MUSICA




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Da riscoprire: la storia di “An innocent man” di Billy Joel



Nel 1983 Billy Joel non era più semplicemente il “Piano man”, il cantautore arrivato dal Bronx. Era una superstar da decine di milioni di copie, da almeno 10 anni. Però non aveva mai perso la voglia di sperimentare e giocare con le canzoni. Nel '78, con “52nd street”, aveva reso omaggio alla strada del jazz di New York. Giusto l’anno prima, nel 1982, aveva pubblicato “The nylon curtain”: uno dei primi album completamente prodotti e incisi in digitale, usando le nuove tecnologie per mirare ad un “capolavoro sonico”.

Quando, nel luglio dell’83 arrivò il nuovo singolo, quello che precedeva l’album in uscita del nuovo album, stupì di nuovo tutti. Questa volta guarda indietro: “Tell her about it” è un tributo al pop nero della Motown, con un ritmo trascinante derivato dalle canzoni dei Temptations e delle Supremes. Joel torna alla musica delle sue origini, agli anni dell’infanzia, agli anni dell’innocenza. Gli anni in cui era un “Innocent man”, appunto.



La copertina in realtà non rispecchia molto questa intenzione: è una foto semplice, in bianco e nero, con pochi riferimenti al pasato. Ma nel disco le canzoni sono un omaggio al passato dietro l’altro: James Brown e Wilson Pickett nell’iniziale “Easy money”, il soul confidenziale di Ben E. King nella track, il doo-woop di "The Longest Time”, la vocalità di Sam Cooke in "Careless Talk”, il rock ’n’ roll pianistico di Little Richard in "Christie Lee”, il suono British anni ’50 di "Keeping the Faith”.

Cosa rese grande questo disco è il suono autentico e fuori dal tempo: le canzoni non sembrano cover, ma suonano come brani originali che rispettano lo stile dell’autore, pur riconoscendo le fonti della sua ispirazione. A riascoltarlo oggi, si sente il lavoro in produzione di Phil Ramone: è un disco che non ha quei suoni “plasticosi” tipici di certo pop degli anni '80 (e che lo stesso Joel in parte adoperò negli album successivi).

Ma è anche un disco terribilmente legato alla contemporaneità di quel periodo: esce negli anni di MTV, e Joel si inventò una serie di videoclip spettacolari e (anche quelli) retrò, sfruttando appieno il traino della nuova vetrina televisiva. Anche grazie ad MTV, Joel arrivò al numero 1 con “Tell her about it” e al numero 3 con “Uptown girl”. Grazie al video di quest’ultima canzone, il bruttino Joel iniziò una relazione con la supermodella Christie Brinkley, la star del clip, a cui insegnò i passi di danza: i due si sposeranno nel 1985, divorziando poi nel ’94.

Ma, gossip a parte, “An innocent man” rimane uno dei dischi più fortunati e belli della carriera di Joel. Che sarebbe proseguita a fasi alterne: un greatest hits, un album live e tre album di inediti tra l’86 e il 93, prima di ritirarsi definitivamente non dai concerti, ma dalla scrittura di nuove canzoni. Joel non pubblica musica nuova da 23 anni, da "River of dreams" - e “An innocent man”, in questo senso è l’ultimo grande album della sua carriera.