MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
"Yesterday", cantala ancora 50 anni dopo


Il 14 giugno del 1965 negli studi di Abbey Road, i Beatles registrarono il brano immaginato e scritto da McCartney mesi prima. Quel giorno John, George e Ringo uscirono dalla stanza per far entrare un quartetto d'archi e lasciarlo da solo con Paul. Era la prima volta che accadeva. Intorno al brano volti, fantasmi, strade di Londra e storie che hanno vinto il tempo


YESTERDAY compie cinquant'anni. A dire il vero succede a molte canzoni. Il dono dell'immortalità vale per tutte finché è possibile ascoltarle. Si festeggiano però quelle che sono riuscite a ingannare il tempo, sfuggendo alle sue regole senza invecchiare. Non semplicemente senza morire. Il 1965, l'anno in cui Paul McCartney registrò Yesterday, fu anche quello in cui Dylan scrisse Like A Rolling Stone, gli Stones (I Can't Get No) Satisfaction, gli Who My Generation. Fu l'anno di Mr. Tambourine Man dei Byrds, California Girls dei Beach Boys, di Stop! In The Name Of Love, delle Supremes. Altri immortali. Fu un periodo così, meno di un decennio di note in volo potenti, libere, idee e melodie che s'incastravano tra capelli lunghi, entravano nelle teste. Un'epidemia di musica che neanche il passare del tempo è ancora riuscito a svilire.

Yesterday non seguì regole. Arrivò senza preavviso prima del 1965, in uno ieri non ben identificato. McCartney non aveva ancora 23 anni quando ne sognò gli accordi, la registrò quattro giorni prima di compierli. Il 14 giugno di cinquanta anni fa. Dormiva dalla famiglia di Jane Asher, la sua ragazza. Al numero 57 di Wimpole Street, una strada di Marylebone, nel centro di Londra. Si svegliò con la melodia in testa, il caschetto con la frangia spettinata. I Beatles erano già famosi, avevano due album incredibili alle spalle (Please Please Me e With the Beatles del 1963) e una parte di mondo già ai piedi. Corse scalzo al piano di sotto dove c'era la stanza della musica per suonarle e non farle scivolare via. Le note passeggiavano placide anche per quella strada di Londra. Fu allo stesso indirizzo che Lennon e Paul incontrarono I Want to Hold Your Hand, la fermarono proprio di fronte al piano terra di casa degli Asher. Yesterday invece volò una notte fino alla mansarda, che poi era più un ripostiglio, dove dormivano lui e Jane.

La loro storia durò 5 anni, finì quando lei lo trovò a letto con Francie Schwartz, detta Franny, una sceneggiatrice americana. Racconta un vicino: "Paul si portò a casa questa ragazza americana… In quel periodo abitava al numero 7 di Cavendish Avenue a St Johns Wood. Poco dopo, davanti al portone si fermò una macchina. Era Jane, era tornata a casa prima del previsto da un viaggio a Bristol. Entrò, ma qualche minuto dopo la vidi riuscire infuriata e andarsene via veloce. Più tardi la madre venne a riprendere le sue cose". Secondo la biografia di Franny, Jane però bussò alla porta della camera prima di entrare e trovarli insieme nel loro letto. Inglesi.

McCartney non aveva ancora 23 anni quando sognò gli accordi di Yesterday. Era a casa della famiglia di Jane Asher, la sua ragazza. Al numero 57 di Wimpole Street, una strada di Marylebone, nel centro di Londra. Si svegliò con la melodia in testa, i capelli ancora a caschetto con la frangia spettinata. I Beatles erano già famosi. Corse scalzo al piano di sotto per suonarle e non farle scivolare via...



Particolari di vite di ragazzi famosi. Eppure Yesterday parla di un amore finito. Oh, yesterday, came suddenly. Ieri è venuto improvvisamente. Passarono mesi e due album nuovi di zecca (Beatles for Sale e A Hard Day's Night), prima che il pezzo avesse anche solo un titolo. Le parole Paul le scrisse mesi dopo aver sognato la melodia, e tre anni prima di essere lasciato da Jane.

Era troppo perfetta. Neanche McCartney riusciva a crederci. Quando si svegliò con la melodia in testa era preoccupato di aver plagiato il lavoro di qualcun altro. "Per circa un mese mi aggirai chiedendo a tutti se l'avessero mai sentita prima. Era come riportare un oggetto smarrito alla polizia. Poi pensai che se nessuno la reclamava dopo qualche settimana avrei potuto tenerla". Quando fu sicuro iniziò a scrivere le parole. Il titolo provvisorio di Scrambled Eggs (Uova strapazzate) divenne il tormentone preferito degli altri Beatles. Lo prendevano in giro in maniera costante. Paul la suonava a ogni pausa durante le registrazioni di Help!. Cantava: "Scrambled Eggs / Oh, my baby how I love your legs" . Harrison si innervosiva: "Dannazione, parla continuamente di questa canzone. Come se fosse Beethoven!". Passarono i giorni, mesi di oggi divennero ieri, McCartney e George Martin non si mettevano d’accordo sull'arrangiamento, John, George - e per solidarietà anche Ringo - pensavano fosse troppo lontana dalla loro immagine. La canzone restava un sogno non in comune. "Fu in circolazione per mesi e mesi prima che la completassimo – raccontò Lennon -. Divenne uno scherzo tra di noi. Poi un mattino Paul si svegliò e la canzone e il titolo erano entrambi là, completi. In un certo senso mi dispiacque, c'eravamo fatti così tante risate". Paul evidentemente doveva dormire parecchio.

