MUSICA




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Forte Forte Forte, la Carrà rinnega il talent blindato per fare la giovane vecchia su Rai1



Della Regina Raffaella Carrà abbiamo tutti un rispetto imperituro. Tanto della showgirl più remixata da Bob Sinclar, quanto della signora dei sentimenti e delle carrambate che tanto hanno fatto per gli italiani, soprattutto per quelli che non potevano comprarsi un volo intercontinentale.

Poi, però, c'è una nuova Raffaella Carrà, quella a cui il ruolo di veterana di The Voice cominciava a stare stretto (dopo due edizioni non vinte, che l'hanno vista eclissata prima da Pelù e poi da J-Ax).

Ed ecco che nasce Forte Forte Forte, dall'equivoco peggiore: quello di un'icona che vuole fare la giovane a tutti i costi. E così sfoggia gli stivali con le cosce a vista o l'accappatoio vedo-non vedo, facendotela scambiare per quell'altra Raffaella (la Fico), rimostra i suoi filmati d'epoca come una Barbara D'Urso qualsiasi. Ma, soprattutto, costruisce un talent su misura della sua dittatura artistica, non puntando su veri giurati, ma su tre nipotini ubbidienti.

Da una parte, i due cori de' nonna che pendono dalle sua labbra e che non sanno parlare l'italiano, così da non darle troppi problemi, dall'altra la nipote ribelle a cui scaricare la parte della stronza. Così nasce Forte forte forte, un programma con la sigla a palla che la nonna vuole ballare con i suoi nipoti in discoteca, a tutti i costi, pur di non accettare gli anni che passano. Perché la Carrà andrà in discoteca anche quando le sarà scaduta la patente.

Il punto è che la Rai ha evidentemente investito un sacco in questo show, che riesce a mascherare la pochezza delle risorse artistiche con una macchina produttiva degna dei vecchi Fantastico. Luci pazzesche, una scaletta svolta con mestiere da autori navigati (che però hanno imparato a scopiazzare dall'estetica dei vari X Factor, vedi postazione giudici e backstage, senza pagare i diritti). E poi Bibi Ballandi che provvede a lucidare qua e là la pessima merce in vendita.

I concorrenti che si sono presi il Forte forte forte, nella prima puntata, non sarebbero arrivati a una sfidina di Amici né a un montaggio di casting di Italia's got talent. La Carrà ha spacciato per artista qualsiasi ragazzo che gli facesse tenerezza o che fosse cresciuto col mito di Non è la Rai (dove le ragazze parodiavano la stessa Carrà cantando in playback).

Il punto è che Forte forte forte, in ogni istante, sembra la parodia di un talent vero col dramma dietro l'angolo: si prende più sul serio di Bruno Vespa a Porta a porta.

Abbiamo visto ragazzine di 16 anni decantate dopo improbabili sculettamenti, checche isteriche elevate a futuri showmen, drag queen fatte passare perché dopo Conchita da Giletti sono politicamente corrette (ma la Carrà ha confermato di non essere così moderna, nel chiedersi se siano maschi o femmine). Roba che in confronto Marco Carta è Placido Domingo.

Insomma, Rai1 potrebbe aver trovato la sua Corrida coi soldi, il suo costoso talent show a buon mercato basato su una frode di fondo: cercare il futuro showman, in una rete in cui si fa carriera sulla pelle di Yara, è come promettere un contatto che non si firmerà mai. E poi, che senso ha arrivare fino alla fine, se la tv di stato potrebbe chiudere le selezioni e assumere Ivan Olita? Dizione perfetta, ottima parlantina (mai sopra le righe), bella presenza e interazione nel backstage più spontanea dello stesso Federico Russo.

Se dovessero chiudere il programma prima, che almeno valorizzino l'unico diamante in una svendita da ipermercato.