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Maria Rita e l’aggiornamento del samba: la recensione di Carlo Tomeo


Maria Rita Costa Camargo Mariano è il suo nome completo, ma è conosciuta semplicemente come Maria Rita. La sua fortuna (e “disgrazia”, nello stesso tempo) è di essere la figlia di Elis Regina e del compositore César Camargo Mariano. Per questo motivo la sua popolarità in Brasile è stata guardata, almeno nei primi anni della sua carriera, con occhio sospettoso, come capita spesso con i figli d’arte che, prima di essere giudicati come artisti, vengono esaminati facendo un excursus del suo o dei suoi genitori.

Questa particolarità non le impedì tuttavia di vincere ben tre Grammy con il suo disco di debutto (1993) che portava semplicemente il suo nome ed ebbe un certo successo anche in Italia, dove la casa discografica, due anni dopo, si affrettò a pubblicare, contemporaneamente all’uscita in Brasile, anche il suo secondo album intitolato semplicemente “Segundo” che però, pur guadagnandole due altri Grammy nel suo Paese, non ebbe da noi il successo sperato. Era il 2005: da allora il suo nome scomparve dai nostri scaffali di negozi musicali, ma in Brasile negli anni successivi Maria Rita continuò a incidere altri 3 album, 4 DVD e fu stampata anche una compilation dei suoi maggiori successi.

Il clamore arrivò lo scorso anno quando, anziché cercare di liberarsi dal “fardello” della grossa popolarità rappresentata dal nome di sua madre, rinunciò a un repertorio personale per ripercorrere, sia pure per il tempo di una fortunatissima serie di concerti e per la registrazione di un altrettanto fortunato CD/DVD, il repertorio di Elis.

Bisogna dire che la musica brasiliana è ancora oggi impensabile senza la figura di Elis Regina, cantante che è stata più di un’icona e ancora oggi escono le ristampe dei suoi dischi e i discografici vanno alla ricerca delle registrazioni più sconosciute e addirittura inedite per stampare nuovi album. Se l’immagine di Carmen Miranda rappresenta ancora il vecchio Brasile, quello principalmente d’esportazione, la figura di Elis Regina è ancora viva nel cuore dei brasiliani perché rappresenta il senso della vera MPB e anche la voce dell’impegno sociale e politico, tanto è vero che, vivente, fu l’unica artista che, a differenza di molti suoi colleghi (si pensi per esempio a Caetano Veloso e a Gilberto Gil) non si osò mandare in esilio durante il regime della giunta militare golpista quando prese il potere nel 1964. La parola chiave dell’arte di Elis era in campo musicale costituita dalla continua ricerca di suoni nuovi, lei ha fatto da nave scuola a tutta la MPB, ha interpretato le canzoni dei più grandi compositori brasiliani e molti sono diventati famosi anche grazie a lei. Ebbi la fortuna, giovanissimo, di assistere al suo ultimo concerto-evento in Italia e mi rimase impresso il momento in cui, siccome una voce dal pubblico le gridò di cantare “Brazil”, lei si fermò e con autorevolezza dichiarò più o meno: “Oggi in Brasile si canta così, questa è la vera, attuale musica popolare brasiliana e io sono venuta per farla conoscere anche in Europa” e poi attaccò la bellissima “Cartomante”.

Immaginate con tale madre che carattere possa avere Maria Rita. Che, se lo scorso anno si è tolto il classico sassolino dalla scarpa e ne ha ripetuto le vestigia, anche grazie al fatto che la sua voce è molto simile a quella di Elis, esce ora con un disco completamente diverso, dove ha radunato intorno a sé musicisti bravissimi, tra cui spicca il marito chitarrista Davi Moraes, e ha realizzato in una sola seduta tutto un album dal vivo a porte chiuse. Il completamente diverso si riferisce poi al samba, che è la musica che più “sente” vicina, essendo lei nata, e non lo nega, come sambista e infatti lo dice anche in una canzone “Io non sono nata nel samba ma è il samba che è nato in me” (la canzone è “E’ corpo, é alma, è religião” ed è quella che chiude il CD). Tra gli autori c’è Arlindo Cruz che è anche co-autore del brano più bello di tutto il disco “Rumo ao infinito”, un samba che inizia quasi come una bossa nova e che va aumentando di ritmo grazie ai diversi strumenti di percussione di autentica invenzione brasiliana, come il pandeiro e il surdo o afro-brasiliana come il tamburim e però senza rinunciare a quel tocco elettronico rappresentato dal piano rhodes: tradizione sì ma aggiornata e riproposta con un sound originale anche se esso non traspare di colpo. Ma c’è, e questo è la forza del disco. Naturalmente c’è tanta saudade di sottofondo: una canzone specialmente la richiama: “Mainha me ensinhou”, altra canzone di Arlindo Cruz, che ha come tema la mamma. (ricordiamo che Maria Rita non è solo figlia di Elis Regina, ma anche madre di due figli, l’ultima nata lo scorso anno). Il figlio più grande, tra l’altro pur essendo ancora bambino, è chiamato anche lui a partecipare suonando il tamburim in “Vai meu samba” (questa canzone era stata scritta 30 anni fa ed era rimasta ancora inedita).

L’album strizza l’occhio anche al jazz anche se lo si avverte appena. La stessa canzone che le ha scritto Joyce non ha un vero suono jazz, tranne in poche note avvertibili dal piano di Ranieri Olivera, contiene anche una cover di “Saco Cheio” il cui testo divertente, si riferisce a Dio che probabilmente deve essere stufo delle continue lamentele dell’uomo che lo invoca in continuazione perché risolva i suoi problemi.

Un consiglio: si inizi ad ascoltare il disco dalla 10° traccia in poi e quindi, una volta arrivati all’ultima (la 13°), ascoltarlo dalla prima traccia che è già più particolare come canzone, in quanto è sì un samba ma che dà una strizzatina d’occhio alla batucada e usa la chitarra elettrica invece che quella classica, costituendo sì la vera novità ma rischiando di sviare l’ascoltatore, se lo ascolta subito come primo brano.

Il titolo dell’album non ha nulla a che vedere con la canzone che riporta lo stesso titolo e che è contenuta nel quarto disco di Maria Rita. Il libretto riporta belle foto della cantante e i testi delle canzoni.

Il CD è autoprodotto da lei stessa, che ha anche curato la direzione musicale, e distribuito dalla Universal Music.

Carlo Tomeo


http://www.italiapost.info/146633-maria-rita-e-laggiornamento-del-samba-la-recensione-di-carlo-tomeo/

Maria Rita - Rumo Ao Infinito