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200 Note di pura emozione: Simili, il nuovo album di Laura Pausini


DI ENRICA IACONO


Laura Pausini: la recensione del nuovo album “Simili”

Un album fresco, travolgente e totalmente nuovo quello di Laura Pausini. Simili, come le impronte digitali. Uguali e diverse, in cerca di altri noi per diventare una storia. Quindici canzoni che mostrano una Laura più matura e, finalmente, dopo così tanti mesi di attesa, un ritorno per cui valeva certamente la pena di aspettare. Ogni canzone una storia diversa a partire dalla prima con la firma di Biagio Antonacci (autore di altri due brani dell’album): Lato destro del cuore. È stato il primo singolo che la cantante romagnola ha presentato al suo pubblico più di un mese fa. Un testo abbastanza complicato da intendere che, come ha detto la stessa Pausini, può essere compreso solo dopo tanti ascolti e che una volta capito non esce più dal cuore.

Un’interpretazione decisa quella di Laura che va a maturare ancora di più negli altri testi presenti nel disco. Proprio lei aveva avvisato prima della pubblicazione: “Questo album ha i testi più belli che io abbia mai cantato” e come darle torto?
La seconda canzone presente nel cd è Simili scritta in collaborazione con il fidato Niccolò Agliardi e nuova sigla della serie “Braccialetti Rossi”. Un’introduzione dove Laura spiega la sua condizione di inquietudine che cambia pochi istanti dopo quando dolcemente canta “Ma arrivi tu che parli piano e chiedi scusa se ci assomigliamo”, una frase che ascoltata al buio trasmette un senso di tranquillità immenso. Quello che traspare da questo brano è l’assoluta protezione verso la persona che si ha accanto soprattutto quando “arrivi tu che fai passare la paura di precipitare” con la bella frase “chi vola impara a sfottere le sue cadute come a difenderle” cantato quasi con rabbia messo li come contorno.



La canzone 200 Note merita però un’attenzione particolare. Una poesia scritta da un ragazzo, Tony Maiello (vincitore Sanremo Giovani 2010, leggi QUI la nostra intervista) ). 2duerighe ha avuto il piacere di chiacchierare con l’autore del testo per farsi raccontare come è nato questo brano che oggi viene considerato uno dei se non il migliore dell’intero album. 200 Note è stata scritta circa 4 anni fa in una situazione abbastanza particolare e ogni anno venivano apportate delle modifiche. Tony è sempre stato molto affezionato a questa canzone e come ci ha confidato non era mai riuscito a regalarla a nessuno, forse perché effettivamente non ci aveva mai pensato. Aveva provato a cantarla ma poi c’è stato l’incontro con Lorenzo Vizzini con il quale ha rivisitato alcune parti musicali prima di mandarla definitivamente a Laura. Lei, che adesso potrà portare nel mondo un capolavoro del genere. 200 note ripercorre una storia d’amore, precisamente una bella e intensa storia d’amore. Parla di un ricordo, quello che poi verrà definito come un qualcosa di lontanissimo.

Racconta passo per passo tutte le fasi dell’innamoramento dalla vergogna iniziale “le labbra un po’ impacciate sussurravano non mi guardare, non ti fermare” fino alla piena consapevolezza dell’altro nella penultima strofa. Finalmente la presa di coscienza del fatto di essere davvero innamorati perché adesso quelle labbra un po’ impacciate sussurrano “Mi puoi toccare, non ti fermare”.

