MUSICA




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​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
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Cristiano De André: un'intervista come una seduta dal dentista


Le interviste, si sa, sono cerimonie delicate. Perché riescano bene, occorrono volontã coincidenti, è gradita l'assenza di preconcetti da entrambe le parti, è necessaria poi la massima disponibilità sia allo scambio che al cambio di idee che uno ha in testa.
A volte va bene, a volte va male. Infatti.
Sono legata a Cristiano da un lungo affetto, da quando era un ragazzo al seguito di suo padre sui palchi d'Italia. Forse la conoscenza a lungo termine ostacolerà, perché quella che segue è stata una delle interviste più faticose degli ultimi anni. Il colloquio era gradito al management, perché accendeva un faro sulle prossime date del tour; era gradito a me, che volevo scoprire qualcosa in più dei progetti mirabolanti annunciati da lui stesso, a più simpatico (per lui) intervistatore, qualche tempo fa. Ma è stata come una seduta dal dentista, io con le tenaglie ad estrarre parole che non volevano uscire, lui evidentemente distratto in luogo pubblico e interessato solo a spiegare la formula del concerto e a scappare altrove.
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Rinvigorito dalla svolta positiva della partecipazione a Sanremo, con due brani che avevano risollevato un Festival discutibile, in tasca un premio della Critica che non serve a niente ma tira su il morale, Cristiano De André è tornato on the road con un tour dal titolo sfizioso, «Via dell’amore vicendevole» dove esercita in un quartetto le sue doti di polistrumentista. Il passaparola ha fatto lievitare le date fino all’autunno/inverno. Personaggio difficile, sempre tormentato da una storia di famiglia e paternità tanto importanti, bel cinquantenne tenebroso dalle mille conquiste, Cristiano sta attraversando un periodo personale positivo e già questa è una bella notizia, che dà volentieri pur tra le mille reticenze che sempre segnano la sua parlata velocissima e sfuggente. I suoi progetti, poi, non mancheranno di sorprendere: per strada ci sono la sceneggiatura di un film, un musical, la scrittura di un libro e un nuovo disco. Fargli raccontare qualcosa in più, però, è una battaglia.


L’amore vicendevole di cui parla il titolo del suo tour in che cosa si materializza, Cristiano?
«E’ un repertorio mio, attuale e di canzoni vecchie rivisitate, che sono state fortunate come "Dietro la porta"; in più ho ripreso alcuni pezzi di mio padre, anche "Creuza de Ma" e ora siamo intrecciati, per questo l’amore vicendevole, e anche perché ho voglia di riportare in giro l’emozione e di condividerla».


Si sente parlare di suoi progetti mirabolanti: un musical, un film, un libro.
«Penso anche a un nuovo album. Ho scritto la sceneggiatura di un film, racconta la storia di una donna lanciata in carriera che finisce per capire l’inutilità del successo; il musical è sull’amore».


Si è già letto il titolo di questo musical, «La discarica delle occasioni perdute», si sente dire che ha contattato la Nannini.


«Mentre scrivevo il disco mi sono venute idee varie. A lei l’idea è piaciuta, bisogna vedere gli impegni. Appuntando e scrivendo, ho messo giù anche alcune cose simpatiche per Elio e le Storie Tese».


E loro, come hanno reagito?
«Ancora non glielo ho detto. Ma comunque lavoro tanto e sto bene, ho perso un sacco di chili, da tempo non tocco un bicchiere di vino, ho smesso di fumare, sono quasi vegetariano. Mi sento molto meglio».


Si dice che il libro sarà una autobiografia. La coltiva in tour?
«Ho già fatto alcune date molto belle, per quest’intreccio che abbiamo messo su fra me e mio padre. E’ importante portare in giro emozione, dopo che hanno fatto passare l’illusione che la felicità si potesse comprare. Questa classe politica che ci ha governato per 40 anni, ci ha convinti che con i soldi in tasca si può esser felici, non si sono fermati sulla cultura e sulla bellezza, quindi ora dobbiamo riempire la gerla della befana di sentimenti diversi. Il concetto di base è che tutto è sbagliato».


I suoi figli più grandi, che hanno fra i 27 e i 25 anni, sono cresciuti in piena epoca berlusconiana.
«Eh sì, quella che ha avuto danni di questa corrente è Francesca, che ne ha 24. Ora si è messa con l’idea di cantare, ha fatto la cover di un pezzo un po’ dance. E’ brava nel r’n’b».


Hanno strumenti, questi ragazzi, in un momento così difficile?
«Imparano che tutto quello che luccica non è oro. Le basi vengono dalle famiglie e dagli amici. L’unica è guardare un attimo indietro, capire che tutto quel che è frivolo è destinato a scemare».


Molti ragazzi hanno come modello musicale i talent show
«Anche una volta c’erano due tipi di modelli, ognuno ha il proprio mondo. Per fortuna c’è chi sa decidere».
Prossimi concerti: 23 Asti, 24 Venaria Reale, 25 Spilimbergo, 2 agosto Loano, 14 Luzzi (CS),22 Cetraro (CS).

Marinella Venegoni

www.lastampa.it