MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Bono in giacca canta la sua adolescenza Concerto teatrale, nessuno è scontento


VANCOUVER
Bono Vox ha smesso il giubbotto di pelle. E’ in giacca scura per la prima volta, un cambio d’epoca. La curiosa acconciatura liscia all’indietro vira al biondo. Sembra un fumetto, ma dà anche l’idea di una sorta di capitolazione alla maturità, l’abbandono di quel giovanilismo che rende patetiche molte rockstar. Dopo 35 anni di vita, la carismatica band dublinese prende atto che il tempo passa: di mezzo ci sono anche gli acciacchi del vocalist dopo la pesante caduta in bicicletta dell’anno scorso (non suonerà la chitarra), e proprio alla fine del primo concerto, l’altra sera, è caduto di sotto anche The Edge, mentre camminava suonando «I Still Haven’t Found What I’m Looking For», l’ultima canzone; si temeva il peggio, ma poco dopo una foto del braccio spellato, pubblicata sul suo profilo Instagram, dirà che almeno lui non s’è rotto.
Non è una resa quella degli U2, ma un rilancio verso altri modi di raccontarsi. All’Arena Rogers di Vancouver, con due acclamatissime performances davanti a 15 mila persone, l’altra sera e ieri, nelle arene dopo anni di stadi, hanno mostrato di saper ancora stupire con gli ingredienti alla base della loro successo: sentimenti, passione, tecnologia. «INNOCENCE+eXPERIENCE tour», in maiuscolo, 24 brani e due ore di musica, porterà al Palaolimpico di Torino nel debutto europeo, il 4 e 5 settembre prossimi, un concerto teatrale, tenero e spettacolarmente assai innovativo. Due palchi: il grande, rettangolare e arredato con i soli strumenti (l’amplificazione è appesa in alto) è collegato a una pedana rotonda attraverso una lunghissima passerella.
Il focus è l’immenso schermo trasparente che sormonta per intero la passerella medesima. I musici vengono proiettati live, mescolati ai filmati e a deliziosi disegni che commentano la musica, con effetti inediti. Ma il focus dovrebbero essere le canzoni, no? Quel «Songs of innocence» uscito ex abrupto su iTunes (dono non a tutti gradito,e trattato male dalla critica italiana) non ha avuto per la gratuità il riscontro delle vendite, e solo ora gli U2 lo misurano sul pubblico. L’album - dolce ma non nostalgico - sull’adolescenza dublinese di Bono e dei suoi, è il terreno di gioco del concerto, che parte proprio dal riff assassino di The Edge in gran tiro, con «The Miracle (of Joey Ramone)», la scoperta dalla provincia di un mondo altro, con il punk e nuovi orizzonti; gli U2 fanno seguire le tempeste ormonali originali di «Out of Control» dal primo disco «Boy» del 1980. La voce di Bono, da allora, è solo migliorata, sono state qui minime le incertezze e molto caldo il dialogo fra il suo falsetto e The Edge al piano, in «Every Breaking Wave», ballad ispirata.
Passato simbolico e presente si alterneranno per tutta la serata, da «Vertigo» a «Cedarwood Road», indirizzo di Bono ragazzo: la sua cameretta scorre sullo schermo, e lui ci sta dentro e la racconta.
Ma il vero effetto speciale, per la band, è il tuono di una bomba che scoppia a metà serata dallo schermo, facendoci sobbalzare: è il momento della rivisitazione dei conflitti dublinesi dei ‘70, fra cattolici e protestanti. Arriva l’epica «Sunday Bloody Sunday» e poi «Raised by Wolves» che canta appunto un’autobomba scoppiata vicino a casa. Gli U2 riaprono il libro della memoria con la scritta «Ireland needs truth and conciliation, everyone needs truth and conciliation», mentre i volti dei morti del ‘74 scorrono sullo schermo. Altra parte impegnata, con citazione di Paul Simon e Stephen Hawking che parla di potere e politica, è l’auspicio di Bono di sconfiggere l’Aids con l’aiuto dell’organizzazione RED, di cui è fondatore. Il concerto però è molto in leggerezza: in «The Sweetiest Thing» una ragazza viene invitata a salire, le fanno fare con lo smartphone riprese rilanciate sullo schermo, idea abbastanza banale di questi tempi. C’è anche celebrazione dei grandi del rock, con i volti di Lennon, Lou Reed, Patti Smith, Sex Pistols, nella loro splendente gioventù: ricordi d’autore.
Vecchie sacre canzoni («I Will Follow», «Bullet the Blue Sky», «Pride», «With or Without You», «Misterious Ways») scorrono riscritte, private un poco della loro magia originaria. La seconda parte del concerto introdurrà altre canzoni, nelle serate seguenti, rispolverando un grande passato. Ma il concerto non manda a casa nessuno scontento.

Marinella Venegoni