MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
Alla ricerca dei Renzi del pop (una ricerca cieca e felice)

Capita sempre più spesso di essere invasi da tonnellate di mail che lanciano il lancio di nomi sconosciuti. Solo adesso, un rapper californiano di nome Brave Heart, biondo come Eminem, che nel video cantilena le sue pene sui party, la droga e altre simili pensosità, indossando una vestaglia e guantoni da pugile. Vabbé.

Sono decine di nomi, dal Sannio fino a Timbuctù, che in un amen sono pronti a occupare la casella di una star, e in un bi/amen a sparire. E' una sorta di effetto Renzi, per dirla con un esempio all'italiana: si aspetta un messia, dei messia, che rimpiazzino quelli che hanno fatto il loro tempo, e portino aria nuova. Ad essi si è pronti ad immolarsi, con una predisposizione d'animo mai così buona. Si invoca la rottamazione dei vecchi idoli. Poi succede che nei dischi più venduti e nei concerti più visti continuino ad esserci gli stessi grandi nomi di sempre (notizia recente), ma la voglia di guardare avanti è tanta, così tanta che non si sta a badare troppo se il Renzi pop sia come il suo omologo politico, se ogni tanto le spara troppo grosse (ma almeno nella musica popolare, qualcosa da rimpiangere c'è, in politica no).




La giovanissima età più è bassa più è gradita. E' andata benissimo a Lorde per esempio, anche perché è brava. Molti sconosciutissimi finiscono a titoli cubitali sulle pagine degli spettacoli del Corriere della Sera e della Repubblica, che in cambio di una esclusiva non stanno a badare troppo alla consistenza del prodotto e allargano i titoli. A pensarci bene, però, spesso le canzoni e anche gli album che arrivano rapidamente via email sono anche ben scritti, ben confezionati, ben prodotti, i video a volte carini: che cosa farà la differenza, quando la storia di questi virgulti dovrà proseguire? Domanda della quale non frega nulla a nessuno.




Dunque abbiamo ormai in ballo da un anno e più tipi come Ed Sheeran del quale si parla ormai come se fosse un caposaldo della storia, e appena arrivati il bravo George Ezra del quale sta spopolando "Budapest" (io mi sono innamorata del film "Grand Hotel Budapest", dev'essere la città di quest'anno), e Sam Smith molto nominato in questo blog e non una mia passione, cantautore inglese al primo album "The lonely Hour": non mi piace tanto perché mi ricorda quelle leonesse yankee del soul tutte sospiri e virtuosismo, e io che sono di coccio aspetto il secondo album per ricredermi. Leggo dell'arrivo in Italia dei Lumineers, per dire, e mi sembra roba del secolo scorso; e chi si ricorda dei Mumford&Sons? Eran così bravi, tutti finito in un sospiro.




E poi, gente, una quintalata di altri aspiranti. Per dirvi solo dei dischi più piaciuti in giro nei primi sei mesi dell'anno, ci sono l'irlandese James Vincent McMorrow, al secondo album, aedo folky post-moderno con "Post Tropical", gli americani Real Estate di "Atlas", rock indipendente e struggente, già al terzo album; i pop-rock Wild Beast di "Present Tense", inglesi pure loro (ci ho sentito dentro i Coldplay, fra gli altri), i Sylvan Esso con il disco omonimo, elettronici e senz'altro indie.




Buttateci un occhio, anzi un orecchio, e fatemi sapere se qualcuno di loro sarà il prossimo Renzi, o i Renzis, del pop internazionale. Ché poi mi sgridate sempre (giustamente) che non faccio mai nomi nuovi (ma è anche che non mi fido).


Marinella Venegoni

www.lastampa.it

James Vincent McMorrow - Post Tropical (Unofficial Music Video)