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U2 e The Edge hanno partecipato ieri alla trasmissione di Fazio “Che tempo che fa”

U2 e The Edge hanno partecipato ieri alla trasmissione di Fazio “Che tempo che fa”
«Il tiramisù ha ucciso più rockstar dell’eroina» scherza Bono, inghiottendo un boccone con evidente piacere. Il blitz italiano della front line della più amata delle rock band, lui e The Edge, ha anche i suoi lati positivi, specie all’ora di pranzo. E poi, si sa, l’Italia è un paese con cui la band irlandese ha sempre avuto un gran rapporto. E tanto per non smentirsi, Bono, sorridente e in forma coi suoi capelli rosso mogano, prova anche a seminare ottimismo sul futuro del Bel Paese evitando l’aria di uno che tira la volata solo perché è in promozione: «L’Italia può conoscere un secondo Rinascimento, ha un potenziale enorme che può sviluppare se pensa ai problemi reali superando le divisioni fra destra e sinistra», proclama e torna anche sull’argomento Renzi, il premier italiano a cui aveva scritto mesi fa per complimentarsi: «He is a good guy, non come Berlusconi che è un comprovato disonesto e non ha mai mantenuto una promessa. Certo, se avessi saputo che avrebbe reso pubblica quella lettera avrei curato di più la grafia». Ricorda di aver chiamato il premier Matteo, ma poi ammonisce: «Se dovesse deludere non riceverà più lettere da me».

IN STUDIO

Ieri, appena arrivato a via Mecenate nella sede della Rai per partecipare a Che tempo che fa (il primo programma televisivo a cui gli U2, ovvero solo lui e The Edge, hanno partecipato nel loro tour promozionale), ha abbracciato Fabio Fazio, fra la folla che sotto gli studi li aspettava, e ha ricordato il suo passaggio a Sanremo nel 2000 e l’amico Pavarotti «un uomo generoso. Oggi è il suo compleanno. Mi mancano i suoi regali, che avevano sempre a che fare con il mangiare». Ma la visita milanese apre soprattutto un tour che ha uno scopo preciso, quello di parlare di Songs of innocence, il disco che ha fatto tanto discutere per il modo in cui è stato lanciato, gratuitamente su iTunes con risultati eclatanti («L’hanno scaricato in 26 milioni, sentito una volta in 81 milioni»), ma anche critiche. E dalle parole di Bono e The Edge esce chiaramente il desiderio della band di allontanare i rischi di essere omologati a un’operazione commerciale senza precedenti: «So che la gente è sospettosa verso i grandi gruppi, ma gli artisti non devono temere il commercio se questo si mette al servizio dell’arte come fa la Apple. Anche alla Biennale ci sono sponsor». E ci tiene anche a ridurre la portata economica dell’accordo: «Non si tratta di una cifra colossale, ma di un accordo tutto sommato modesto» commenta, senza fare cifre.

Comunque, l’album da oggi scende da iTunes e entra liberamente in commercio, accompagnato da una versione in vinile e da una session acustica con quattro inediti. Ma il rapporto fra gli U2 e la Apple non si chiude qui. Anzi, il proposito è «di aiutare la piattaforma ad arrivare al miliardo di abbonati (oggi sfiora i 900 milioni)». Ma c’è di più: «Le vendite di cd e anche i download sono in calo deciso: è il momento di cercare nuove idee e salvare il diritto d’autore. Oggi Cole Porter sarebbe un morto di fame. E noi stiamo studiando con la Apple un formato che non sia piratabile, che sarà la salvezza del copyright», spiega The Edge.
Aggiunge che il nuovo sistema sarà pronto fra un paio d’anni, forse un anno e mezzo, giusto in tempo per la uscita di Songs of experience, secondo capitolo di un’operazione musicale ispirata dalla raccolta di poesie del poeta inglese William Blake. «Songs of innocence è un album autobiografico – spiega Bono -, nasce da un incontro col mio vecchio amico Jimmy Iovine che da ragazzo è portava il te a John Lennon ed è diventato un importante discografico. E’ stato lui a spingerci ad affrontare una sorta di match di wrestling col nostro spirito. Abbiamo preso casa a Londra tutti assieme e ci siamo messi a lavorare. L’unico guaio era che The Edge aveva preso la stanza sopra la mia e faceva casino tutta la notte. Ma non ho potuto arrabbiarmi, sapevo che stava lavorando al disco».

E che l’album abbia uno spirito intimo e introspettivo lo racconta anche una copertina davvero singolare, dove Larry Mullen abbraccia il figlio Elvis Aaron a torso nudo: «Abbiamo fatto tutti scatti intimi con i nostri familiari». Una foto che sottolinea il desiderio di sentirsi uniti proprio come una quarantina di anni fa, quando (era il ’77) parteciparono a un live talent, in pieno trip punk e ammaliati dai suoni dei Ramones: «Fu la prima volta che ci presentammo come U2, prima ci chiamavamo The Hype. Vincemmo un premio di 500 sterline, ma non ce ne fregava nulla. C’è un Lp che documenta quel concerto. Certo, sarebbe meglio non ascoltarlo: se avessimo continuato a suonare così non ci avrebbero nemmeno presi a X Factor».
Ieri sera subito dopo aver partecipato a “Che tempo che fa”, dove hanno preso in giro Fazio («sei il conduttore più calmo del mondo, dovrebbero chiamarti Valium») e suonato in un’emozionante versione, voce e chitarra e voce e pianoforte, due pezzi, The Miracle (of Joey Ramone) e Every breaking wave (in acustico suonano meglio che sul disco), sono partiti con un volo privato per Parigi, dove sono attesi da Larry Mullen e Adam Clayton per una nuova tappa promozionale. Del tour, invece, se ne parlerà da primavera, ma oggi Bono e The Edge raccontano solo che l’idea «è di viaggiare in arene al coperto e forse di avere due tipi di allestimento». In Italia, comunque, non verranno prima di settembre. Quanto al prossimo album dicono: «Ci piacerebbe vedesse la luce proprio mentre siamo in tour».


http://www.socialgamespro.com/archives/2303/u2-the-edge-partecipato-ieri-trasmissione-fazio-fa