MUSICA




​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​​
​​​​​​​​​​​​​



​​​​​​​Parliamo dei nostri gusti musicali
​​​​​​​

​​​



MUSICA
Start a New Topic 
Author
Comment
I Pearl Jam rispolverano la furia - A S. Siro è rock per ogni età


Palco spoglio. Una semplice casa aperta per strumenti e amplificazione, non roba tonitruante alla U2. I Pearl Jam da sempre hanno scelto la strada di far musica e non entertaining. Prologo simpatico: un "in bocca al lupo" alla Nazionale che stava per giocare anche qui a San Siro in diretta su tre maxischermi, da parte di Eddie Vedder. Che ha imbracciato la chitarra e in maglia azzurra ci ha dedicato «Porch» («questo potrebbe essere il giorno giusto...», ma non era vero) e via negli spogliatoi, a farsi un autoscatto con Materazzi. 62 mila presenze il dato ufficiale: un bel pienone per questa band tanto amata, di persone ancora innamorate del caro vecchio rock, anche adesso che sta perdendo i capelli e la fantasia. Ma loro no. Vedder compirà a dicembre 50 anni, l’ispirazione è ancora corposa come dimostrano le ultime cose. L’introibo però è puro grunge con «Release», vena angosciosa che chiudeva il loro album seminale, «Ten». E la scaletta è un saliscendi spericolato con molti classici sempre da «Ten», «Vitalogy» e citazioni di altri album.
Lo stadio è un boato continuo davanti al palco in bianco e nero come i maxischermi: «Ho fatto tanti brutti sogni recentemente - leggerà Vedder in italiano - tante visioni che ora ho paura a chiudere gli occhi. Penso di aver letto troppi giornali, ma ora che vedo tutti voi qui, un grande sogno si è avverato». Arriva quasi subito «Sirens», l’incantevole ballad che ha aperto la strada a «Lightning Bolt», ultimo lavoro. La voce di Vedder è secca e dolce sull’infuriare della chitarra; capelli accorciati e barba, sorride al controcanto del pubblico ipnotizzato. L’aria è carica di good vibrations. Si celebra una maturità che non è iattura, e attira anche tanti ragazzi, grazie al generoso ripescaggio dei pezzi più duri.
Non è poco per una band che all’inizio dei ‘90 prese il proprio nome da una marmellata (jam) allucinogena a base di peyote, specialità della nonna di Eddie Vedder, di nome appunto Pearl, destinata al marito indiano. La naturalezza trasgressiva si addiceva al mood dell’epoca in Seattle, patria del grunge che Kurt Cobain (morto giusto vent’anni fa) stava portando ad un compiuto senso artistico. Ma la stoffa dei Pearl Jam, pur figli di quella stessa onda, era diversa. Sensibilità e impegno, ma anche il senso di un lavoro che i fondatori Ament e Gossard, avevano cominciato a metà ‘80, quando Vedder ancora era un piccolo benzinaio di provincia: a cementarli fu un amore assoluto per il rock classico, dai Doors agli Who ai Led Zeppelin (furono anche accusati di averli "saccheggiati") e a Neil Young che li adottò: ricordo di quei tempi un bellissimo concerto che fecero insieme sotto il sole estivo di mezzanotte a Stoccolma. Come ieri sera, una passione definitiva si riverberava sulla folla.
Se il rock non è del tutto morto, se il suo spirito originario ha ancora un senso al di là di mode e lustrini, lo dobbiamo anche alla loro onestà, alla reputazione immutabile dopo 24 anni di vita. La febbre è diventata palpabile nelle scorse settimane, quando i biglietti per S.Siro sono volati via in poche ore. I Pearl Jam non hanno perso la bussola. Il loro mondo non è più quello furibondo di «Ten», malgrado le doverose parentesi punk come una spettinatissima «Evolution» mettano il pepe nell’aria. Se si vuole ascoltare buon rock senza additivi, e non pop mascherato, bisogna passare ancora da loro. Lo dimostra il decimo album che stanno portando in giro, il buon «Lightning Bolt». Non saranno più demoni, ma sono dubbi, domande politiche, grandi perché sulle relazioni umane, sorretti da una capacità musicale solida, che rende omaggio alle furie punk («Mind Your Manners») ma si immerge anche in ballate suadenti. Ce n’è per andare a casa soddisfatti e pasciuti, dopo quasi tre ore di musica.

Marinella Venegoni

www.lastampa.it

"Sirens" (Official Music Video) - Pearl Jam