Il racconto di McCartney su come infine trovò le parole della canzone più famosa del mondo ricorda la scena di Troisi in Non ci resta che piangere. "Stavo rimuginando sulle note – ha spiegato -. Poi improvvisamente ho iniziato a sviluppare l'idea ... Yes-ter-day, sud-den-ly, fun-il-ly, mer-il-ly and Yes-ter-day… sì funziona.. All my troubles seemed so far away. E' facile fare la rima con parole come say, nay, today, away, play, stay. Poi Sud-den-ly, e di nuovo, e altre parole che facevano rima: e, me, tree, flea, we…"

"Stavo rimuginando sulle note”, ha raccontato Paul McCartney in un’intervista. Poi improvvisamente ho iniziato a sviluppare l'idea ... Yes-ter-day, sud-den-ly, fun-il-ly, mer-il-ly and Yes-ter-day… sì funziona, All my troubles seemed so far away. E’ facile fare la rima con parole come say, nay, today, away, play, stay. Poi Sud-den-ly” . Impossibile non pensare al grande Massimo Troisi vestito da menestrello nel film scritto con Roberto Benigni nel 1984, Non ci resta che piangere: Yes-ter-ddday.. Mmmm.. Poi tutta questa melodica qua… No? Tutta su yes-ter-ddd-ay…


Il testo racconta un amore del passato, lo fa con nostalgia più che con dolore, con un po' di rimpianto e dolcezza, ma sono solo pensieri. Nati e finiti nell'impossibilità incolpevole di non poter tornare indietro nel tempo, di nuovo, a ieri. Le parole definitive, dopo mesi di prove, arrivarono finalmente il 27 maggio del 1965 a Lisbona durante una vacanza con Jane ad Albufeira, Algarve. Erano ospiti a casa di Bruce Welch, il chitarrista degli Shadows. Anche lì Paul cercava di trovare la forma definitiva del brano. Usava il pianoforte della casa, si fece addirittura prestare la chitarra da Welch per non perdere tempo durante il viaggio verso l'aeroporto. E infine scrisse. "Perché lei se n'è dovuta andare? Non so, non l'ha voluto dire. Ho detto qualcosa di sbagliato. Ora vorrei che fosse ieri". Quella sensazione ancora mai provata. Tre anni prima che Jane bussasse e poi aprisse la porta trovandolo tra le lenzuola con Franny. Quando il loro ieri era ancora un possibile oggi.



La doppia firma. Sebbene scritta solo da Paul, Yesterday fu firmata Lennon/McCartney. Disse in seguito George Martin: "(Yesterday) non era veramente un disco dei Beatles, e io discussi questa cosa con Brian Epstein: 'Sai, questa è una canzone di Paul... Dobbiamo etichettarla Paul McCartney?'. Lui disse: 'No, qualsiasi cosa facciamo, non dobbiamo dividere i Beatles'".

La registrazione. Yesterday fu registrata negli studi di Abbey Road il 14 giugno 1965, quattro giorni dopo il 23esimo compleanno di Paul. Fu la prima canzone eseguita da un solo componente della band, nessun altro dei Beatles, oltre a McCartney e a un quartetto d'archi, partecipò. McCartney alla chitarra acustica e voce, Tony Gilbert (violino), Sidney Sax (violino), Kenneth Essex (viola), Peter Halling/Francisco Gabarro (violoncello). John, George e Ringo, per la prima in assoluto, uscirono dalla stanza quando entrarono gli altri musicisti.

Pubblicazione. Uscì nel Regno nell'agosto 1965, inserita nell'album Help!. Il 13 settembre arrivò negli Stati Uniti come singolo (b-side, Act Naturally), in Italia arrivò lo stesso anno. Il genere è definito 'baroque pop', l'etichetta era Parlophone records per il Regno Unito, e Capitol per gli Usa. Produttore George Martin. Subito dopo la sua pubblicazione in Inghilterra Matt Monro, noto anche come 'the man with the golden voice', ne registrò la prima cover raggiungendo la top ten nelle classifiche britanniche.

Un rifiuto 'lungimirante'. Prima che i Beatles la registrassero, la canzone venne offerta a Chris Farlowe ma lui la rifiutò perché "troppo tenera".

