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Bobby Womack, spericolato eroe soul rilanciato dai Gorillaz, vita da film



Aveva 70 anni. Lasciò la band di Ray Charles “perché aveva il vizietto di guidare il suo jet privato"

Uno dei più grandi soul singer della Grande Generazione del ‘ 900, Bobby Womack, è morto l’altro ieri a 70 anni per cause non ancora conosciute. Da anni lottava contro le malattie indotte dall’ampio abuso di droghe che è stata una delle iatture della sua epoca, e aveva da poco ripreso a incidere, come capita in questi tempi, grazie al fatto di essere stato riscoperto da Dalmon Albarn che nel '10 lo aveva voluto nel quarto album dei Gorillaz, per il brano Stylo di cui era anche coautore. Albarn nel ’12 gli aveva coprodotto “The Bravest Man in the Universe” e un nuovo disco era per strada, al quale stava collaborando tra gli altri Stevie Wonder.
“Non mi hanno mai perdonato di aver sposato la vedova di Sam Cooke - aveva detto Bobby uscendo dal lungo tunnel grazie ad Albarn. - Avevo 21 anni, per 45 anni sono stato un reietto”.
Già queste brevi parole la dicono lunga sulla vita privata di un uomo vissuto dentro e intorno e sopra e sotto alle leggende della musica nera. Uno che durante più di 50 anni ha lavorato con gente che andava da Sam Cooke a Ray Charles, da Sly Stone fino a Wilson Pickett e in ultimo appunto i Gorillaz.
Nell’epoca ruggente del rock scrisse per i Rolling Stones (“It’s all over now", diventò una hit con loro), Janis Joplin, George Benson, Chaka Khan; la sua chitarra funky risuona in album di Charles, Presley, Dusty Springfield e Aretha Franklin.
Ma era la voce il suo strumento primitivo, che veniva dalla scuola del gospel dove aveva cominciato con i fratelli: tutti insieme divennero poi i Womack Brothers, mamma all’organo e padre alla chitarra.
Entrato nella scuderia di Sam Cooke, si faceva notare per l’uso poco ortodosso della chitarra, che suonava da mancino girandola al rovescio. Il matrimonio con Barbara, solo tre mesi dopo la morte di Cooke, di 10 anni più grande di lui, fu visto da molti come un tradimento. Lo fischiavano ai concerti, persino, e il fratello di lei lo picchiò.
Lavorando con Ray Charles a fine Sessanta, lo abbandonò perché disse che aveva la pericolosa tendenza a pilotare il suo jet personale.
Nel ’70 divorziò da Barbara che lo aveva trovato a letto con la propria figlia diciottenne Linda (che più tardi sposò il suo fratello più giovane Cecil con il quale formò il duo Womack e Womack).
Malgrado le intemperanze e la cocaina, Bobby trovò ulteriore successo in una carriera solista, e piazzò alcuni singoli uno dei quali, nel ‘ 72, "Across 110th Street”, title track del film omonimo di Barry Shear, rimase il suo brano più durevole, entrato in film di Tarantino e Ridley Scott. Non c’è un’epoca che abbia trascurato. Anche negli ’80, per lui tremendi, riacchiappò la fama con il soul moderno sulla scia di Luther Vandross. E’ stato campionato, tra i vari, anche da 50 Cents
Una vita da film, con pochi segreti, che aspetta di essere scritta.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

Bobby Womack - I am midnight mover