E perché 200 note? Tony immagina una stanza piena di musica, la musica che è composta dai battiti dei due amanti e questa teoria è confermata nell’ultima strofa con la frase “siamo il sangue che scorre e che inventa l’amore”. Poi il ritorno al presente con il passato che è passato anche se, secondo la redazione musica di 2duerighe, questa canzone lascia una doppia interpretazione nel finale perché può essere intesa sia dal punto di vista di un amore finito che dal lato di un ricordo della storia che si sta ancora vivendo e questa duplice spiegazione viene ancora più ribadita con l’ultimo ritornello che viene cantato 40 secondi prima dalla fine della canzone lasciando quasi in attesa l’ascoltatore. Tony Maiello con questo brano, divenuto sicuramente una sorpresa per il sostenitori della Pausini, è riuscito a farsi conoscere da un pubblico ancora più vasto di quello che già lo seguiva riuscendo a eguagliare e perché no, anche a superare con le parole a livello di testo i più grandi autori della musica italiana sperando dunque di poter ascoltare presto altre creature scritte da lui.

Collaborazioni importanti in questo album per Laura che è riuscita a cimentarsi anche in due brani “dance”. Il primo è “Innamorata” scritto da Lorenzo Jovanotti che vede la nostra artista romagnola alle prese con un Cherubini-style. Divertente e piena di vita, proprio come il titolo di una canzone di Jova, certi che questo brano farà ballare tutti gli stadi (Milano, Roma, Bari) nel tour estivo 2016 insieme all’altro brano “Io c’ero” scritto in collaborazione con L’aura.
Non delude affatto Niccolò Agliardi con le canzoni “Chiedilo al cielo”, vista quasi come una “Come se non fosse stato mai amore” della situazione, “Ho creduto a me”, “Il nostro amore quotidiano”, pura e sincera dichiarazione d’amore. Il percorso di una relazione che cresce ogni giorno di più “li ho visti crescere così, i giorni come i sentimenti” e la voglia di costruire insieme un progetto, una famiglia “ci siamo ritrovati in due ed ora neanche ci contiamo, qualcuno esce gli altri dormono fai piano” con questo “miracolo che è tutto qua nella normalità”. La firma di Agliardi è anche posta sulla canzone “Colpevole”, testo gridato e volto a smascherare infedeltà a bugie.
In Simili c’è anche un brano scritto interamente e unicamente da Laura: Nella porta accanto. Semplice e con un ritmo così spensierato che farebbe sognare chiunque. Un amore che sembra impossibile verso un vicino di casa, vissuto di nascosto dalla finestra ma voluto intensamente tanto da arrivare a dire “ti prendo come sei, ariete o vergine e dimmi che non sei più irraggiungibile”.
Torna Biagio Antonacci con la canzone “Tornerò (con calma si vedrà)” che con un ritmo quasi latino parla della necessità di intraprendere un viaggio per staccare la spina certi però di tornare più carichi di sempre. Forse questo è l’unico brano non adatto alla voce e allo stile della Pausini ma Antonacci si riscatta totalmente nell’ultima canzone dell’album con la ninna nanna dedicata alla piccola Paola: “È a lei che devo l’amore” dove Laura canta accompagnata dalla chitarra del compagno Paolo e dalla voce della figlia che con una tenerezza indescrivibile chiude il brano con la frase “Papà ti amo”.
Altra importante collaborazione è quella fatta con Giuliano Sangiorgi che per la Pausini ha scritto “Sono solo nuvole”. Pianoforte, parole forti che con lo stile Negramaro fanno trasparire il senso del testo perché “di quello che mi dai non so che farmene”. Brano che deve essere assaporato e compreso senza fretta.
Vorrei poi cercare di analizzare le ultime due canzoni trovando un collegamento di base: la musica. “Lo sapevi prima tu”, scritta a quattro mani con l’amica L’Aura, parla del padre ed è dedicata a lui, Fabrizio Pausini, la persona che ha sempre creduto in lei e che le ha “insegnato a volare” sapendo che Laura era pronta, che sognare non è mai costato nulla ed è stato il primo che l’ha spinta a intraprendere questa carriera da cantante. “Per la musica” è l’ultima canzone che resta da raccontare, un coro di voci dedicato a chi la segue in giro per il mondo con il video che mostra i fan della Pausini che suonano il loro strumento musicale preferito perché la musica è passione ed emozione, sono “note infinite”.