Dal vivo. E' la prima canzone suonata dal vivo da un solo beatle . Anche durante il concerto allo Shea Stadium, sul palco uscì solo McCartney con la chitarra e una base preregistrata. La eseguì live durante la terza apparizione dei Beatles all'Ed Sullivan Show e anche durante il loro ultimo tour. Per anni è stata la più passata alla radio, superata solo nel 1999 da You've Lost That Lovin' Feeling. Sempre nel '99 è stata nominata miglior canzone del secolo da un sondaggio di BBC Radio 2, quella DI tutti i tempi per la rivista Rolling Stone e per MTV l'anno successivo. Nel 1997, il brano è stato inserito nella Grammy Hall of Fame. Broadcast Music Incorporated (BMI) afferma che è stata eseguita più di sette milioni di volte solo nel 20° secolo. Secondo le statistiche in questo esatto momento, una radio da qualche parte del mondo sta facendo ascoltare Yesterday.

E’ il brano di McCartney. Scritto da solo, e perfino considerato troppo ‘morbido’ dagli altri, che sostenevano non li rappresentasse. John, Ringo e George uscirono dallo studio quando Paul entrò ad Abbey Road per registrarla, il 14 giugno del 1965. Al loro posto, un quartetto d’archi. E anche dal vivo la cantò da solo. Perfino durante il concerto allo Shea Stadium, sul palco uscì McCartney con la chitarra e una base preregistrata. Così come alla loro terza apparizione dei Beatles all’Ed Sullivan Show e durante l’ultimo tour. In questo video McCartney presenta il brano per la prima volta, introdotto da Harrison


Cover. Il Guinness Book of Records enumera più di 1600 cover registrate nell'arco di 20 anni: tra il 1965 al 1985 (VIDEO). Wikipedia ne conta 2200. Tra quelle di Joan Baez, Bob Dylan, Frank Sinatra, Elvis Presley, Ray Charles, Willie Nelson, Marianne Faithfull, Marvin Gaye, Tom Jones, Wet Wet Wet, Placido Domingo, Boyz II Men ma anche Mina, Claudio Villa. Paul McCartney la canta con i Linkin Park e Jay-Z all'assegnazione annuale dei Grammy del 2006: è la (discutibile) versione Numb -EncoreYesterday.

Il plagio indimostrabile. Quelle note erano già passate a Napoli, un secolo prima di arrivare nella mansarda di Londra. Nel 2006 Italo Lilli Greco, compositore italiano e produttore di Conte, De Gregori, Avion Travel, Venditti, affermò che Yesterday era ispirata alla canzone napoletana Piccerè Che Vene a Dicere, del 1895. Ma quella non è stata immortale. Tra gli oltre trentamila titoli conservati nell'Archivio sonoro della canzone napoletana non ce n'è traccia, storici e collezionisti non la conoscono, e nemmeno usando la presunta data di composizione si riesce a risalirvi.


La preferita degli ascensori. E' stata la prima canzone con cui i Beatles, fino a quel momento prerogativa di un pubblico di 'giovani', conquistarono la fetta adulta del mercato discografico. Non era un pezzo ballabile ma si poteva anche solo ascoltare e questo avvicinò la generazione più anziana. E' anche la canzone del loro repertorio più volte riarrangiata solo strumentale per fare da sottofondo musicale in ascensori, aeroporti e grandi magazzini. L'altra è Here Comes The Sun.

I 'no' di Michael Jackson e Yoko Ono. McCartney chiese a Michael Jackson il permesso di poterla utilizzare nel suo film Give My Regards to Broadstreet. Jackson, che aveva comprato i diritti sul catalogo dei Beatles, non acconsentì, e litigarono. L'altro 'no' fu quello dato da Yoko Ono quando McCartney le chiese di poter cambiare l'ordine dei nomi nei crediti per l'album in uscita The Beatles Anthology. Lei rifiutò e Yesterday uscì firmata Lennon/McCartney, come sempre dai tempi di Please Please Me e With The Beatles (prima di allora era McCartney/Lennon). Solo nel 2003, Paul riuscì a invertire l'ordine. Lo fece quando scelse le 19 canzoni dei Beatles per il suo album Back In The US. A Yoko disse che quello con John del 1962 sui credits era solo un accordo informale, e che aveva il diritto di cambiare l'ordine dei nomi. Ma lei non è mai stata d'accordo.

Il commento di John, 'Come dormi?'. Lennon ebbe un rapporto di amore e odio con Yesterday, pur riconoscendone l'indiscutibile bellezza. Si riferisce al brano nella canzone anti-McCartney How Do You Sleep? l'ottavo brano contenuto nell'album Imagine del 1971. Nel testo, il gioco di parole è nella frase: ''The only thing you've done was yesterday, and since you've gone you're just another day" (la sola cosa che hai fatto è stata ieri, e dal momento che te ne sei andato, sei solo un altro giorno). Il riferimento è ai due brani di Paul, Yesterday e Another Day, il primo singolo da solista pubblicato dall'ex Beatle nel 1971 dopo l'uscita dal gruppo. Lennon riteneva che Another Day rappresentasse l'esempio dello stile eccessivamente pop di McCartney solista, e la definisce "muzak", in poche parole, da sottofondo per grandi magazzini.