MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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De Gregori come fosse ieri un concerto senza tempo

Magari a qualcuno non fa impazzire, i gusti non sono certo sindacabili. Ma tutti, ragazzi o adulti che siano, o prima o dopo una canzone di De Gregori l’hanno cantata e apprezzata. ll suo è un repertorio entrato di diritto nella storia della musica italiana, continuando a raccogliere consensi da vecchi e nuovi ascoltatori a ogni nuovo album e ad ogni nuovo tour.

Anche il Castello di Udine non è sfuggito a questa sacrosanta verità: De Gregori continua a radunare il suo numeroso popolo a suon di hit. «Siete caldi?», chiede agli oltre 1500 assiepati sotto il palco in cerca di buona musica e di un alito di vento, che infatti rispondono affermativamente. «Lo supponevo!», risponde lui con il suo immancabile piglio da maestro.

Il suo Vivavoce Tour ha fatto cosí tappa anche a Udine per un concerto organizzato da Euritmica e Azalea, presentando l’omonimo album Vivavoce, un doppio disco di platino dove l’ingrediente principale sono le rivisitazioni di alcune delle sue canzoni più importanti.

Ecco cosí che ci capita di ascoltare il grande classico “La donna cannone” arrangiata da Nicola Piovani, o “La leva calcistica della classe ‘68” in chiave contemporanea. Forse due delle sue canzoni piú amate e cantate, che eseguite dalla super band che accompagna De Gregori, tornano a prendere vita in maniera sublime, senza perdere quel loro fascino ormai classico.

Sul palco con il cantante romano ci sono infatti, oltre ai fiati, Paolo Giovenchi e Lucio Bardi alle chitarre, Alessandro Valle alla pedal steel guitar e al mandolino, Alessandro Arianti al piano e Stefano Parenti alla batteria.

Ma, soprattutto, sul palco con Francesco c’è suo fratello Luigi “Grechi”, panama bianco in testa e camicia clorata addosso, cantautore e apprezzata firma italiana del folk e dell’alt country, oltre che autore di “Il bandito e il campione”, la bellissima ballata che romanza in musica la storia dell’incontro tra il ciclista Costante Girardengo e il criminale Sante Pollastri, che i due hanno cantato insieme.

I due fratelli hanno poi duettato anche nel brano “Senza Regole”, in cui Francesco ha suonato l’armonica, sua fidata compagna d’arte. Le note della serata sono quelle che gli spettatori cercavano e aspettavano.

De Gregori rappresenta un punto fisso nella memoria musicale degli italiani e anche se Vivavoce è un disco (e un tour) nato per capire come rinascono oggi, nel 2015, alcuni pezzi storici che hanno compiuto anche già 40 anni, la traccia emotiva che lasciano è sempre quella. Forte, pulita e profonda.

De Gregori però è cambiato, in questi lunghi anni di carriera. La seria meticolosità con cui il cantautore romano calcava il palco ora è sfumata in una leggera presenza che sfiora addirittura il simpatico.

L’intimità raggiunta con i suoi musicisti, che lui spergiura di non trovare in altre situazioni, rende infatti l’atmosfera morbidissima. Gli spettatori diventano “amici” e intonano con lui i loro inni preferiti. Uno su tutti, ancora una volta “Viva l’Italia”.