MUSICA




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MUSICA
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James Taylor a Milano, il report del concerto


Un cane abbaia, nel silenzio della sala degli Arcimboldi. James Taylor interrompe la storia che sta raccontando prima di cantare una canzone e, senza scomporsi, con un sorriso dice “Easy, dog”. Poco prima, ad una spettattrice che aveva urlato il suo amore per il cantante usando un altro momento di pausa, aveva risposto, sempre con un sorriso ironico: “Ma sei davvero tu”?.

E’ anche da questi particolari che si giudica un cantante, dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia, per parafrasare la canzone. E di altruismo il cantautore americano ne ha a pacchi, tanto da passare i 20 minuti della pausa tra le due parti del suo concerto in platea, tra il pubblico, a firmare autografi e a prestarsi a selfie. Quando la band attacca la nuova “Stretch of the highway” lui è ancora lì, tra la gente.

E’ un concerto dalla collocazione strana, quello di James Taylor. Ama l’Italia e l’Italia lo ama: torna nel nostro paese con regolarità - non quella di Patti Smith, ma quasi. Il concerto agli Arcimboldi è l’ultima di 6 date, nonché l’ultimo di un tour europeo, posto curiosamente in anticipo di due mesi alla pubblicazione di “Before this world”, primo disco di inediti in ben 13 anni. Ma a questa fase della carriera, le routine saltano: anche se non ha più inciso nuova musica, James Taylor non ha mai smesso di suonare.

A Milano si presenta con una formazione estesa, di 7 elementi. L’attacco è da brividi: “Something in the way she moves”, “la mia prima canzone”, e ricorda quando la suonò per Paul McCartney e George Harrison, che gli diedero un contratto discografico: “Fui fortunato a trovarmi al posto giusto al momento giusto”, quasi si sminuisce. Poi presenta una delle tre canzoni nuove in scaletta, “Today today today”: il sound è quello di sempre, tra scrittura americana classica, coloriture black (ha ben tre coristi) e qualche accenno folk con il violino. Delle tre novità colpisce soprattutto “You and I Again”, uno dei pochi momenti in cui abbandona la chitarra, per una ballata centrata sul piano, la storia di un amore “adulto”, un “amore che va oltre la vita”, spiega lui stesso. La scaletta è identica a quella di tutte le altre date, e unisce i classiconi, alcuni dei quali nella prima parte come “Carolina in my mind” (“la scrissi mentre ero in studio per i Beatles, perché mi mancava casa”, ricorda), o “Sweet baby James”, ad altre forse un poco meno note ma non meno belle come "Lo and behold" e "Handy man".


E, ancora una volta, il coraggio e la fantasia di James Taylor vengono fuori nell’uso della sua voce (strepitoso quando gioca a fare il bluesman in “Steamroller"), ma anche negli arrangiamenti, che vanno oltre la classica canzone cantautorale americana, grazie soprattutto ai groove della sezione ritmica, Jimmy Johnson al basso e soprattutto Steve Gadd alla batteria (“Una piccola leggenda”, lo presenta Taylor ed è understatement anche questo, visto la meritata fama che Gadd ha tra artisti e appassionati del genere).

Se c’è un difetto nello show è semmai nella scenografia, 6 schermi verticali che all’inizio sembrano dei grattacieli luminosi, ma che più avanti mostrano immagini troppo didascaliche (strade su “Country road”, la mappa della Carolina, e così via). Ma sono dettagli: la chiusura di entrambe le parti è un coro unico con “Shower the people” che anticipa l’intervallo e “Mexico” e “Your smiling face” che portano ai bis. C’è tempo ancora per una piccola pantomima che anticipa sia “How sweet it is (to be loved by you)” sia “You've got a friend”, in cui James Taylor fa finta di consultarsi con la band, come se davvero fosse indeciso se cantare quei due brani.
Sono passate due ore dall’inizio, e sembra siano passati cinque minuti: è il miglior complimento che si può fare al concerto James Taylor. Un concerto e un atteggiamento che sono l’incarnazione della classe.



SETLIST

Prima parte

Something in the Way She Moves
Today Today Today
Lo and Behold
Wandering
Everyday
Country Road
Millworker
Carolina in My Mind
One More Go Round
Sweet Baby James
Shower the People


Seconda parte

Stretch of the Highway
You and I Again
Hour That the Morning Comes
Handy Man
Steamroller
Fire and Rain
Walking Man
Mexico
Your Smiling Face

Encore:

Shed a Little Light
How Sweet It Is (To Be Loved by You)
You've Got a Friend