MUSICA




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Milano, alla Scala va in scena la Turandot in un clima di alta tensione


Che sia l'effetto fari del mondo puntati a Milano, o siano gli echi di guerriglia urbana dai non lontani Piazzale Cadorna, Via Carducci e via Monti, fatto sta che questa al Teatro Alla Scala è stata una Turandot, bella ma ad alta tensione come mai neppure alle prime di Sant'Ambrogio. Impossibile accedere alla Piazza della Scala da ogni dove. Le zone antistanti il teatro sono rimaste deserte, i curiosi tenuti alla larga fino al limitare con la Galleria, con le camionette e i blindati della polizia posizionati a ogni angolo. Non certo un problema per il direttore Riccardo Chailly, che con questa opera amatissima ha dato da par suo un “La” davvero internazionale a questo primo giorno di Expo.

Fra i protagonisti assoluti proprio il soprano e principessa Turandot, Nina Stemme, e nel ruolo di Altoum, Carlo Bosi, mentre in quello di Timur Alexander Tsymbalyuk e in quello di Liù la come sempre bravissima Maria Agresta. La coinvolgente regia è di Nikolaus Lehnhoff. Fin qui, al primo atto, questa Turandot è apparsa caratterizzarsi per la ricchezza di colori e di movimento, fortemente voluti in questa favola dalla bacchetta ineccepibile di Chailly, che a suo tempo collaborò direttamente anche il maestro Luciano Berio, autore del finale prescelto dal direttore e di cui il compositore ebbe a confrontarsi anche con il regista Lehnhoff.


E tuttavia il pubblico, che ha apprezzato senza risparmio, è sembrato risentire della tensione in esterna con le pressanti misure di sicurezza, che hanno reso difficilissimi i movimenti anche a noi giornalisti, e che non hanno aiutato a risollevar gli spiriti, dopo le notizie degli scontri in città. Speriamo dunque che la tensione di questo primo maggio si stemperi con oggi e con gli applausi che già alla fine del primo atto hanno celebrato questa direzione.

Intanto in rappresentanza delle istituzioni erano presenti il padrone di casa, il sindaco Giuliano Pisapia, che dopo il benvenuto ha però lasciato il teatro per una riunione in prefettura, il presidente emerito Giorgio Napolitano con la signora Clio, il premier Matteo Renzi con la moglie Agnese e la figlia Ester, il ministro della cultura Enrico Franceschini, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, il commissario di Expo, Giuseppe Sala, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi con la signora Adriana, l'ex premier Mario Monti con la signora Elsa, l'ex sindaco Letizia Moratti, Gianni Letta con la moglie.

Infine la bella notizia che la Turandot, che il primo maggio ha inaugurato il programma di Expo al Piermarini, è stata seguita in diretta anche dai detenuti della Casa Circondariale di San Vittore e delle Case di Reclusione di Opera e Bollate.

Milano Expo, la Scala blindata - L'amarezza per la festa rovinata


Era attesa come una «prima», forse più di una «prima» la serata di inaugurazione dell’Expo alla Scala con la Turandot di Giacomo Puccini. Ma si è svolta in una Milano ancora scossa dalle immagini dei violenti scontri del pomeriggio al corteo no Expo. Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha salutato il premier Matteo Renzi e le autorità ma poi è uscito e se n'è andato, come anche il prefetto Francesco Paolo Tronca, per rientrare dopo oltre un'ora: a Palazzo Marino è stata organizzata una riunione urgente con il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli, quello ai Trasporti Pier Francesco Maran e quello alle Politiche sociali Pier Francesco Majorino. «Non è stato Genova ma abbiamo avuto i nostri danni», ha riferito il sindaco al suo ritorno. «Cercheremo di dare risposta sia con un contributo economico sia con una risposta di senso civico. Domenica andremo in giro per la città per stare con i cittadini. La giornata è stata rovinata da idioti delinquenti, valutiamo di costituirci parte civile visto che ci sono fermati e spero arrestati».
shadow carouselMilano, Turandot: i vip alla prima e l'opera

Nel foyer non si è parlato d'altro che dei disordini: tutti si sono riconosciuti nelle parole del commissario unico Giuseppe Sala, «una festa rovinata, è un peccato in un momento come questo con tutto il Paese raccolto intorno ad Expo. Le idee si rispettano ma è difficile capire le idee di questi violenti». Da Livia Pomodoro ad Anna Maria Tarantola, da Gabriella Magnoni Dompé a Emanuele Fiano, la sensazione è che la festa di Expo sia stata funestata. Giorgio Armani ha commentato: «C'era da aspettarselo, la cosa non ci ha colti di sorpresa, peccato. Capisco le ragioni di chi manifesta per le sue idee ma sono contrario alla violenza». «Non bisogna ingigantire questi fatti, perché in tutte le città d'Europa si verificano simili episodi», è stato il commento dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «In questo caso si tratta di nuclei di puri violenti che rischiano di rovinare il lavoro di tanti», ha concluso Napolitano.
È stata invece subito smentita la notizia che, all'incirca a metà serata, fosse stato rafforzato il cordone di sicurezza attorno al teatro per l'assemblamento di altri manifestanti.

Sul podio Riccardo Chailly, al debutto in veste di Direttore Principale del Teatro alla Scala. Sul palco reale Matteo Renzi, anche lui al debutto alla Scala in veste di presidente del Consiglio. Al suo fianco l’ex presidente Giorgio Napolitano e i ministri Maurizio Martina e Dario Franceschini. In sala Letizia Moratti, Giorgio Armani, altri politici, imprenditori, investitori di Expo e personaggi del mondo della cultura italiana. E poi il pubblico pagante: i biglietti migliori costavano come quelli di una normale serata, 300 euro compresa prevendita.

Questa «Turandot», che presenta una scena ricorrente tutta rossa a simbolizzare il palazzo della principessa cinese, è stata messa in scena, per la prima volta, nel 2002 ad Amsterdam dal regista Nikolaus Lehnhoff e qui ripresa con alcune variazioni (le scene sono di Raimund Bauer). Come lo spettacolo di allora, ripropone il finale dell’opera composto da Luciano Berio, e non quello di Franco Alfano, più comunemente eseguito. Questo finale scelto per l’opera incompiuta di Puccini viene eseguito per la prima volta in forma scenica alla Scala. Berio lo compose nel 2001 riprendendo per la prima volta 23 dei complessivi 30 schizzi lasciati da Puccini; la prima assoluta fu diretta da Riccardo Chailly nel 2002 al Festival delle Canarie.

La prima si è chiusa con dieci minuti di applausi. Ovazione per la protagonista, Nina Stemme e, ancor di più, per Maria Agresta nei panni di Liù, mentre i battiti delle mani hanno solo parzialmente coperto qualche "" indirizzato dal loggione ad Aleksadrs Antonenko, che ha interpretato il principe Calaf. Coro di consensi per il maestro Riccardo Chailly, da venerdì sera direttore principale del Piermarini. «Stiamo ancora vibrando. È stata una bellissima serata», ha detto Riccardo Chailly. «È bello sentire il teatro così coeso - ha aggiunto - spero che il pubblico abbia percepito quello che abbiamo percepito noi e sono felice per Puccini e l'idea di allestimento che apre Expo alla Scala con grandissima musica e il finale di Berio».