MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Zibba, un disco per il mio ultimo anno


Un disco che racconta di lui e dell'ultimo - vertiginoso - anno e mezzo, un messaggio chiaro e forte per mettersi in azione e cambiare ciò che non ci piace, tante collaborazioni e molta scrittura, per sé e per gli altri. Zibba, che l'anno scorso si è fatto conoscere al grande pubblico partecipando al Festival di Sanremo tre le Nuove Proposte e conquistando il Premio della Critica, è tornato con un nuovo album dal titolo evocativo: Muoviti Svelto (AlmaFactory/Believe Digital).

"Il titolo è un consiglio che do prima di tutto a me stesso e poi agli altri per ricordarmi che il tempo è l'unica cosa che abbiamo e che vale la pena spenderlo per cose positive. In generale, facciamo poco e critichiamo tanto: è ora di mettere in moto la nostra vita per migliorare ciò che non ci piace". L'album è la fotografia di un anno vissuto appieno, "un anno 'in giro', tra tanta musica, tanti concerti, tante sensazioni che si sono accavallate, anche per la nascita del mio bambino" e che ora trovano un fil rouge nelle 10 tracce che vedono la partecipazione di artisti come Niccolò Fabi, Leo Pari, Omar Pedrini, Patrick Benifei e Bunna. Amici e colleghi che saranno con lui - tranne Fabi - anche nella prima data del tour che prende il via domani da Milano.

"Gli incontri danno colore nuovo alle mie giornate. Nascono sul cammino, sono piccole magie private", spiega Zibba, al secolo Sergio Vallarino, che dai suoi incontri ha tratto linfa vitale per la sua scrittura, al servizio anche dei colleghi. E ora la sua carriera di autore va ad affiancarsi a quella di cantautore. Ha già scritto per - o come tiene a sottolineare lui 'con' - Eugenio Finardi, Cristiano De André, Michele Bravi, Patty Pravo (la sua canzone sarà nel prossimo album dell'artista). Recentemente ha collaborato anche con Jack Savoretti ("ci siamo trovati insieme su un palco, e da lì è nata la stima reciproca") e a un brano del nuovo disco di Jovanotti. Per il futuro non mette limiti: "Voglio collaborare con chiunque ne abbia voglia. Scrivere per gli altri, mi piace forse più che farlo per me stesso - ammette -. Ed è un modo per confrontarmi con una parte di me che conoscevo meno e per esorcizzare le mie emozioni, che devono trovare una strada per uscire fuori".

Ma Zibba non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua musica, quella suonata dal vivo, per dedicarsi totalmente alla scrittura: "La musica è la mia vita, e vorrei continuare a fare entrambe le cose". Intanto da domani riprende l'attività live in un tour che vedrà una prima parte più minimale, "solo basso e chitarra e suoni da mix", e poi da giugno lo vedrà impegnato con la sua band degli Almalibre per portare in giro il suo disco fino a fine estate.

"Quando scrivi canzoni nuove, hai voglia di farle sentire alla gente il prima possibile", spiega il cantautore che a 37 anni si definisce Generazione Commodore e non ama troppo i social, "troppa violenza, troppe offese e poi senza joystick, non sono capace". Della musica di oggi, lui che si è formato sulle note di Ligabue ("per chi non è stato fondamentale in quel periodo?") e Francesco Baccini ("voce e pianoforte, un misto di jazz e soul, era la cosa che mi sembrava più vicina a me") non ha una grande opinione: "la musica ha smesso di stupirmi con il grunge e i Nirvana. Se ci fai caso, in tutte le melodie che ascolti puoi riconoscere Mozart o Beethoven. Insomma, dopo i Rolling Stones non c'è più niente di originale. E non pretendo di esserlo neppure io!"