d'amuri" (solo Battiato)
"I treni di Tozeur" (Battiato e Alice)