MUSICA




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Umberto Tozzi: “Potevo diventare il quinto Beatles”


«Se io fossi nato a Liverpool e avessi incontrato i Beatles, probabilmente sarei stato il quinto Beatle. Ma senza presunzione, lo dico per le canzoni che ho scritto. Sono felice di aver ottenuto la considerazione che non ho avuto in Italia, invece, in tutto il mondo». Capito l’Umberto Tozzi? Mica le manda a dire. E ancora: «Giudice in un talent show? Sì lo farei, perché no? Basta che non mi facciano giudicare i disc jockey quelli mica sono musicisti anche se capisco che i giovani impazziscano per loro».

Tornato ieri da un concerto in Australia «però stanotte ho dormito qualche ora!» Umberto Tozzi è prontissimo per presentare il suo nuovo album intitolato “Ma che spettacolo!” anticipato dal singolo “Sei tu l’immenso amore mio”. Il disco esce dopo tre anni di silenzio dell’artista e contiene tredici inediti; nella versione deluxe ci sarà anche un dvd live del concerto.

Come è nata la voglia di tornare a registrare? «Tutto è partito con la scrittura, tra febbraio e marzo. Lì mi è venuto, finalmente, questo bel momento di ispirazione che aspettavo da tempo. Mi sono chiuso nel mio studiolo e da lì sono nate queste canzoni, in maniera naturale anche come tempistica». Tozzi conosce i suoi limiti e li racconta: «Non so leggere la musica ma se riuscissi, potrei comporla anche facendo un viaggio in treno perché ho tutto qui (indicando le meningi; ndr)». “Ma che spettacolo” è un titolo esplicito e per Tozzi è da leggere al negativo. «Ovviamente al negativo – spiega -. Ciò che vediamo alla televisione o sui giornali mi scuote così come tutto quello che avviene in giro per il mondo, soprattutto quando leggo di quello che succede ai bambini».

Nel disco anche una canzone intitolata “Hammamet”. «E’ nata dalla frequentazione che ho da diversi anni con Bobo Craxi. Lui oltre che il figlio di un grande statista come Bettino è una persona speciale e, non ci crederete, un grande chitarrista. Figuratevi, non abbiamo mai parlato di politica ma molto del nord dell’Africa. Mi ha invitato ad Hammamet e me l’ha fatta amare. Sono andato anche nel sud della Tunisia e ho visto luoghi bellissimi per cui mi è venuta l’ispirazione ed è nato il testo dedicato alle persone che vorrebbero e dovrebbero almeno avere una piccola casa, un rifugio. Lì ci sarebbe un grande spazio che non si utilizza, si pensa a fare solo grandi alberghi».

Umberto Tozzi quando si sofferma a pensare, riflette sulla sua vita professionale dice: «Ho avuto la fortuna di lavorare con Bigazzi e abbiamo avuto la fortuna di scrivere pagine importanti della musica pop targata Italia. Il mio repertorio è, lo dico senza presunzione, diventato leggendario. Sono sempre in giro per il mondo e di musica italiana se ne sente tanta ma un certo tipo di repertorio come il mio che riesce a raccogliere tre generazioni, è difficile da realizzare».

Sui talent Umberto ha le idee chiare: «Oggi, un ragazzo se sbaglia il primo disco è in mezzo alla strada. I vari “X Factor”, “The Voice” non aiutano i ragazzi. Se va bene ne rimane vivo uno, due, il resto deve tornare da dove è arrivato con le pive nel sacco». Come mai c’è Elisabetta Gregoraci nel video del singolo? «E’ amica di mia figlia e vive anche lei a Montecarlo. Dovevo far il clip e cercavo una bellissima donna, la ringrazio. E’ molto fotogenica, ha tutte le doti e le qualità per apparire e farmi fare una bella figura. E’ stata una scelta giusta. Perché a lei non piace?».