MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Record Store Day e scomparsa dei dischi (si pensa al vinile, si lavora allo streaming)

Enzo Mazza presidente Fimi e l’industria intera non avranno scelto a caso il giorno (oggi) per divulgare la notizia che secondo Il Digital Music Report di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) a livello mondiale per la prima volta i ricavi provenienti dalla musica digitale sono pari a quelli generati dai supporti fisici. Sono cresciuti del 6,9 per cento i ricavi digitali, arrivando al 46 per cento delle vendite. Dicono i dati che, inevitabilmente come scrivevamo qualche tempo fa, lo streaming finirà per farla da padrone, con un più 39 per cento di ricavi nei servizi di abbonamento, mentre sta declinando il download (meno 8%), a questo punto da considerare solo come una fase di passaggio dalla musica fisica a quella liquida.
Al primo posto nei combattimenti per assicurarsi il primato nello streaming, secondo il comunicato, ci saranno nel 2015 i tre “maggiori soggetti a livello globale”: YouTube Music Key, Tidal di Jay Z (appena annunciato e già ai vertici, ma esisteva già sotto altro padrone), e il futuro servizio che è annunciato da Apple (non ancora nato ma già ai vertici, come certi figli di papà). Pensate quanta fatica toccherà fare a Spotify, il colosso.
Comunque il supporto fisico ancora resiste con qualche eroismo, perché con tutto quello che è successo, detiene la metà del mercato. E’ questa è una notizia da sottolineare: il fisico domina in paesi come la Francia (57%), Germania (addirittura 70%), Italia (61%) e Giappone (78%, i più tenaci sono anche i più storicamente tecnologici).
E allora perché, proprio oggi, questo annuncio?
Perché in questi giorni si parla di dischi, molto.


IL RECORD STORE DAY

Sabato sarà il Record Store Day, in tutto il mondo. E’ la giornata dedicata ai negozi indipendenti di dischi, quelli di un tempo che hanno fatto la fortuna di Nick Hornby che li raccontò in “Alta Fedeltà” (gli altri libri, non più così brillanti). Quelli dove andarsi ad abbeverare, o nutrire, quando si attribuisce alla musica un valore emozionale/sentimentale specifico, che presuppone un ascolto dedicato, di attenzione e passione per l’artista, il suono, i testi, la produzione. Insomma cose dell’altro mondo, che però resistono tenacemente come quei famosi giapponesi nella giungla, che stavano lì ignari che la guerra fosse finita.
Si parla soprattutto e quasi solo di dischi di vinile, robe di altre epoche, che sembravano defunti agli inizi degli Anni Ottanta e invece stanno risorgendo come la stagione di Mani Pulite (cioè un po’ sì, ma solo apparentemente).


LE VENDITE DEL VINILE

Il comunicato della FIMI parla di una crescita del 54,7 per cento, pari (tenetevi stretti) al 2% del mercato globale. In Italia il vinile ha segnato un più 84% (segno che partivamo quasi da zero) e costituisce il 3 per cento del tutto (segno che si vende poco).
Quel che è chiaro, è che il Record Store Day sta diventando con il tempo un bel marchio commerciale, con il suo bravo ambasciatore nuovo ogni anno (quest’anno tocca a Dave Grohl) e una montagna di opere dedicate da far uscire nel giorno dell’evento. Essere partecipi è molto cool, e sono molto cool gli artisti che vi si dedicano, in verità.
Siamo "cool" pure noi che ce ne occupiamo, e vediamo il tenero vinile come ultima bandiera di uno spirito che si va perdendo. Prendiamoci un po’ in giro, noi “cool”… ma è tutta acqua che arriva al mulino della musica. E va bene così.
(troverete qui sotto una bella canzone di Shel Shapiro, che sono andata a scovare nelle cantine di You Tube. Volevo una canzone che parlasse di amore per la musica, e questa me la ricordavo bene e mi sembra più sincera di "Vivo per lei", onestamente).

Marinella Venegoni