MUSICA




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Jovanotti, dopo Parigi tour non è facile


I laser ci sono, gli effetti visual - cartoni compresi - anche e l'energia che si sprigiona sul palco è sempre la stessa, ma Jovanotti per il tour nei palasport partito da Rimini ha ripensato praticamente da zero lo show che aveva portato in giro durante l'estate negli stadi, visto da 500 mila spettatori. Nuove scenografie (inevitabilmente ridimensionate ma sempre in "stile Jova"), nuova scaletta, nuovo ritmo. "Passare dallo stadio al palasport è strano - racconta il cantautore che ha incontrato la stampa dopo la prova generale di ieri, servita per mettere a punto gli ultimi dettagli e aperta a qualche centinaia di persone tra associazioni e fan -. E' un ibrido tra gli spazi ampi dello stadio e l'intimità dei teatri.
Quello che andava evitato era il confronto con il tour di questa estate, soprattutto nell'avvio. Avremmo perso in partenza". Per questo l'inizio è "una sorta di non inizio, quasi al buio. Anche se poi questo spettacolo è parente dell'altro, l'idea di fondo è la stessa". Lo spettacolo - spiega orgoglioso Jova, circondato da tutto il suo staff in una riunione improvvisata - dopo due mesi di confronto, "è stato messo su in dieci giorni. Ma sono stati dieci giorni pazzeschi. In un attimo è cambiato tutto, Parigi ci ha scioccato e ci siamo chiesti: 'cosa stiamo facendo?' Ma che altro possiamo fare se non questo? Celebriamo la vita e la libertà, attraverso il nostro linguaggio universale che è la musica". Lorenzo - a differenza di alcuni colleghi - non ha mai pensato di cancellare i suoi live ("non sarebbe giusto, anche se non è facile ora andare in giro con uno show") e difende la scelta di averli strutturati in tre momenti ben distinti, in tre onde emotive. "La prima parte è più elettronica, scura, poi ce ne è una centrale più lenta che ho voluto molto ed è una novità per me, e infine quella funky, festaiola. In fondo è un concerto rock'n'roll... faccio un po' come mi pare", scherza.
Più di 26 i brani riarrangiati in scaletta, da quelli tratti da Lorenzo 2015 CC ai classici come A te, senza rinunciare all'esplosione di ritmo come Penso positivo. "Ma qualcosa inevitabilmente manca, deve mancare. Non c'è Serenata Rap, non c'è Le tasche piene di sassi, ma non è detto che non le inserisca in qualche serata. Non ce la faccio a fare più di 2 ore, 2 ore e 20 di spettacolo". A metà concerto il folletto di Cortona si concede anche un ritorno alle origini: un tuffo al banco audio per un veloce dj set, durante Musica. "Ci passerei due ore lì dietro, mi diverto". Tanto manca, ma altro c'è come E' la scienza, bellezza, per un omaggio a Vale, l'amico nove volte campione del mondo Valentino Rossi.
Abbandonata la saetta che correva tra il pubblico del megapalco estivo, la passerella pensata per i palasport è un palco vero e proprio a led, che diventa ora cielo stellato, ora pianoforte (sul quale Jovanotti saltella passando da un tasto all'altro), ora filo teso nel vuoto su quale Lorenzo si muove da equilibrista in Mi fido di te. Sullo sfondo, uno schermo che ricorda un'astronave (forse la stessa che lo ha portato in orbita in estate e ora lo ha riportato sulla Terra) e che scompone l'immagine e la restituisce nuova e arricchita di effetti. Sempre con l'idea che video, musica e luci vanno di pari passo. Il tour, 32 date, andrà avanti fino alla fine di gennaio, intanto il 27 novembre esce il cofanetto di Lorenzo 2015 CC, con il doppio cd, il doppio cd live, e il dvd dei concerti estivi.
"Ma il disco può ancora continuare a vivere. Ci sono altri singoli che possono uscire, da Ragazza Magica a Tutto Acceso".