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Sanremo, al festival dei tormenti d'amore il podio lo meritano tre donne


Sanremo, al festival dei tormenti d'amore il podio lo meritano tre donne

di Gino Castaldo

Ci credereste? Su 20 delle canzoni in gara al prossimo festival di Sanremo (diventate 20, spiegò Carlo Conti, per sovrabbondanza di qualità proposta), ben 17 parlano d'amore. Con tanto di finestre sulle stelle, venti che portano via, scatenamento di rime, lasciamenti e riprese, morsi, addii e avventure fugaci. Lo scibile sentimentale, rigorosamente di coppia, è esplorato in tutte le sue sfumature, il resto delle cose delle mondo, e sono tante, completamente ignorato. Ovviamente, come da tradizione, questo eccesso di qualità non si percepisce, anzi. Si avverte piuttosto un vento di restaurazione, condito da quella sensazione di posticcio che chissà perché si avvinghia come edera a questi improbabili cast sanremesi.



A cominciare da Bianca Atzei, caduta quasi per miracolo tra i big (nessuno è riuscito a fornire una spiegazione ragionevole) con un pezzo firmato da Francesco Silvestre, cantante dei Modà (Il solo al mondo - Voto 2) il quale del resto spadroneggia come autore con ben altre due canzoni, una scritta per Anna Tatangelo (Libera -Voto 4) e un'altra per Annalisa (Una finestra tra le stelle - Voto 4). Così come spadroneggiano Maria De Filippi e l'emittente radiofonica Rtl, a cui per un verso o per l'altro fanno capo i Modà, la Atzei, i Dear Jack, Annalisa, Moreno e Grazia De Michele. La performance del Volo (Grande amore - Voto 2) sembra una caricatura da telenovela sudamericana. Lara Fabian, belga-canadese con cittadinanza italiana, altra presenza singolare, arriva con la sua potente voce simil Celine Dion ma la canzone è davvero modesta (Voce - Voto 4). Grignani non va oltre i suoi abituali standard (Sogni infranti - Voto 5), e Marco Masini si da molto da fare, con grande passione, ricorda i suoi inizi e potrebbe ben figurare (Che giorno è - Voto 6) se non fosse per il verso "smettila di smettere" per cui meriterebbe una penalizzazione a parte.

Ma a questo punto diciamo pure chi è che se la cava con dignità. Buono il pezzo di Malika Ayane (Adesso è qui - Voto 7) e anche quelli di Chiara e Nina Zilli. Chiara si distingue per il pezzo più accattivante e orecchiabile (Staordinario - Voto 7), e Nina Zilli copia esplicitamente Nina Simone, ma in un festival del genere è comunque un merito (Sola - Voto 7). In un festival normale sarebbero anche le tre da candidare al podio, ma sembra difficile che possa andare così. Se la cavano con dignità anche il piccolo Lorenzo Fragola (Siamo uguali - Voto 6), Raf (Come una favola - Voto 6) e Alex Britti (Un attimo importante - Voto 6), che ha infilato una bella chitarra che fa da contrappunto alla melodia, e infine Irene Grandi il cui pezzo però, almeno al primo ascolto, risulta difficilmente decifrabile, come se non partisse mai davvero (Un vento senza nome - Voto 5).

Amore, sempre amore, fortissimamente amore, e ci casca pure Nesli di fatto ex rapper, con una poco originale canzone sentimentale (Buona fortuna amore - Voto 5) che però introduce almeno un po' di sesso, e ovviamente anche i Dear Jack (Il mondo esplode tranne noi - Voto 5) aggiungendosi alla fila di questi supergiovani di successo che a portare qualcosa di vagamente originale non ci pensano proprio. Non si smentisce neanche Nek, ma lui è un veterano e gli si può perdonare la sua imperiosa canzone da in chiave dance casereccia (Fatti avanti amore - Voto 5).

I tre che non parlano d'amore, bontà loro, sono Biggio e Mandelli (I soliti idioti) che fanno il verso a Cochi e Renato, ma non sono Cochi e Renato, e si sente (Vita d'inferno - Voto 5), Grazia De Michele e Mauro Coluzzi (Platinette) che tentano la strada del teatro sul dramma di una donna nel corpo di un uomo, ma il pezzo risulta legnoso e vagamente retorico (Io sono una finestra - Voto 5), e infine Moreno (Oggi ti parlo così - Voto 6) che almeno rappa, furiosamente, e porta un minimo di scompiglio nella melassa generale.

Se volessimo tentare una sintesi potremmo prendere spunto dal pezzo della Tatangelo, intitolato Libera. Modugno arrivò secondo al festival nel 1960 con Libero. Dopo 55 anni il massino del progresso tollerabile è un cambio di vocale al femminile?