MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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MUSICA
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Il Superbowl farà pagare gli artisti (E se succedesse anche da noi?)

L’ambitissimo halftime show del Suberbowl, il più seguito in assoluto non soltanto dagli americani, prevede per il 2015 un’immensa novità destinata a rivoluzionare i rapporti fra gli artisti e le televisioni in tutto il mondo. La NFL, lega del Football americano, che gestisce tutta la faccenda, per lo spettacolo del 2015 ha fatto sapere ai tre candidati in lista per l’apparizione - Coldplay, Katy Perry, Rihanna - che debbono pagare per la propria performance davanti alle telecamere, o in alternativa versare una percentuale sul tour che seguirà.

E’ evidente che le richieste alla Lega debbono essere moltissime, ma è anche evidente che pure loro non hanno più i fondi di una volta e cercano di monetizzare il monetizzabile.

Questi dati spostano completamente l’asse del rapporto domanda/offerta musicale quando c’è di mezzo la tv. Finora gli artisti hanno “appro*****to”, si sono fatti graziosamente invitare, ma la dura legge del mercato e della crisi mondiale si riversa anche sulla loro graziosità, togliendo il velo d’infingimento sulle apparizioni televisive. Che fanno sì divertire il pubblico a casa, ma pure rendono molto all’indotto degli artisti, in termini ormai soprattutto di concerti e biglietti venduti, ma anche di dischi trattandosi di nomi di grande stazza.

La richiesta della NFL avrà sicuramente un seguito anche in altre situazioni e paesi.

Per esempio. Da noi? Vuoi essere ospite di un programma di varietà con musica? Paghi, o dai una percentuale dei biglietti dei concerti che terrai grazie a questa apparizione.

Vuoi andare a Sanremo? Invece che quei 30 mila euro o giù di lì che la Rai versa ai cantanti che invita, potrebbero essere loro a dover mettere mano al portafogli. Non sarà una cosa immediata, ma se prima o poi dovesse succedere, si altererà naturalmente sia la libertà di invito che quella di essere invitati. Che ne sarà degli artisti emergenti, spesso schiavi di contratti schiavizzanti? E poi: perché la musica deve pagare, e gli attori del cinema no? Lasciamo stare il teatro e la danza, che sono di nicchia purtroppo ormai, ma quanti soldi fa un film di successo?

Gli agenti americani degli artisti sono già intanto sul piede di guerra. Sarebbe disposto Paul McCartney a pagare per apparire al Superbowl, si è chiesto uno di loro? A parte che sarebbe anche uno dei tanti a non aver problemi ad aprire il portafogli, secondo me il vecchio Paul se avesse voglia di andare al Superbowl farebbe anche questo, senza fiatare. Viecelli, agente di St. Vincent e dei Mumford, si è scocciato: “Spero che tutti mandino a stendere la NFL” ha detto. Ma chi lo sa? Magari no, anzi. Come dice il poeta, tutto ciò scopriremo solo vivendo.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it