MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Cammariere in bossanova e verso Cuba (dal pianoforte si occupa di Musica)

Lontano da trucchi e sfarfallii promozionali, Sergio Cammariere è tornato da qualche giorno con un nuovo album, «Mano nella mano», nel quale condivide con Roberto Kunstler la scrittura dei testi. E’ un tuffo refrigerante nel suo mondo piacevolmente ovattato, questa volta molto contaminato da echi africani e bossanova, in una caccia testarda e anche un po’ utopistica di colori che accomunino l’intera umanità. La musica diventa la metafora di una tensione verso il sogno di una comunità universale, in una realtà mai così drammaticamente irta. «Cerco di compiere al massimo la mia missione, stavolta siamo usciti dal solito schema della canzone d’autore con gabbia armonica: "Mano nella mano" che apre l’album, è un ritmo che ho appreso in viaggi fra Marocco e Andalusia. Noi che facciamo canzoni cantiamo quel che c’è intorno. Ho coinvolto musicisti felici di suonare, abbiamo fatto musica insieme, contro tutto quello che è karaoke. Solo la bellezza della musica ci può far vincere la paura».
Utopie benedette, di uno che mentre guida ascolta Bartòk e Mahler. E avvicinamenti al mondo arabo, anche. Si è persino guardato in tv «Arab Idol»: «Un talent fatto bene, con 20 milioni di clic, orchestre gigantesche, giudici che si esprimono in un minuto». Nell’album omaggia alla brasileira Bruno Lauzi, in «Io senza te, tu senza me»: «Lauzi mi donò la canzone in uno dei nostri incontri, me la fece ascoltare con la chitarra. Lui mi ha sempre visto come una sorta di continuatore della grande scuola genovese». Si ondeggia dalla bossanova alle sonorità cubane di «Ed Ora?» con la voce di Gegé Telesforo e lo scat del suo amico nigeriano Felix, incontrato nei soggiorni ad Essaouira: «Un porto spagnolo a due ore da Marrakesh, sull’Oceano, dove c’è una comunità rasta, un mondo di pace unico. Cerco sempre musicisti per strada, con i cori si esce dai soliti schemi».
E’ gradevole e fuori dal tempo il ritorno di questo outsider che vive veramente per la musica: «Ho lasciato la Calabria a 15 anni, sono andato a Firenze dove ho fatto il barista e l’orafo per poter suonare. I miei autori preferiti non erano della mia generazione ma me li sono andati a cercare: Bindi, Paoli, Tenco, i jazz standards. Il destino mi ha fatto conoscere il grande maestro Carlo Alberto Rossi, mi disse che le mie canzoni erano destinate a rimanere». Il tour inizierà fra un paio di mesi: se volete Cammariere, cercatelo sui palchi e non altrove.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it