MUSICA




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Francesco De Gregori porta Dylan in giro per l'Italia

Dopo l'epicità dei palasport, Francesco De Gregori torna all'intimità e al calore dei teatri e dei club: è partito ieri sera dall'Atlantico di Roma "Amore e furto tour 2016", la tournée attraverso la quale il cantautore romano presenterà per la prima volta dal vivo al pubblico italiano il suo ultimo lavoro discografico, "De Gregori canta Bob Dylan - Amore e furto", uscito lo scorso mese di ottobre. Il tour si compone, al momento, di venti date nelle principali città italiane e chiuderà il prossimo 16 aprile a Livorno, per poi ripartire in estate con un altro giro di concerti: "'Amore e furto tour' mi porterà a suonare nei teatri, ma su Roma e Milano ho voluto l'Atlantico e l'Alcatraz. E' stata una mia scelta quella di suonare in questi due club: mi piace l'atmosfera dei club, vedere la gente che chiacchiera mentre beve una birra o esce a fumare una sigaretta", spiega De Gregori al termine del concerto romano, "tre anni fa, proprio qui all'Atlantico, sono venuto a sentire Bob Dylan. Ad un certo punto sono uscito fuori a fumarmi una sigaretta insieme ad Asia Argento, è stato molto bello".

Per "Amore e furto tour" De Gregori non ha pensato ad una scaletta fissa; ha optato per due blocchi separati - con tanto di pausa nel mezzo - che, in ogni concerto, lo vedranno eseguire nella prima parte le traduzioni dylaniane e nella seconda parte canzoni tratte dal suo repertorio, proponendo ogni sera una scaletta diversa: "Volevo eseguire dal vivo pezzi che suono raramente, pur salvaguardando i classici", dice il cantautore a proposito della scelta di combinare i suoi cavalli di battaglia e brani meno noti del suo repertorio, "ho scelto anche in base a qualche piccola sorpresa che ho voluto fare a me stesso e ai miei fan, con pezzi che le radio non hanno passato o che, all'interno di determinati album, sono passati in secondo piano. La scaletta cambierà tutte le sere, ma il blocco di Dylan resterà invariato". Ad accompagnarlo sul palco, la sua band formata dal bassista Guido Guglielminetti (che di "Amore e furto" è anche produttore), i chitarristi Paolo Giovenchi, Lucio Bardi e Alessandro Valle (autori di alcuni "impreziosimenti" live, come la coda alla fine di "Un angioletto come te"), il tastierista Alessandro Arianti, il batterista Stefano Parenti, la violinista Elena Cirillo e Giorgio Tebaldi, Giancarlo Romani e Stefano Ribecca (rispettivamente trombone, tromba e sax).


Quasi come un vecchio disco in vinile, il concerto che De Gregori propone con "Amore e furto tour" è suddiviso in due parti, un ideale "lato a" e un ideale "lato b"; il "lato a" (De Gregori canta Dylan) vede il cantautore eseguire la proposta dylaniana nella sua compattezza - con il pubblico che assiste in religioso silenzio: rispetto alle intenzioni originali ("Sto pensando di fare tutto questo album nella sua unità in sequenza", aveva detto a Rockol), De Gregori si è ritrovato a dover selezionare quali traduzioni di Dylan eseguire e quali, invece, no. Sono rimaste fuori dalla scaletta "Una serie di sogni", "Dignità" e "Tweedle Dum & Tweedle Dee": "Per includere quelle canzoni all'interno del disco abbiamo fatto un grande lavoro di produzione", spiega il cantautore, "dal vivo mi risultava difficile eseguirle. Tra l'altro, so che anche Dylan ha avuto grosse difficoltà con questi brani". Quando canta le traduzioni dylaniane, De Gregori dà - di tanto in tanto - una sbirciatina ai testi appoggiati sul leggio perché, spiega lui, "bisogna stare attenti: quando si canta Dylan non si può improvvisare, non vorrei mi facesse causa". "Non li considero miei pezzi, e non sto facendo il modesto", prosegue, "sono canzoni stupende con testi, musiche e arrangiamenti meravigliosi. Dylan, per me, è stato un riferimento non solo musicale, ma anche estetico e culturale. Ho cominciato a cantare le sue canzoni che ero ancora un ragazzino, nella mia cameretta. E' il ricongiungimento di una storia, è la musica che mi ha fatto diventare quello che sono oggi".

Il "lato b" del concerto potrebbe essere ribattezzato "De Gregori canta De Gregori" e vede il "Principe" eseguire brani tratti dal suo repertorio; il cantautore fa un lavoro di ricerca anche con il suo repertorio: oltre ai cavalli di battaglia, De Gregori propone una serie di rarità e di brani meno conosciuti. Tra questi "A Pa", "Adelante, adelante!", "In onda" e "la "trilogia del Titanic", tratta dall'album "Titanic" del 1982 ed eseguita nella sua interezza, pur scombinando la narrazione (la sequenza presente sul disco è "L'abbigliamento di un fuochista", "Titanic" e "I muscoli del capitano", mentre nella scaletta del concerto troviamo "Titanic", "I muscoli del capitano" e "L'abbigliamento di un fuochista"): "Sono partito con una panoramica generale, 'Titanic', per poi mettermi nei panni del capitano e chiudere con il fuochista", spiega a tal proposito De Gregori, "una sorta di focalizzazione inversa che va dal più grande al più piccolo. Nel disco mi serviva quel particolare climax, con certe tonalità. Qui ho voluto leggermente scombinare la narrazione".







Si apre poi una postilla in merito alla recente cessione, da parte di Bob Dylan, del suo archivio all'università di Tulsa (in Oklahoma), e il cantautore romano commenta: "Io non potrei mai fare una cosa del genere: non sono Dylan e non rappresento la cultura italiana come Dylan rappresenta quella americana. E' bello che abbia donato il suo archivio ad un'università e non ad un privato. Se mi piacerebbe consultare il suo archivio? A dire il vero io non mi reputo uno studioso di Dylan: con 'Amore e furto' ho portato il suo mondo, liriche e musiche, in una lingua che non è la sua. Questo è il mio lavoro, il lavoro dell'artista, non dello studioso. E ora - scherza - aspetto che lui faccia la stessa cosa con le mie canzoni".

Nel parlare del suo futuro, al termine dell'intervista, Francesco De Gregori dice: "Dylan può anche essere paralizzante. Questo disco non è un punto di arrivo e sono contento che sia stato accolto con curiosità e benevolenza. A volte, però, è più facile partire da un insuccesso che da un successo. Prima di chiudere questo capitolo e cominciarne un nuovo, cioè prima di pubblicare un nuovo album di inediti (l'ultimo, "Sulla strada", risale al 2012 - ndr), voglio sentirmi all'altezza. Il giorno in cui andrò in pensione? E' lontanissimo".

(di Mattia Marzi)

SCALETTA:
"Via della povertà"
"Acido seminterrato"
"Non è buio ancora"
"Servire qualcuno"
"Non dirle che non è così"
"Mondo politico"
"Un angioletto come te"
"Come il giorno"
"A Pa"
"Adelante, adelante!"
"In onda"
"L'agnello di Dio"
"La storia"
"Generale"
"Cose"
"Buonanotte fiorellino"
"Titanic"
"I muscoli del capitano"
"L'abbigliamento di un fuochista"
"Gambadilegno a Parigi"
"Numeri da scaricare"
"Pablo"
"Rimmel"
"La donna cannone"
"Fiorellino #12&35"