MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Art Garfunkel: "Che idiota il mio amico Paul Simon, mi lasciò al massimo della gloria"


ART Garfunkel canticchia tra sé e sé mentre attraversa la lobby dell'albergo. A 73 anni quelli che erano i suoi riccioli dorati sono diventati i bianchi semi di un dente di leone. E non è certo alto quanto uno si potrebbe immaginare: a trarre in inganno, forse, è il fatto che per tutti quegli anni ebbe accanto a sé il basso Paul Simon. "Sono qui a farmi torturare" esordisce. Non mi guarda negli occhi.

Da chi, da me?
"Dalla stampa. Sono nervoso".

Possibile che una persona che è stata in grado di esibirsi davanti a mezzo milione di persone (come fecero lui e Paul Simon nel 1981 per la loro storica riappacificazione al concerto di Central Park) adesso si senta nervosa all'idea di parlare con un giornalista?
"Beh, anche in quel caso ero nervoso. Quando sei sul palco ti senti vulnerabile, esposto, ti può capitare di dimenticare le parole di una canzone. Questo è un mestiere che richiede coraggio. Canto da quando avevo cinque anni. Cantare è la mia identità".

Da quando Simon e Garfunkel si sono separati, nel 1970, Art si è sposato due volte, ha tirato su due figli maschi, ha fatto carriera nel cinema, ha viaggiato in lungo e in largo in America e in Europa - "per allontanarmi dalla gente" - e ha continuato a incidere. Anche se i suoi successi da solista sono stati scritti da altri, e anche se era Paul Simon a comporre tutti i pezzi del duo, anche lui compone. Per lo più poesie in versi sciolti. Scritti a mano.

"Non ho mai comprato un computer o un telefonino" dice. Fa anche molta matematica, avendola imparata da studente alla Columbia: "Sono preciso. Penso sempre in termini di frazioni. Gioco con i numeri e li trasformo in frazioni" dice. A un certo punto ha anche insegnato matematica, negli anni 70, benché fosse una popstar di fama internazionale. "Mi ero appena sposato e trasferito in Connecticut e nei paraggi c'era una scuola preparatoria. Così sono andato a insegnare matematica. Quella fu una fase molto strana della mia vita: smetterla con Simon & Garfunkel all'apice del successo e andare a insegnare matematica. Spiegavo ai ragazzi un problema, domandavo se avessero qualcosa da chiarire e invariabilmente mi chiedevano: "Come erano i Beatles?"".
Video


Gli chiedo anch'io dei Beatles, in particolare di George Harrison, che riteneva che il suo talento fosse sempre in secondo piano. "Un giorno, a una festa, mi si avvicinò George e mi disse: "Il mio Paul è per me quello che il tuo Paul è per te". Quello che intendeva dire è che l'effetto psicologico su noi due era il medesimo. I nostri Paul ci mettevano ai margini. Io credo che George si sentisse represso da Paul e che avesse notato la stessa cosa in me rispetto a Paul Simon. McCartney è stato un musicista straordinario che ha dato alla band tutta la sua energia, ma si è preso in cambio gran parte della sua gloria".

Poco prima di dividersi, il duo Simon & Garfunkel pubblicò quello che sarebbe diventato l'album più venduto nella storia, Bridge Over Troubled Water. Gli chiedo come mai decisero di abbandonare un successo così eccezionale. "Accadde qualcosa di molto strano. Non fui io a volerlo. Voglio essere sincero e dire la pura verità senza prendermela con Paul Simon, ma in effetti sembra da scellerati buttare alle ortiche la fama che si è conquistata e dire addio al successo. È una cosa da pazzi. Quello che avrei voluto era prendermi una pausa da Paul, perché mi stava dando veramente sui nervi, e non ne potevo più. Ma mi sarebbe bastata una pausa di qualche mese, fino alla fine di quell'anno".
Video


Art Garfunkel è un tipo difficile da inquadrare. Da una parte pare logorarsi per l'amarezza di essersi separato da Paul Simon, ma dall'altra parla del suo vecchio amico con profondo affetto. Gli dico che ho una domanda da rivolgergli e deve aver già indovinato di che si tratta. "Se farò un altro tour con Paul, vero? Beh, è fattibile. Quando ci troviamo - io, lui e la sua chitarra - è una vera delizia per le orecchie di entrambi. È come se una piccola bolla ci avvolgesse e ogni suono ne uscisse senza sforzo alcuno. Andiamo in perfetta armonia. Per quanto mi riguarda quindi, direi: perché no, finché siamo ancora vivi? Del resto, la penso così da decenni. La pensavo così anche nel 1971".

A un tratto pare quasi che si rivolga al suo vecchio amico, più che a me, e dice: "Come fai ad abbandonare questo posto fortunato, sul tetto del mondo, Paul? Che ti succede, razza di idiota? Come hai potuto rinunciarci, deficiente che non sei altro?". Mi chiedo se Paul Simon non possa avere il complesso di Napoleone. Tra di loro non ci sarà in sospeso una questione legata all'altezza? Garfunkel mi risponde: "Credo proprio che tu l'abbia azzeccata". Racconta che a scuola si dispiaceva che Paul soffrisse a causa della sua bassezza, e cercava in ogni modo di tirarlo su offrendogli affetto e amicizia. "Ma il mio gesto ha creato un mostro. Basta, fine dell'intervista".