MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Negrita, il richiamo del palco di "9 live&live"

Ci sono band per cui i dischi sono essenzialmente un pretesto per andare in tour. E tra queste ci sono i Negrita, perennemente in giro per l'Italia (e non solo) con una raccolta di successi che si amplia sempre più. L'ultima scusa per vagabondare sui palchi e scatenarsi nel loro rock è direttamente un disco dal vivo, 9 live&live, appena uscito, che riprende 9, pubblicato lo scorso anno, e che li sta portando nei club italiani. In questi giorni si stanno dedicando a infiammare l'Alcatraz di Milano: un tutto esaurito che sarà replicato stasera, due ore tiratissime in cui Pau e soci mescolano tutto quello che hanno prodotto in questi anni, dal latino al rock classico stile Who al blues.

"9 live&live": un best of dal vivo per riportare i Negrita... dal vivo. Due inediti, un brano scritto con Ligabue, e una serie di concerti sui piccoli palchi italiani: così la band di Pau, in giro da 25 anni, è ancora on the road. Ecco alcuni dei prossimi concerti: 10 marzo, Firenze, ObiHall; 11, Roma, Orion, 17; Napoli, Casa della Musica, 1; Bari, Demodè, 1 aprile; Bologna, Estragon, 2 aprile; Pordenone, Il Deposito, 7; Brescia, Latte+, 8; Genova, Piazza delle Feste / Porto Antico.

Partiamo dal disco però. È l'integrale riesecuzione, ma dal vivo, di 9.
"Sì, abbiamo preso tre concerti della scorsa estate, a Reggio Emilia, Nola e Golfo Aranci, e scelto per ognuno alcune delle canzoni del disco, aggiungendoci due inediti, I tempi cambiano e Quelli che non sbagliano mai, e una versione acustica di Se sei l'amore. C'è poi un dvd che è la ripresa integrale video del concerto del 18 aprile 2015 al Forum di Assago, e in aggiunta il docu-film Under the Skin, sulla realizzazione di 9 in una fattoria irlandese, che è stato trasmesso da Sky Arte mesi fa".

Parliamo degli inediti, iniziando da I tempi cambiano, scritto assieme a Ligabue.
"Luciano ha trovato tre minuti e mezzo di tempo liberi e c'è stato, aveva bisogno di pubblicità. Seriamente, siamo amici ormai da quasi 25 anni, e ci piaceva coinvolgerlo. Quando ha visto il titolo alla Dylan c'è stato subito. E ha continuato a proporci variazioni, aggiunte, modifiche, scriveva e riscriveva la musica".

E Quelli che non sbagliano mai?
"Nasce da cose nostre personali e dallo stupore di vedere su Internet qualunque cosa commentata da una massa di gente che assomiglia a uno zoo per atteggiamenti e modi e certezze granitiche. Davvero spaventoso, ma ci siamo divertiti a raccontarlo".

C'è poi la versione acustica di Se sei l'amore, che sorprende per la morbidezza, grazie anche al sax.
"Sì, volevamo un sassofono suonato romantico, stile anni Ottanta. E ci siamo rivolti a Enrico Giovagnola. È stato divertente perché l'abbiamo chiamato all'una di notte e lui era affaccendato, diciamo così, con la sua ragazza. Buttato giù dal letto letteralmente, con due ore di tempo per venire da Perugia ad Arezzo a suonare per noi. C'è riuscito".
Video

Si intitola "9 live&live" la raccolta dal vivo dei Negrita che riprende il disco di inediti "9", pubblicato lo scorso anno, e che li sta portando in tour nei club italiani. Nell'album, oltre a un documentario video di cui vi mostriamo alcune immagini in anteprima, anche due inediti, "I tempi cambiano", scritto con Ligabue, e "Quelli che non sbagliano mai".


E adesso il tour. Con il ritorno ai club dopo parecchi anni.
"Con 9 abbiamo fatto tutto il possibile, dai palasport alle arene estive. Ora avevamo voglia di club, di rivivere i posti dove siamo nati e diventati famosi. Ma anche per motivi musicali. Nei palasport ormai si fanno show, non concerti, vai a vedere un cantante e in sostanza ti ritrovi a guardarlo in tv, sui maxischermi, c'è una regia scritta, tempi da non sgarrare. In un club è diverso: la gittata della musica è minore, puoi scatenarti, fare anche blues ad esempio, guardi in faccia meglio il pubblico, improvvisi, puoi mettere anche pezzi meno conosciuti. Tutta un'altra vita".

Questi concerti sono divisi in due parti, con tanto di pausa.
"Lo chiamiamo 'whisky time', come faceva una band croata con cui suonammo a inizio anni Novanta: una pausa per una sigaretta e per un bicchiere, per noi oltre che per il pubblico. Poi si cambia sound. La prima parte è funky, blues rock, la seconda più reggae e latinoamericana".

Ma in entrambe le parti, e in tutti i concerti, c'è la costante dell'impegno politico e sociale. Siete tra i pochi a dire ancora come la pensano.
"Vero, purtroppo sembra che ormai se parli di certi argomenti mentre fai un concerto sei demodè, che alla gente stessa non interessi più sentirne parlare. D'altronde abbiamo una tale invasione di musica plasticosa, che forse è un bene che non si tocchino certi argomenti, stonerebbero con quel sound. Noi invece perseveriamo".

Tra una cosa e l'altra siete perennemente in tour. Non vi stufate mai di voi stessi?
"Il tempo libero è bello, ma questo lavoro se ti riesce è il più bello del mondo. Frequentarci sempre non è un problema. Certo, abbiamo le nostre regole, una specie di democrazia. Abbiamo un capitano, Pau, ma niente capi, ogni decisione è presa all'unanimità, raramente a maggioranza, ma per fortuna siamo sempre d'accordo".

Oltre che longevi, ormai un quarto di secolo di attività, siete anche tra le poche rock band italiane. Come mai?
"Il genere non è mai stato popolare in Italia, ci sono la nostra generazione e quella precedente, Litfiba, CCCP, Marlene Kuntz, Afterhours e pochi altri".

E tra le band giovani? Esistono i nuovi Negrita?
"Certo che i nuovi Negrita esistono. Sono i nostri figli".