MUSICA




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MUSICA
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Ritorna Cassandra Wilson e canta le canzoni di Lady “Day”


La prima a celebrare il centenario della nascita di Billie Holiday è stata Cassandra Wilson, una cantante che non “mastica” solo jazz ma è sulla scena internazionale con diverse suggestioni musicali. La sua voce è una delle poche veramente inconfondibili, così come lo era quella di Billie, pur essendo completamente diverse l’una dall’altra.

Se c’è una cantante che, almeno sulla carta, sarebbe stata inadatta, vocalmente parlando, a rendere un tributo a Billie Holiday era proprio Cassandra Wilson. I puristi del jazz, e soprattutto i più forti estimatori della grande Billie, probabilmente sarà meglio che stiano lontani da questo disco perché, diciamolo subito, nonostante esso sia la celebrazione di una cantante di jazz (secondo alcuni la più grande in assoluto) è lontano anni luce dal tipo di disco che incideva Lady “Day”.



Altri tempi, altra musica? No, perché si parla di brani talmente famosi che sono entrati da tempo nel patrimonio degli evergreen musicali internazionali e che sono stati interpretati in più occasioni dai più grandi cantanti e musicisti del mondo. Brani jazz veri e propri, blues e canzoni leggere che Billie Holiday comunque interpretava alla sua maniera e dando loro l’impronta fondamentale del jazz.

Qui di jazz ce n’è poco e, aggiungiamo, per fortuna. E non perché sia un genere musicale che non ci piace, sia classico che moderno, ma perché far cantare a una cantante con la voce di Cassandra Wilson alcuni dei brani resi più celebri proprio dalla voce di Billie Holiday sarebbe stata impresa impossibile e, se provata, sicuramente fallimentare: ne sarebbe venuto fuori il solito disco celebrativo, già fatto in altri anni da tante altre pur brave cantanti, ma chi l’avrebbe inciso questa volta, per meglio ricordare e “omaggiare” Billie Holiday, sarebbe forse caduto nell’errore di avvicinarsi troppo allo stile originale della cantante, magari scegliendo anche musicisti e arrangiamenti più vicini a quello che ne era lo spirito.


Ascoltate, invece, (ma un titolo vale l’altro) come Cassandra esegue, per esempio, “Strange Fruit”: al di là della partecipazione emotiva che si coglie nella sua voce, e non sarebbe potuto accadere diversamente, l’accompagnamento musicale vira dal jazz di 360 gradi e si veste invece di un suono cupo, post-punk, che richiama alla mente una sala invasa dal fumo e da presenze non facilmente identificabili. E questo perché chi la fa da padrone, oltre agli strumenti a corda dei nomi importanti che hanno partecipato alla session, è una sezione di quartetti di archi. E Il basso di Martyn Casey insieme al piano e all’organo di John Cowherd portano il sound in zona cold-rock. La Wilson, anche lei suonatrice di chitarra, fa raggiungere alla canzone un livello altissimo e allontanandola completamente dalla versione originale, che rimane così il gioiello assoluto per la voce di Lady “Day”.

In “I’ll Be Seeig You”, l’atmosfera diventa più “metropolitana” dal colore e sapore “dark” di oggi, con Cassandra che quasi sussurra la canzone e, dato l’argomento della stessa, non poteva fare scelta migliore.

Tutte le altre sono sulla stessa linea perché si è lavorato partendo dalla produzione non scelta a caso: è stata affidata infatti a Nick Launay (che ha lavorato, giusto per citare qualche nome che ne identifichi il suo modo di fare musica, con Nick Cave, Lou Reed, Kate Bush e tanti altri nomi importanti ancora). I musicisti, oltre alla stessa Cassandra, sono, tra gli altri, i chitarristi Kevin Breit, T. Bone Burnett e Nick Zinner, al piano Jon Cowherd, il bassista Martyn P. Casey, il batterista Thomas Wydler mentre la sezione ritmica è stata affidata a The Bad Seeds. Diversi di essi hanno già lavorato con la Wilson, altri costituiscono delle novità per lei ma non lo sono per il panorama musicale odierno, che suonano il blues di oggi e la Wilson vi si trova perfettamente a suo agio. Gli arrangiamenti sono di Van **** Parks. Il disco è stato inciso negli studi Seedy Underbelly di Los Angeles a fine 2014 e pubblicato il 7 aprile scorso, data di nascita di Billie.


Il titolo “Coming Forth by Day” è la traduzione in inglese dall’egiziano “Libro dei Morti”, che contiene una serie di formule magiche beneauguranti che servivano per accompagnare il morto nel suo cammino verso l’aldilà.

Nel book-let che accompagna il disco lei dichiara: “I come from Billie by way of Abbey Lincoln” e non cita una cantante a caso: in sostanza lei conosce la maniera di come Billie cantava ma ammette anche che ci sono state cantanti che pure l’hanno ispirata e soprattutto conosce se stessa e quello che può fare di una canzone quando essa è di valore.

L’ultimo brano presente nel CD è “Last Song (for Lester)” e rappresenta una specie di riscatto che Cassandra Wilson dona a Billie Holiday: la canzone, infatti era quella che Billie avrebbe dovuto cantare al funerale del sassofonista Lester Young, suo compagno in vita, ma che le fu impedito di fare dai parenti di lui. Gliela dedica ora Cassandra a nome di Billie in chiusura-suggello di questo disco importante e da aggiungere alla vostra discoteca.

Oltre al CD, contenente un ricco book-let in cui Cassandra racconta la genesi del disco, è in commercio anche la versione in vinile e un must imperdibile avente la stessa copertina e a edizione limitata: la versione vinile in dodici pollici del disco con due canzoni: “You Go To My Head” e “The Mood I’m In” cantate dalla Wilson in facciata A e da Billie Holiday in facciata B (tra l’altro la seconda canzone è una versione inedita di Billie e per la prima volta messa in commercio).

Carlo Tomeo

Cassandra Wilson - I'll Be Seeing You